Take the pills

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10 luglio, 11:53

Una, due e poi ancora tante altre, le pillole che prendeva erano decisamente troppe per i suoi gusti e non vedeva l'ora di andarsene da quel postaccio. Però lì c'era Felix, lì c'era una delle persone più importanti della sua vita, non avrebbe potuto lasciarlo solo nemmeno sotto tortura. 
"Alza il braccio sinistro" 
E così fece. 
"Stringi questa pallina di spugna"
E così fece.
Gli davano ordini e lui eseguiva, erano questi i controlli, erano questi gli esami che doveva fare ogni settimana. Era poi sottoposto a un prelievo di sangue ogni giorno che spesso e volentieri gli toglieva tutte le forze, lasciandolo tremante come una foglia nella sua stanza, al freddo, coperto solo da quel lenzuolo grigio e circondato da degli stupidi mobili che contenevano poco e niente.
"Abbiamo finito per oggi, il tuo corpo risponde bene a tutte le medicine e i tuoi globuli rossi funzionano alla perfezione come sempre. Ora vai alla mensa per mangiare e poi riposa come si deve"
"Sì" 
Si alzò dalla sedia su cui era rimasto seduto per un tempo interminabile e venne scortato da due guardie fino alla mensa, la quale era piena di persone. A quanto pare avevano portato ancora più gente in quel posto. 
Che posto è? Vi starete chiedendo. Ebbene è il posto peggiore che ci sia per alcuni, e il posto migliore del mondo per altri, dipende dai punti di vista. Un enorme laboratorio, con centinaia di stanze singole nelle quali alloggiavano delle persone che venivano sottoposte costantemente a esami ed esperimenti per chissà quale scopo. Alcuni dicevano che fosse per creare un esercito potentissimo, così da poter conquistare tutto il mondo, altri invece dicevano che i vari esperimenti erano attuati per testare dei medicinali e altri ancora pensavano che tutto stesse accadendo per salvare il mondo da una pestilenza. Qualunque fosse il motivo erano tutti intrappolati lì e non avevano via di fuga, una volta entrati non si usciva, questa era l'unica condizione per poter restare lì dentro. Chi era nato lì comunque, non aveva mai avuto scelta, sarebbe cresciuto e avrebbe vissuto lì dentro senza mai vedere davvero il mondo esterno, Changbin era una di queste persone.

"Changbin, ehi" Jisung si sedette davanti all'amico con in mano un panino e una sottospecie di collare al collo.
"Sei diventato il suo cagnolino alla fine?" Chiese Changbin facendo alzare gli occhi al cielo all'altro.
"Non dire stupidaggini, insomma non mi dispiacerebbe eh, ma sai com'è, c'è gente che ha la precedenza" Disse facendo una smorfia schifata guardando verso un altro ragazzo che era in compagnia del Capo. I due stavano ridendo beatamente e si stavano godendo un frappè tirato fuori da chissà dove.
"Uhh qualcuno è geloso?"
"Non sono geloso Bin, semplicemente non vedo l'ora di uscirmene da qui, e sai che se mi avvicino come si deve a lui potrò vedere il mondo esterno almeno una volta prima di schiattare" Diceva così, lo diceva sempre, ma sappiamo bene che ciò che pensava lui era tutt'altro.
"Si si dicono tutti così... ammettilo che il Capo non ti dispiace, insomma, non c'è nessuno che non si sia preso almeno una piccola cotta per lui da quando è a capo di tutta questa merda"
"Beh... come potrebbe dispiacermi? E poi tu non hai nemmeno idea del fisico che ha, sul serio, è da urlo, dovrebbero premiarlo per essere così perfetto"
"Lo farebbero se fosse effettivamente perfetto, devo ricordarti che è un vero e proprio tiranno?" Jisung sospirò guardando il Capo di tutta quell'organizzazione. Changbin non aveva torto, e lo sapeva bene, però il suo povero cuore non riusciva a tranquillizzarsi ogni volta che anche solo pensava a lui. 
"Lo so bene che lo è... tranquillo"

Non era facile dimenticarsi della cattiveria di Hwang Hyunjin, quell'uomo era a dir poco spietato alle volte ma Jisung, lui era un'eccezione, quel ragazzo lo trattava come se fosse fatto di cristallo, nessuno poteva toccarlo, era il suo preziosissimo Han Jisung, la persona nata da due degli esperimenti migliori di sua madre, non poteva lasciare che qualcuno lo rovinasse in alcun modo, doveva mantenerlo sano e forte fino alla fine. Per questo andava a fargli visita più spesso degli altri, per questo gli parlava più di quanto parlasse con gli altri e per questo lo baciava più spesso di quanto non avesse mai fatto con qualcun altro.
Ma Jisung non sapeva, lui non aveva idea di tutto ciò, pensava di essere speciale per Hyunjin, pensava che ci fosse qualcosa tra di loro; alla fine gran parte delle cose lì dentro non erano che una menzogna.


21-09 || [Changlix]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora