11.

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Sophie's POV

Piccole gocce di pioggia mi bagnano incessantemente, mentre cerco di risvegliare Dario dal suo sonno pronfondo.
-Oh andiamo, Dario. Sta piovendo.- piagnucolo, tirandolo per un braccio, ma non ne vuole sapere di svegliarsi. Intanto la pioggia è aumentata, così come i lampi.

-Insomma, puoi dormire anche in camera.- rido, continuando a strattonarlo. Finalmente apre gli occhi, ed ancora frastornato mi tira di nuovo sulla sdraio accanto a lui, bloccandomi con un braccio.
-Goditi il momento.- ride, mettendo il viso nell'incavo del mio collo e chiudendo nuovamente gli occhi. Gli tiro un ceffone sul braccio, senza risultati e sbuffo.
-Se prendo la febbre te la faccio pagare, Dario. Sappilo.- metto il broncio, cercando di ripararmi dalla pioggia, ma invano. La sua risata vibra contro la mia pelle, facendomi rabbrividire. Mette il viso accanto al mio, guardandomi divertito mentre mi lamento.
-Dai Sophie, sono solo poche gocce di pioggia.- mi schernisce, facendo la linguaccia. Sbuffo, mettendomi stesa sul fianco ed incrociando le braccia al petto. Dario continua a stringermi a lui, accarezzandomi la schiena.

Sorrido istintivamente, avvicinandomi ancora un pò a lui, che fa lo stesso.
-Sei uno stupido- rido -però a me piaci così come sei.- sussurro, evitando il suo sguardo. Ringrazio mentalmente il rumore della pioggia che sovrasta la mia voce, anche se credo abbia capito ogni singola parola di ciò che ho appena detto. Infatti, alzo lo sguardo verso di lui e un sorriso gli si apre sulle labbra.
-Anche a me piace il fatto che tu sia così.- sussurra, con il viso a poca distanza dal mio. Arrossisco, continuando a sostenere il suo sguardo. Fa per dire qualcosa, ma Carlotta e Nelson ci interrompono.
-Ragazzi, ma che fate sotto la pioggia.- Carlotta si affaccia dalla porta che dà sul giardino, mentre Nelson ci guarda in silenzio al di là della vetrata, con un sorrisino ironico. Alzo gli occhi al cielo, mettendomi seduta con ancora il braccio di Dario attorno al fianco.

-Ora entriamo.- Dario lancia un'occhiataccia a Carlotta, facendole segno di rientrare. Rido, girandomi a guardarlo -Sempre al momento giusto.- ride, per poi lasciarmi un bacio sulla guancia.
Mi alzo, controvoglia, e rientriamo in casa. Una volta dentro, vado in cucina e, ancora zuppa, preparo la colazione per tutti.
-Cosa facevate così vicini?- Carlotta salta alle mie spalle, spaventandomi. Mi porto una mano al cuore, girandomi verso di lei, che sorride colpevole e mi dà un bacio sulla guancia.
-Ma sei stupida?- metto il broncio, controllando di tanto in tanto il caffè -E comunque nulla, insomma non proprio nulla.- sorrido lievemente -Oh andiamo.- mi copro il viso con le mani e Carlotta mi abbraccia, ridendo.
-È qui la fes...oh, ho interrotto il momento sfogo?- Tonno, in costume, si ferma sotto la porta della cucina.
-Perchè mai hai il costume? E poi, no. Non hai interrotto nulla, o quasi.- sorrido, tornando a dare attenzione al caffè.
-Perchè abbiamo la piscina.- Tonno ride, ma cambia espressione quando guarda fuori dalla finestra -Ah.-
-Quindi oggi- inizio, andando in salotto con il vassoio pieno di cornetti e caffè -propongo di passare il giorno a poltrire. Anche se qualcuno- guardo Nelson -non avrà problemi ad adattarsi alla cosa.- rido, mandandogli un bacio volante. Gli altri acconsentono, per poi iniziare a fare colazione.

Io ne approfitto per andare a cambiarmi, così vado in camera e, dopo aver preso un pantaloncino nero ed una felpa bianca col cappuccio, vado a fare la doccia.
Alzo il volume della musica al massimo, facendo partire la mia playlist. Le note di "Vieni da me" de Le Vibrazioni inondano il bagno, mentre io canticchio sotto il getto di acqua calda.

Un'idea mi balena in mente, così faccio velocemente una coda alta e torno dagli altri.

Dario's POV

Sospiro, passandomi una mano sul viso per poi finire il caffè.
-Hei- Frank si siede accanto a me, con ancora il cornetto tra le mani -che hai?- dà un morso, sporcandosi tutto. Sorrido divertito, scuotendo la testa poco dopo.
-Non so più come comportarmi.- sussurro -Con Sophie, intendo.- la vedo tornare da noi, con indosso una felpa bianca ed un pantaloncino nero. I capelli li ha raccolti in una coda alta, un pò disordinata. Mi sorride, venendo verso di noi.
-Dario?- sorride -Verresti con me? È importante.- si tortura i capelli, guardandomi con i suoi occhioni color nocciola. Annuisco, alzandomi e seguendola fuori.

Camminiamo per qualche minuto in silenzio, riparandoci con un ombrello trovato per caso nell'appartamento. Arriviamo sotto un albero enorme, con una casetta in alto, nascosta tra le foglie.
-Eccoci.- Sophie inizia a salire sulla scala poggiata al tronco, facendo attenzione a non cadere ed io faccio lo stesso. Una volta arrivati su, entriamo all'interno della casetta, addobbata da una semplice coperta e qualche cuscino bianco con piccoli disegni grigi. In un angolo ci sono tanti libri ammassati, tutti rovinati ma che danno un tocco speciale all'ambiente.
-Wow- sussurro, per poi sedermi accanto a lei sulla coperta, di fronte alla grande finestra che dà sulla distesa di erba in cui siamo. Ed anche la pioggia fa la sua parte.

-Lo so.- sorride -Era il mio posto preferito da piccola, quando venivamo qui.- sospira, avvicinandosi di più a me. Le metto un braccio attorno alla spalla, stringendola ed aspirando a pieni polmoni il suo profumo: cocco.
-Non ci voleva la pioggia.- sospiro, e lei alza lo sguardo verso di me.
-Invece ci sta bene- mi guarda negli occhi -benissimo, anzi.- sorride lievemente. Ricambio il sorriso, avvicinando il viso al suo e facendo sfiorare i nostri nasi.

I nostri respiri si fondono, così come i nostri occhi. Le sfioro le labbra, sorridendo, per poi annullare la poca distanza tra noi.

È un bacio lento, dolce.

Le prendo il viso tra le mani, senza staccarmi da lei. Tutto attorno a noi si annulla, e ormai anche la pioggia sembra essere lontana anni luce.
-Dario, non...- Sophie si stacca, poggiando le mani sul mio petto. La guardo confuso, quasi deluso.
-Cosa, Soph? Non...?- la incito a continuare, allontanandomi di poco da lei ed incrociando le braccia, quasi come per difendermi da un qualcosa di ignoto.
Resta in silenzio e con lo sguardo basso si alza e scende dalla casetta, rischiando di farsi male. La seguo, con la rabbia che mi pizzica in gola.

-Puoi spiegarmi?- la fermo per un braccio, facendola girare verso di me. Ha gli occhi rossi, pieni di lacrime, ed un'espressione cupa in viso.
-Io...non posso.- sussurra, quasi il rumore della piogggia le sovrasta la voce.
-Non puoi? Cazzo Sophie, che razza di risposta è?- le urlo, sento il viso andare a fuoco -Mi fai impazzire, così. Vorresti dire che ho frainteso tutto? Tutto?- alzo ancora di più la voce. Lei indietreggia lievemente, mentre i suoi vestiti le si incollano addosso, zuppi di pioggia.
Mi passo una mano tra i capelli, tirandoli lievemente all'indietro. Incastro il mio sguardo al suo, aspettando una risposta.

-Sai cosa? Non hai frainteso un cazzo.- inizia, tirando su col naso -Semplicemente ho paura. Si, ho paura. Sono rimasta scottata fin troppe volte, e sai che l'ultima volta è stata la peggiore.- mi punta un dito contro, avvicinandosi -Io mi fido di te, Dario. Forse anche più di me stessa. Ma ho paura, paura di sbagliarmi. Faccio fatica a buttarmi in questa situazione, io che ho sempre rischiato.- mi guarda con gli occhi gonfi di lacrime.

-Non devi avere paura, non con me.- le prendo la mano -Sophie, ti prego. Lasciati andare, se mai dovessi cadere io sono qui, con te.-

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Salve a tutt*.
Come sono andate le vacanze?

Spero che il capitolo vi piaccia, anche se forse è fin troppo caotico e, a parer mio, un pò strano.
Come al solito aspetto commenti con  consigli o critiche costruttive.

Un bacio, flo.

Silky. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora