Capitolo 9

397 46 2
                                    

Jimin trascorse la notte insonne. Tentò di distrarsi leggendo qualche poesia ma il ricordo di Yoongi, la rabbia, le grida, non accennavano ad abbandonare la sua mente. Il suo cuore piangeva lacrime amare. Si chiedeva senza sosta chi potesse mai essere la persona che lo aveva ridotto in quel modo. Credeva che niente avrebbe piegato un'indole forte come la sua. Ma soprattutto, credeva che il loro amore potesse prevalere sul passato. A quanto pare si sbagliava. Gettò il libro ai piedi del letto, frustrato. La sveglia segnava le tre del mattino ma Jimin di dormire, non ne voleva sapere. Si guardò attorno, nella speranza di trovare qualcosa che lo aiutasse a distrarsi. La stanza era immersa nell'oscurità, eppure il ragazzo conosceva a memoria ogni angolo. L'idea di fare una passeggiata nel quartiere gli attraversò la mente, ma la scacciò subito via. Suo padre era in casa, rinchiuso nel suo studio e se lo avesse scoperto a vagabondare per strada, nel pieno della notte, avrebbe creduto che fosse con Yoongi e sapeva bene cosa lo avrebbe atteso. Si era sempre chiesto perché suo padre lo odiasse tanto. Inizialmente pensava che non desiderasse che suo figlio uscisse con un altro ragazzo, ma con il passare del tempo, Jimin comprese che Park Dog-Sun detestasse Min Yoongi per motivi a lui sconosciuti. Un sospiro di esasperazione abbandonò le sue labbra quando Jimin si arrese, distendendosi sul letto e chiudendo gli occhi, cercò di riposare. Fallì miseramente. Si aspettò di veder comparire il viso di Yoongi, il ricordo del loro litigio, ma contro ogni aspettativa, nella sua mente prese forma una figura. Taehyung, in piedi dinanzi a lui, il volto rivolto verso la luna e quest'ultima che lo accarezzava con i suoi delicati raggi. Un angelo, pensò. Ho davanti a me un angelo.
Strizzò gli occhi e scosse la testa, nel vano tentativo di far scomparire quell'immagine. Quel ragazzino dagli occhiali rettangolari, i capelli arruffati, lo sguardo gentile. È soltanto un secchione, basta pensare a quegli occhi innocenti, a quelle splendide labbra rosee.

«Okay Jimin, ora stai esagerando.» Sibilò contro se stesso.

Doveva assolutamente dormire. Era stata una giornata lunga e pressappoco complessa. Doveva riposare la mente e il corpo. Il suo telefono vibrò e Jimin aggrottò le sopracciglia. Che fosse Yoongi? Lo afferrò ma era Mark. Gli aveva lasciato numerosi messaggi, chiedendogli di perdonare il comportamento del ragazzo, di riconciliarsi. Jimin non avrebbe mosso un muscolo. Yoongi era orgoglioso, ma Jimin lo era ancor di più. Non era stato lui a commettere l'errore, non era stato lui ad averlo attaccato senza alcuna motivazione. Voleva soltanto aiutarlo, e lui lo ripagava in quel modo? Gli aveva fatto una promessa. Lui era il suo futuro. Allora perché navigava ancora nelle torbide acque del passato? Si trascinò fino al bagno, si sciacquò il viso con dell'acqua fredda e si guardò allo specchio. Il livido risaltava sulla sua pelle chiara come un fiore tra la neve. Ne aveva visti così tanti sul suo corpo, avrebbe dovuto esserne avvezzo, ma il pensiero che fosse stato Yoongi a causarglielo, lo stesso ragazzo che lo aveva accudito, protetto, il dolore si fece spazio dentro di lui, insidiandosi come un serpente tra le costole.

Non fidarti mai di nessuno Jimin, nemmeno di me, gli aveva detto un giorno. Ora sapeva che aveva ragione. Tornò in camera, si sedette sul letto e aprì il cassetto del suo comodino. Al suo interno custodiva un oggetto di immenso valore. Vi era un astuccio rivestito in velluto color carminio con all'interno un anello. Una frase scritta su di un foglietto recitava: questo anello appartiene a chi saprà custodire con amore il cuore del mio Jimin. L'anello di sua madre. Avrebbe dovuto donarlo alla persona che amava veramente. Ma Yoongi era davvero la sua anima gemella?











Il mattino seguente Jimin sembrava uscito da un film sugli zombie. Capelli scompigliati, colorito esangue e grandi occhiaie scure ad incorniciargli gli occhi. Quando varcò la soglia della cucina, si arrestò sul posto. Suo padre sorseggiava tranquillo una tazza di caffè mentre leggeva un giornale. Indossava un completo elegante argentato, ed erano soltanto le sei del mattino. Jimin valutò l'idea di fare dietro front ma come c'era d'aspettarsi, non ebbe scampo.

𝑀𝑖𝑠𝑡𝑒𝑟𝑦 𝑜𝑓 𝑙𝑜𝑣𝑒 ➶ 𝑉𝑚𝑖𝑛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora