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Il giorno dopo

Ore 6:45 del mattino,
Dovevo alzarmi per andare al lavoro, ma non ne avevo minimamente voglia.
Non ero riuscita a dormire dopo l'accaduto di ieri sera..o meglio dire di stanotte.
Quel bacio mi aveva mandata in confusione, più di quanto lo fossi già.

Non sapevo esattamente cosa mi fosse preso, ma dopo quell'avvenimento ero scappata..
scappata da lui.

L'ultima cosa che ero riuscita a vedere,
era il dolore nei suoi occhi, ma soprattutto la confusione.

Da una parte mi sentivo in colpa di averlo lasciato lì, totalmente spiazzato dalla mia reazione,
ma soprattutto di averlo lasciato da solo, quando lui tutto quello che voleva era una compagnia, qualcuno che li stesse accanto e che non lo abbandonasse.
E per quello mi sentivo una fottuta stronza.

Ma dall'altra parte, credevo di aver fatto bene a scappare.

Insomma dovevo anche pensare a me,
Se tutto questo mi avrebbe fatto bene oppure no.
Dovevo e devo ancora capire se tutto ciò sia giusto o sbagliato.

Sinceramente non avevo voglia di andare al lavoro non solo per la stanchezza, ma anche per lui.

Cosa sarebbe mai potuto accadere se ci incontrassimo di nuovo?

Era proprio quello il punto, il fatto che non potevo fare a meno di vederlo dal momento in cui lavoravamo nello stesso posto.

Certamente non potevo abbandonare il mio lavoro solo perché avevo paura di rincontrare il Re del Pop.
Quindi non avevo altra scelta che andare e dimenticare quello che era successo, anche se mi era parecchio difficile.

Tra l'altro dopo ieri sera, non avevo più visto Roxy, neanche una chiamata..zero.

Sicuramente era uscita con quel tipo con cui stava ballando.
Fra 2 giorni sarebbe dovuta  ripartire per Londra,
e ovviamente andrò a salutarla.
Il problema era che non sapevo se dirle quello che era successo realmente stanotte.

Non sapevo neanche se sarei riuscita a spiegarglielo a parole,
Avevo un miscuglio di emozioni dentro me che mi proibivano di parlare.

Vabbè dovevo smetterlA di pensarci.
Perché a furia di pensare stavo perdendo la condizione della realtà, ma soprattutto del tempo, poiché erano già passati un paio di minuti e ancora mi dovevo vestire per andare al lavoro.

Finì di sistemarmi, come sempre salutai mia madre con il solito comportamento gelido ed uscì.

Giunsi finalmente a destinazione, entrai indifferente senza neanche guardare se ci fosse anche solo l' ombra di Michael.

Mi diressi direttamente in quel cavolo di ascensore che detestavo e raggiunsi l'ufficio di Diana.

Diana: ei tutto bene?
Helena: si si Diana tutto bene, dissi assonnata fingendo un sorriso.
Diana: sicura di star bene? Sei pallida e hai due occhiaie enormi, disse preoccupata.
Helena: sisi sto benissimo, sono solo stanca...
stanotte non ho dormito per nulla.
Diana: ah capisco, comunque se hai bisogno di qualcosa io ci sono.
Helena: grazie Diana, sempre gentilissima.
Diana: bene ora vado al piano di sotto a firmare alcune cose, mi raccomando tienimi d'occhio lo studio..
a meno che non ti addormenti, disse concedendosi una risata.
Helena: tranquilla, non mi addormenterò, risposi ridendo altrettanto.

Diana era proprio una persona squisita, con il suo umorismo, alcune volte, mi faceva scacciare via i brutti i pensieri.

Nel momento in cui Diana se ne andò, la mia attenzione fu catturata dal bel panorama che si poteva intravedere dalla grande finestra di quella stanza.

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