6.

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Sono ancora zuppa, dalla testa ai piedi, quando arrivo a casa. E Dario è ancora tra i miei pensieri, mentre faccio una doccia veloce ed aziono la lavatrice.

Neanche il suono di quest'aggeggio infernale è capace di sovrastare la sua voce profonda, mentre mi propone di andare con lui.
Prendo il cellulare e chiamo Carlotta, senza badare all'ora.

-Spero tu mi abbia svegliata per un motivo valido, tipo che la casa va a fuoco.- Carlotta risponde, con voce rauca. Rido, di gusto, sedendomi sul pavimento del bagno e poggiando la schiena al muro.

Mi guardo, attraverso lo specchio attaccato alla parete. Gli occhi sono rossi, a causa della stanchezza, e le guance sono lievemente colorate.
-Sono stata con Dario.- sussurro -Sui colli.- continuo, torturandomi il labbro inferiore.
-Tu cosa?- urla, attentando al mio udito -Ma sei impazzita? Mio dio, ma non lo conosci nemmeno. E se avesse provato a fare qualcosa? Eh?- continua, non dandomi il tempo di rispondere. Scuoto la testa, sbuffando.

-Carlotta, calmati un secondo, per favore.- alzo gli occhi al cielo, sentendola sbuffare a sua volta e parlottare in modo buffo. Sorrido, ricordando di quando, da piccole, faceva lo stesso mentre litigavamo per le bambole.

È sempre stata così, protettiva e fin troppo 'mamma' con me. Forse per il mio essere fragile, o semplicemente perchè siamo cresciute insieme.

Ma a me sta bene così.

-Soph, so che forse sono troppo precipitosa o pazza. Ma...- si blocca, tirando su col naso. Sento gli occhi pizzicare, sapendo a cosa, o meglio a chi sta alludendo. 

Fabio.

-C, io sono più spaventata di te. Ma non voglio che ciò che lui mi ha fatto mi condizioni in qualche modo.- sospiro - e poi Dario non è come lui.- affermo, non sapendo se per convincere lei o me stessa.
-Soph, stai attenta. Mh?- so che non è del tutto convinta, ed io anche ho difficoltà ad esserlo.
-C, non mi ci devo sposare.- rido, per sdrammatizzare -Ma te lo prometto.-

Guardo l'ora sul mio orologio e sgrano gli occhi. Sono le 7 del mattino ed io sono sveglia da più di 24 ore.

-Ora ho bisogno di un caffè e, visto che sei sveglia, lo prendiamo insieme. Da Matilda. Ho anche un appuntamento con lei, voleva parlarmi di qualcosa.- mi alzo, disattivando la lavatrice. Dò appuntamento a Carlotta e stacco, per poi indossare un pantalone della tuta nero, leggermente aderente, e una t-shirt bianca con il logo della Vans.

Lego i capelli in una treccia e cerco di rendermi presentabile mettendo del mascara e un lucidalabbra.
Sorrido, soddisfatta, guardandomi attraverso lo specchio.

Dopo aver aggiustato alcuni libri sugli scaffali in camera, prendo le chiavi di casa, il cellulare ed esco. Noto con grande piacere che Carlotta è già sotto casa, in auto. La saluto calorosamente e partiamo.

Nonostante il tragitto sia occupato dalla musica che inonda l'abitacolo dell'auto, la mia testa è altrove e l'unico suono che riesco a sentire sono le sue parole.

Allora scappiamo insieme.

E mi ritrovo a sperare di rivederlo, stamattina, al bar.

Dario's POV

-Sono un cretino.- mi passo una mano sul viso, poggiando il pranzo sul tavolo dello studio.
-Si lo sei, non è un segreto.- Nicolas ridacchia, posizionando la videocamera sul treppiedi. Nelson e Cesare lo seguono a ruota, iniziando ad urlare e fare versi strani. Li guardo scocciato, per poi mettermi a sedere.

-Mi sa che non è giornata.- sussurra Frank che, nonostante abbia le cuffie, segue la scena. Scuoto la testa e mi schiarisco la voce.
-No. Semplicemente sono troppo impulsivo, a volte.-
-Cos'hai combinato?- Nelson si siede accanto a me, strofinando le mani sulle cosce. Mi guarda curioso, mentre io cerco di mettere ordine nel mio cellulare.

Anche se l'ordine vorrei fosse nella mia testa.

-Nulla.- mento -Ho eliminato un file importante, perchè ritenevo non fosse perfetto.- guardo l'ora: le 8 e mezza. In un attimo sono, nuovamente, fuori lo studio. I ragazzi mi seguono, sconvolti dal mio improvviso scatto ed entrano, bene o male, in auto con me. Nelson ha il viso schiacciato contro il finestrino, con accanto Cesare e a seguire Nicolas, che ha metà coscia sul ginocchio di Tonno.

Frank se la ride, accanto a me, sotto protesta degli altri.

Non ascolto ciò che dicono, per la maggior parte sono domande come 'che ti prende?' o 'dove stiamo andando?'. E so perfettamente che sembrerò un pazzo in questo momento, ma non posso mancare al nostro appuntamento.

O meglio, al nostro accordo sugellato indirettamente. Sorrido nel ripensare a lei, ai suoi occhi stanchi e alle sue guance colorate leggermente di rosso.
In un attimo siamo in centro, parcheggio e mi catapulto nel bar.

E lei c'è.

Prendiamo posto in un tavolino non lontano dal suo ed ordiniamo. Sta parlando animatamente con la sua amica, Carlotta, ed in viso ha un'espressione serena.

-Dario.- Tonno richiama la mia attenzione -Ci puoi dire cos'hai? Sei strano.- ride, gesticolando. Scuoto la testa, riportando lo sguardo sui miei amici.
-Avevo fame- suona più come una domanda, ma poco importa.
-Bugiardo.- Cesare mi schernisce, per poi alzarsi ed avvicinarsi alle due ragazze. Saluta Sophie, stringendole la mano, e poi dà un bacio sulla guancia a Carlotta, che arrossisce.
Sophie posa il suo sguardo su di me e sorride, ma è quasi come se non si aspettasse di trovarmi lì.

Ricambio il sorriso e le faccio un cenno col capo, in segno di saluto. Sento il resto ridacchiare e li fulmino con lo sguardo. Cesare torna da noi, con accanto le due ragazze, e ce le presenta.

O meglio le presenta agli altri.
Mi perdo a guardarla e, cazzo, è bella anche semplicemente in tuta, con la treccia che le ricade sulla spalla.
Lei nota il mio sguardo insistente ed arrossisce, abbassando il viso.

Mi sta facendo impazzire.

Sophie's POV

Il suo sguardo brucia sulla mia pelle, ma è una sensazione piacevole.
Nonostante ciò, tengo lo sguardo basso, mentre il resto del gruppo parla animatamente.

Tutti tranne Dario.
Lui è come perso in chissà quale pensiero contorto, mentre gira e rigira tra le mani un ciondolo.

È un quadrifoglio, semplice e piccolo. Essenziale.

La suoneria del mio cellulare blocca tutta la conversazione e tutti, proprio tutti, si girano a guardarmi. Li guardo imbarazzata e mi alzo per rispondere.

È mia madre, che si lamenta del fatto che non mi sia fatta sentire per intere settimane e per la partenza improvvisa di Carlotta, con imminente trasferimento. Sospiro, dicendole che va tutto bene, o quasi, e che le spiegherò meglio quando sarò a Napoli per le vacanze ad Agosto.

Mi manca molto la mia città, la mia famiglia. Ma qui, a Bologna, è tutta un'altra storia. Avevo bisogno di cambiare e, nonostante il male che ho dovuto vivere, mi sento molto legata ad essa.

E poi qui c'è Dario, ormai.
Solo il nome mi trasmette serenità mista a malinconia. Perchè nonostante i sorrisi, Dario ha gli occhi malinconici. E questo è ciò che mi attira di più di lui.

La sua mente è qualcosa che mi piacerebbe visitare, ogni tanto. Sentire le sue emozioni sparate contro, come quando si gioca a paintball e vieni colpita senza preavviso.
È così che immagino siano i suoi pensieri, le sue paranoie.

-Merda, ma cosa cazzo mi sta combinando.- sussurro, approfittandone per accendere una delle mie fidate Winston Blue. Ma una leggera tosse mi fa spaventare, costringendomi a voltare lo sguardo verso l'entrata del bar.

Sgrano gli occhi, le parole mi muoiono in gola e la mia sigaretta è ormai schiacciata contro il suolo.

Un pò come me, in questo momento.

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Buonasera a tutte ragazze. So benissimo che è passato abbastanza tempo da quando ho pubblicato il capitolo precedente.

Ma ho avuto un momento di crisi ed ho cancellato un intero capitolo, perchè non mi convinceva. Sono pazza, lo so benissimo. Ma capita, no?🤣

Comunque spero vi piaccia il capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate e chi pensate sia arrivato a turbare così tanto la nostra Sophie.

Un bacione, flo.

Silky. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora