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Dicono che la notte porti consiglio. A me porta solo tanta ansia e qualche pensiero scomodo.

Ho passato tutta la notte a girarmi e rigirarmi nel letto, con un chiodo fisso in mente.

La misteriosa ragazza di ieri.

Ho sempre avuto un certo distacco nei confronti degli sconosciuti, ma quel viso, quei lividi, mi hanno colpito nel profondo.

Mi alzo dal letto e vado a fare una doccia, dopodichè prendo portafogli, cellulare e chiavi ed esco di casa.
Mi avvio verso il centro della città, prendendomi del tempo per ammirarla.

Amo Bologna, mi trasmette serenità.

Arrivo in pochi minuti al bar di Matilda e, dopo esser entrato, vado a salutarla.

-Ciao Matilda- le sorrido, appoggiandomi al bancone che sta pulendo.
Sono le 6 del mattino ed in giro non c'è molta gente.
Lei mi sorride e viene a salutarmi con un bacio sulla guancia ed una pacca sulla spalla.
-Ciao Dario, prendi il solito?- torna al suo posto, per preparare il mio caffè. Annuisco e mi siedo, continuando a fissarla titubante.

-Sei strano oggi.- mi dice, porgendomi la mia colazione e guardandomi attentamente.
-È che, sai, ieri...uhm- balbetto, per poi prendere un grande respiro -Ho visto quella ragazza, con cui hai parlato a lungo. Quella che scriveva.- sussurro.
-Oh si, Sophie. Dolcissima.- sorride, mentre pulisce dei bicchieri.
-Beh, ho notato il suo viso, insomma quello che ha sul viso.- alzo lo sguardo dal caffè, mentre lei blocca i suoi movimenti.

-Oh...- fa per dire qualcosa, ma il suono del campanello dell'ingresso ci interrompe.

Sophie's POV

Questa mattina sono più mattiniera del solito, a causa del dolore lancinante che provo al fianco.

La notte passata non è stata delle migliori e Fabio è andato via tardissimo.

Ripenso a ciò che ha fatto ieri e rabbrividisco, ma la visione del bar di Matilda mi trasmette un pò di tranquillità.

-Buongiorno Mat- cerco di sembrare allegra, senza riuscirci.
-Ciao Soph, come stai oggi? Vuoi un succo?- mi sorride la donna, bloccando la conversazione con un ragazzo.

Il ragazzo.

Lui si gira e mi fissa con uno sguardo strano. Fa un mezzo sorriso e poi si rigira verso il bancone.

Annuisco a Matilda e mi siedo al mio solito tavolino.

Prendo il mio quadernetto, ormai rovinato. Guardo le pagine stracciate al suo interno e qualche bruciatura, causata dalle sigarette spente sui fogli. Tutta opera di Fabio.

Ed un pò inizio a sentirmi come quelle pagine, quelle parole ormai perse in chissà quale cassonetto della città.

Sento una sensazione di vuoto all'altezza dello stomaco.

-Soph?- alzo lo sguardo e vedo la mia amica d'infanzia a pochi passi da me. Mi apro in un sorriso enorme e mi butto tra le sue braccia.
-Carlotta.- singhiozzo, stringendola a me.

Lei si stacca e mi guarda con gli occhi lucidi.
-Ho letto il tuo messaggio stanotte e ho preso il primo treno per Bologna.- ci sediamo l'una di fronte all'altra.

Continuo a piangere, prendendomi del tempo.
-Soph- sospira -devi fare qualcosa. Ed in fretta.- mi guarda, dura.
-Io...non posso C.- sposto i capelli dal viso -Lui...lui me la farebbe pagare.-

-Più di quanto non faccia già ora?- alza un pò il tono di voce, e le faccio segno di star zitta.
Mi guardo intorno e noto che il ragazzo è tornato a guardarmi.

Che sia un amico di Fabio?

-Soph, torna giù, da noi.- Carlotta mi sta guardando con aria supplichevole. Sgrano gli occhi e mi alzo di scatto.
-Carlotta, ormai ho una vita qui. Beh, apparte lui.- sussurro l'ultima parola e sospiro.
-Lo so, lo so benissimo. Ma almeno prenditi un pò di tempo lontano da lui, dalla situazione. Soph lui ti sta ammazzando lentamente.- mi guarda preoccupata, indicando i lividi sul viso ed il resto del mio corpo.

Mi stringo nelle spalle.
Non ha tutti i torti, ma come spiego a Fabio che potrei esser lontana da lui per quanto? Qualche mese?

Come potrei evitare una sua reazione violenta?

Scuoto la testa, ma prima che possa proferire parola un urlo di rabbia mi blocca il respiro.

Cosa ci fa qui?

-Brutta stronza.- Fabio arriva accanto a me e mi strattona.
-Hei hei hei.- Carlotta cerca, invano, di allontanarlo da me. Lui fa resistenza e mi attira ancora di più a sè.

-Ti avevo detto di non uscire.- ringhia contro il mio viso, facendomi chiudere gli occhi.
-Fabio ti ho scritto un messaggio.- cerco di mantenere la calma, mentre anche Matilda ed il ragazzo si avvicinano.

Lui continua a stringermi i polsi, guardandomi in cagnesco.

Devo scappare da questa situazione.

-Lasciami stare- sussurro, cercando di allontanarmi da lui. Sento l'aria iniziare a mancarmi e la testa girare.

Lui fa per dire qualcosa, ma il ragazzo lo precede, tirandomi via e mettendosi tra di noi.
-Faresti meglio ad allontanarti, prima che chiami la polizia.-
-E tu chi saresti?- Fabio ride, per poi tornare serio a guardarmi -Ti fai anche lui eh?- urla venendo verso di me.

-Ti ho detto che devi andartene, bastardo.- il ragazzo urla, facendosi rosso in viso ed avvicinandosi pericolosamente a Fabio.
Inizio a tremare come una foglia. Non volevo succedesse tutto ciò, vorrei fosse tutto un sogno.

-Soph, Soph...- Carlotta mi scuote e ritorno alla realtà. Fabio non c'è più e accanto a me ci sono solo Mat, Carlotta ed il ragazzo.

Lo guardo con gli occhi lucidi e gli sussurro un 'Grazie', poi mi appoggio allo schienale di un divanetto e chiudo gli occhi cercando di realizzare ciò che è appena successo.
Le lacrime scendono incontrollabili sulle mie guance, ed il mio corpo è scosso dai singhiozzi.

-Soph stai tranquilla- Mat mi abbraccia, accarezzandomi la schiena e sussurandomi che andrà tutto bene.

-Ed invece non andrà tutto bene.- mi allontano da lei e guardo i tre. -Me la farà pagare, come sempre.- stringo le labbra in una linea sottile.
-Potresti sempre denunciarlo.- il ragazzo continua a guardarmi negli occhi -E noi potremmo comunque testimoniare.- sorride lievemente e indica se stesso e le due donne accanto a lui. Loro annuiscono e mi guardano speranzose.

Sono pronta a ciò?

-E comunque, sono Dario.- mi porge la mano e sorride. Gli sorrido di rimando e gli stringo la mano.

Un brivido mi percorre la schiena, ma scuoto la testa e continuo a tenergli la mano.

-Sono Sophie. Scusami per il casino.- sorrido -e per averti ignorato ieri.-

Lui sorride ed io non posso evitare che una sensazione di tranquillità pervada tutto il mio corpo.

Ed inizio a sperare che non smetta mai di sorridermi così. Anche se siamo due perfetti sconosciuti.

Silky. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora