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스물 두

Yoongi, poverino, non poteva immaginarsi che in realtà Jimin stesse scherzando e semplicemente non rispondeva perché era andato a farsi una doccia.

Il ragazzo si trovava sotto le calde coperte del suo letto e si passava ripetutamente le mani sul volto. Gli sarebbe piaciuto davvero incontrare Jimin, ci aveva già pensato diverse volte, ma abitavano in due città diverse e Yoongi aveva un lavoro con dei turni da rispettare e poche ferie. In oltre non aveva ancora parlato di Jimin ai suoi amici e non sapeva come spiegare loro la sua assenza e poi da solo aveva troppa paura di incontrare il biondo.

Per quanto Yoongi sembrasse sicuro di sé e sempre con la risposta pronta per chat, dal vivo non era per niente così. Si trovava spesso a svalutare il suo aspetto fisico e a sentirsi in imbarazzo quando doveva interagire con le persone. Le uniche persone con cui era se stesso erano il suo migliore amico, Taehyung, che conosceva da quando era un marmocchio, e da un po' di tempo a quella parte, con il suo collega di lavoro Seokjin. Non che non avesse altri amici, ma le definiva solo conoscenze, e si ritrovava con loro solo quando andava per locali.

Si rigirò di nuovo tra le coperte, stava iniziando a sudare, ma non osava scoprirsi. Aveva la fissazione che per addormentarsi dovesse essere coperto, era un vizio che aveva da bambino, e anche se arrivava al punto di sciogliersi non osava spostare le coperte e lasciare un arto da fuori.
Voleva davvero che Jimin lo vedesse come più di un amico, inconsapevole che il biondino già lo facesse, e pensò che se quello era l'unico modo per essere qualcosa di più, l'avrebbe fatto davvero.
Prese il telefono che era sopra il suo addome e mandò un messaggio vocale nel gruppo con Taehyung e Seokjin.

— Ragazzi, devo parlavi. Dobbiamo fare una cosa.