«Quel ragazzo è davvero bizzarro.» Mormorò.
Jungkook distolse lo sguardo dalla tv per osservare in modo interrogativo il suo ragazzo.
«Park Jimin.» Continuò Taehyung.
«Oh, lui. In effetti si, ma che potevi aspettarti? Frequenta Yoongi.»
Il castano si mise seduto e osservò l'altro.
«Perché dici questo?»
Il moro sospirò, frustrato. Non voleva di certo rovinare l'atmosfera parlando di Min Yoongi.
«Perché Yoongi è un ragazzo fuori dal comune. Gli piace vestirsi sempre di nero, cambia colore di capelli ogni mese e se ne sta chiuso in camera a comporre canzoni. Un emarginato. Non ha amici all'infuori di quel Park e se stanno insieme vuol dire che hanno molte cose in comune. Meglio stare alla larga da tipi come loro.»
Taehyung rimase in silenzio a lungo, soppesando le parole dell'altro.
«Lo conosci molto bene.» Mormorò infine.
«Le nostre madri erano molto amiche e così, inesorabilmente, lo siamo diventati anche noi ma è durata poco. Io e Yoongi siamo completamente diversi.»
«Non mi sembra un male scrivere canzoni, però.»
Jungkook sospirò e gli afferrò il mento con due dita, guardandolo negli occhi.
«Perché non smettiamo di parlare di loro e non pensiamo a noi?» Sussurrò.
Si avvicinò piano a lui, fino a far combaciare le loro labbra. L'altro rispose al bacio e si lasciò cadere sul letto, facendo sì che il corpo di Jungkook lo sovrastasse. Si, forse doveva pensare decisamente ad altro.
Diede un ultimo bacio sulle labbra di Yoongi, prima di scendere dalla moto ed entrare nell'istituto. Le persone lo guardavano, chi ammirato, chi disgustato. Jimin regalò loro un dito medio ed un sorriso luminoso, prima di dirigersi verso il suo armadietto per prendere il libro di poesia. Quel corso era l'unico in cui il biondino aveva i voti più alti, soltanto perché lui amava scrivere e leggere i pensieri, le insicurezze ed i desideri di poeti la cui vita non era poi così diversa dalla sua. Situazione familiare difficile, escluso dalla società, anche se si poteva reputare fortunato di poter possedere un amore autentico, forte. Molti di loro non ebbero nemmeno quel privilegio.
«Ciao Jimin.»
Una voce dolce e amichevole chiamò il suo nome ed il giovane si voltò, sorpreso. In seguito sbuffò quando lo riconobbe. SeokJin lo osservava con un sorriso stampato in volto, una pila di libri custoditi tra le sue braccia.
«Cosa vuoi?»
Il maggiore non si scompose a quell'atteggiamento irrispettoso. Lo conosceva da molto e sapeva che in realtà era tutt'altra persona.
«Ti ho visto da solo e volevo farti compagnia.» Rispose.
L'altro lo osservò attentamente, come a voler scoprire le sue vere intenzioni e poi senza dire nulla si allontanò. Jin fece per seguirlo ma una mano si posò sulla sua vita.
«Buongiorno Nam.»
«Cosa ci facevi con Park?»
«Volevo soltanto fare amicizia ma a quanto pare ho fallito.»
«Lascia stare, non è un ragazzo con cui poter dialogare tranquillamente.»
Jin dovette dargli ragione e si lasciò accompagnare nell'aula di letteratura classica. Camminavano mano nella mano, mentre tentavano di non essere investiti dalla folla di studenti che raggiungevano frettolosamente la propria classe.
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𝑀𝑖𝑠𝑡𝑒𝑟𝑦 𝑜𝑓 𝑙𝑜𝑣𝑒 ➶ 𝑉𝑚𝑖𝑛
Fanfiction❝ L'amore è bizzarro, Jimin. Non siamo in grado di comprenderlo fino in fondo ma io voglio viverlo e voglio farlo con te.❞