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Sono passate ormai tre settimane dall'accaduto. Ma il suo sorriso è ancora nitido nella mia testa.

Forse starò impazzendo, ma è stata l'unica cosa capace di farmi dimenticare del resto. Di Fabio, dei lividi e della denuncia che, finalmente, farò.

L'unica sensazione di malinconia arriva la sera, quando nel letto, da sola, mi ritrovo a pensare a ciò che ho passato in questi ultimi due anni. A come sia cambiato in poco tempo il suo comportamento nei miei confronti.

Non siamo mai stati quei tipi tutte coccole e bacini, ma ci amavamo in modo profondo. Diverso. Poi, qualcosa gli è scattato dentro, come una molla quando è stata tesa per troppo tempo.

E tutto è crollato irrimediabilmente.

-Soph, questi sono gli ultimi scatoloni.- Carlotta tira fuori dal cofano due scatoloni zeppi di libri. Sorrido e le tengo aperta la porta di casa, così da facilitarle l'ingresso.

Mi sorride di rimando ed entra in quella che sarà la mia nuova casa, accanto a quella dove andrà a vivere lei.

Saremmo potute andare a vivere insieme, ma sarebbe stato troppo difficile rispettare gli spazi di entrambe.

-Carlotta- la guardo, mentre si aggiusta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -Grazie, per tutto.- sorrido e l'abbraccio, cogliendola di sorpresa.

-Soph, io sono qui per te.- ricambia l'abbraccio, ma il suono di una notifica rovina il momento.
Carlotta prende il suo cellulare e sorride leggendo il messaggio arrivatole.

-È il tuo spasimante?- le do dei leggeri colpetti sulle braccia, prendendola in giro.
-Cretina- ridacchia -comunque si, è Cesare.- arrossisce e prende la borsa.

Ci salutiamo e, ancora una volta, resto da sola in casa.
Sospiro e mi siedo al centro della stanza, visto che il divano arriverà tra qualche giorno.

Accendo il computer e faccio partire la mia playlist di Spotify.
Chiudo gli occhi, beandomi delle note che si diffondono per casa.

Dopo aver passato quasi tutta la serata ad ascoltare Einaudi, mi preparo ed esco.

Passeggio tranquilla, con l'aria fresca di Giugno che soffia sulla mia pelle.

E mi rendo conto che la città è ancora più bella di notte.

Mi avvio verso il centro, che ormai è a pochi minuti di distanza, ed entro nel bar di Matilda. La trovo indaffarata tra i tavoli, ma col sorriso sulle labbra.

Mi siedo al bancone, sorridendo ad Alex, il barista notturno. Ordino un calice di vino rosso, gustandolo lentamente.
Di tanto in tanto mi guardo attorno, studiandomi i volti dei ragazzi all'interno del bar.

C'è chi si ama in segreto, con solo degli sguardi. Chi cerca conforto nell'altra persona. E chi, come me, si guarda intorno un pò spaesato, in cerca di qualcosa, o qualcuno, che lo salvi dai propri pensieri.

Sospiro, bevendo l'ultimo sorso del liquido rosso nel mio calice.

Dario's POV

La guardo da lontano, mentre tiene stretto tra le mani il calice, ormai vuoto. Nelson è accanto a me che continua a raccontare del suo ultimo concerto a Bologna col gruppo dei 'rovere'.

Annuisco in modo distratto, ma Nicolas se ne rende conto e mi sventola una mano davanti al viso.

-Terra chiama Dario. Sei ancora con noi umani?- ridacchia il moro, contagiando anche Tonno e Nelson.

Sorrido imbarazzato, grattandomi la nuca.
-Scusatemi, ma avevo la testa da un'altra parte.- gioco con il boccale di birra poggiato sul tavolo, ancora pieno.

Forse dovrei andare a parlarle, o semplicemente devo continuare a guardarla da lontano.
-Ma è la ragazza di cui mi parlasti?- ora il tono di voce di Nels è basso, annuisco e sorrido nervosamente.

Da quando c'è stato l'episodio, quella mattina, non l'ho più rivista.

-Sophie, è il suo nome.- tossicchio, bevendo un pò di birra. -È amica di Carlotta. La ragazza con cui esce Cesare.- continuo e poso, di nuovo, lo sguardo su di lei.

Mi nota e, dopo un pò di incertezza, mi saluta con un gesto della mano. Poi, torna a darmi le spalle.

Mi alzo senza pensarci due volte e mi avvicino a lei.

-Ehi ciao.- le sorrido, si gira verso di me e noto che i lividi sono quasi andati via.
-Ciao, Dario.- sorride di rimando, facendo segno ad Alex di preparare altri due calici di vino.

Sento lo sguardo dei miei amici infiammarmi la schiena, così decido di prendere i calici e portarla fuori dal locale, non prima di aver rassicurato Alex che gli avrei riportato i bicchieri intatti.

-Forse è meglio stare qui, no?- le sorrido, mettendomi a sedere sulle scale della piazza. Lei mi imita, restando ad una certa distanza.
-Già. Iniziavo a sentirmi oppressa lì dentro.- ridacchia, imbarazzata, spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Stiamo in silenzio per un pò. Ma non è uno di quei silenzi imbarazzanti, opprimenti quasi. È uno di quei silenzi piacevoli, colmo di pensieri.

Le sue guance sono arrossate a causa del vino, gli occhi lucidi mi scrutano silenziosamente.
-Perchè?- sussurra. La guardo confuso.
-Perchè cosa?- mi schiarisco la voce, girandomi completamente verso di lei.

-Perchè ti sei così interessato... beh a ciò che mi è capitato?- continua, prendendo un sorso di vino, ma senza staccare lo sguardo dal mio. -Insomma, non conoscevi neanche il mio nome.- ride amaramente.
-Sophie- mi raddrizzo - non lo so, sinceramente. Non mi è mai capitato.- sussurro, mordendomi il labbro nervosamente.

-Grazie, comunque.- mi sorride, tornando serena. Annuisco, cercando di mascherare il mio imbarazzo.

Restiamo lì ancora per un pò, gustando gli ultimi sorsi di vino. Di tanto in tanto il cellulare le suona, ma lo ignora completamente, cercando di non darlo a vedere.

Mi perdo ad osservare i suoi movimenti, incerti, mentre cerca di non far sfiorare le nostre braccia. La musica dei vari bar fa da sottofondo a tutta la situazione, ed i miei pensieri si confondono con essa.

Sophie's POV

-Dario, è ora di andare. Domani abbiamo appuntamento alle nove e sono le tre.- un ragazzo bassino si avvicina a noi, gesticolando verso Dario.

Lui annuisce e mi guarda dispiaciuto. Gli sorrido e mi alzo dalle scale, pulendo i jeans.
-Buona notte, Dario.- gli dò un bacio sulla guancia, sorrido all'amico e mi avvio verso il bar, per salutare Mat.

-Mat, ci vediamo domani.- lei mi sorride, stanca dal lavoro, e mi dà un bacio sulla fronte.
-Certo tesoro, ti aspetto. Vorrei parlarti.- sorride lievemente e torna a servire i clienti.
Saluto anche Alex e vado via.
Indosso le cuffie e cammino verso casa, svuotando la mente da ogni pensiero e concentrandomi solo sulla musica e sulla luce fioca dei lampioni che illuminano la strada deserta.

Ho una strana sensazione.
Un magone in gola che mi blocca il respiro. Mi guardo le spalle e, fortunatamente non c'è nessuno, così torno a prestare attenzione alla strada davanti a me.

Ma una sagoma blocca i miei passi, facendomi spaventare.

-...

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Ciao a tutt*. Non ho mai scritto un angolo autrice, quasi volutamente. Ho voluto dare spazio alla storia, prima che a me come ""scrittrice"". Ma colgo l'occasione per ringraziarvi del tempo che dedicate alla storia e per chiedervi di pazientare se l'andamento è quasi noioso, ma sono capitoli un pò di 'ingranaggio', come mi piace definirli.

Presto prenderà un ritmo più coinvolgente e spero che capiate perchè voglio che inizi con andamento lento tutta la storia.
Detto questo vi lascio una buona lettura, sperando continuiate a seguire "Silky".

Ps: accetto consigli, critiche (purchè costruttive) e commenti di qualsiasi genere (ovviamente inerenti alla storia).

Baci, flo.

Silky. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora