Merda!
- Che ne dice di farsi un giro insieme a quella sua macchina orribile? Le consiglio io il posto, non si preoccupi!- grido invano ad un taxista che ha pensato bene di giocare al campione di formula uno proprio nel momento in cui stavo attraversando.
Forse dovrei ringraziarlo, se mi avesse investito non dovrei morire d'ansia per colpa del mio ennesimo ritardo a lavoro... magari lo faccio tornare indietro...
-oggi mi licenzia, oggi mi licenzia, oggi mi licenzia...- continuo a blaterare cercando di pulirmi le scarpe dalla pioggia sullo zerbino davanti all'entrata.
Me lo sento.
Oggi mi licenzia.
-tutto a posto tesoro?- mi chiede una signora che viene spesso qui la mattina per leggere il giornale e gustarsi un biscotto al cioccolato, si, uno solo.
- Eh? Oh si, benissimo, tutto a meraviglia, lei?- chiedo sorridendo istericamente ma non aspetto che mi risponda perché sono già sul retro del bar per cambiarmi.
Mi soffoca con un bicchiere di bourbon e poi mi licenzia.
Velocemente mi infilo la mia divisa composta da una gonna blu elettrico al ginocchio e una camicia bianca con le maniche lunghe, ma proprio quando mi sto dirigendo verso il bancone cominciando ad esultare mentalmente per non essere stata beccata vengo fermata da una voce
-Thompson- tuona il signor Sanders.
Mi giro stampandomi un sorriso falsissimo in faccia sperando che per uccidermi almeno aspetti di entrare nel suo ufficio.
-Mi dica signor Sanders- se possibile forzo ancora di più il sorriso.
-Non è arrivata in ritardo anche oggi vero?- mi trucida con lo sguardo, sta cercando di commettere un omicidio con la forza del pensiero.
Sento già un polmone bucato.
Faccio un risolino nervoso e mi affretto a rispondere
-Chi, Io? Ma si figuri!- continuo a ridere e a guardarlo come una psicopatica, probabilmente mi è venuto anche un tic all'occhio destro.
Se non mi uccide mi spedisce dritta dritta da uno psichiatra.
-c-che cosa le fa pensare questa assurdità?- muovo una mano in aria istericamente cercando, con scarsi risultati, di sembrare convincente.
Maledizione! Avrei dovuto fare quel corso di teatro che mi aveva proposto mia madre quando avevo sette anni.
-Nel mio ufficio, immediatamente.- ordina.
Ah.
Che gran pezzo di m... di meraviglia, che gran pezzo di meraviglia...
-Subito!- strillo con voce acuta presa dal panico.
-Prima le ritardatarie, non vorrei rimanesse fuori ed entrasse fra qualche ora- ghigna maligno.
Ho cambiato i miei piani, sarò io a strozzarlo e a nascondere il suo cadavere.
-Certo.- esclamo incendiandolo con lo sguardo ma appena mi rendo conto che è lui ad avere il coltello dalla parte del manico cambio immediatamente espressione sorridendogli angelicamente.
- ti avevo già avvertita.- annuncia facendo capolino nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle.
Da quando siamo passati a darci del tu?
- si scusami, ma ho avuto un imprevisto- devo smetterla, in questo modo mi sto firmando il licenziamento.
- continua pure a darmi del lei- fa il mio stesso sorriso falso.
Magari continua anche tu a darmi del lei brutto energumeno.
-si, mi scusi.- abbasso lo sguardo.
Stupida me.
I miei neuroni si sono suicidati alla nascita.
- sarò diretto, posso trovare dipendenti che vogliano davvero questo lavoro. Lei è licenziata, mi dispiace, le auguro una buona giornata-
Rimango per qualche secondo ferma a guardarlo, senza sapere cosa dire, sperando che scendano degli uomini dal soffitto per dirmi che sono solamente vittima di un terribile scherzo, ma non succede niente del genere e sono costretta ad incassare il colpo.
buona giornata un cazzo.
Che faccia tosta.
Gliela tosto io la faccia.
- senta, la prego, io ho bisogno di questo lavoro, per favore, solo un'altra poss...- provo a giocare la carta della povera ragazza disperata, che è quello che sono, sperando di fargli pena ma vengo interrotta
- Fuori di qui. Troverà sicuramente qualcuno disposto a stare ai suoi... tempi- asserisce.
Lo fisso allibita.
-si, ha ragione, troverò sicuramente qualcuno in grado di apprezzarmi.- ribatto per poi alzarmi e tornare a cambiarmi.
Che stronzo.
Presa dalla disperazione tiro un calcio ad un cestino della spazzatura che si ribalta.
Col cazzo che pulisco;
Ci penserà chiunque verrà assunto al mio posto, qualcuno che vuole davvero questo lavoro.
Che a quanto pare non sono io.
Cosa ho fatto!
Faccio per uscire di corsa ma inciampo nella borsa che la stessa signora di prima ha lasciato per terra.
Santa madre, tutto ma non farmi cadere sul naso, è già brutto così
Per non so quale tipo di miracolo riesco a recuperare l'equilibrio e a non rompermi qualche osso
-oh, va già via?- mi sento chiedere dalla signora che, corrucciata, interrompe il mio cammino
-oh... eh...-
Una vocale Phoebe, ce la fai.
-emh...-
No, non ce la fai.
- m-mi sono licenziata- sorrido a trentadue denti sperando non capisca che mento
-come licenziata? Ma cara, non si trova lavoro al giorno d'oggi...- sembra preoccupata.
Vuole mica offrirmi la sua eredità?
Che pensiero penoso.
-no, non mi preoccupa questo- continuo a sorridere come una che ha assoluto bisogno di un esorcista e non credo nemmeno io a quello che ho detto, vorrei mettermi a piangere.
- ho...-
Hai cosa, genio?
- ho...-
Si, questo lo hai già detto.
- ho trovato un lavoro migliore!- esclamo dal nulla ad un tratto
- ah si? E dove?- sembra interessata.
Anche io vorrei sapere dove.
Signora, la prego, torni al suo biscotto.
Sorrido ancora
-in... emh... in... in un locale notturno!- annuncio convinta.
Convinta io convinti tutti.
- sulla spiaggia!- aggiungo, se devo mentire, meglio farlo bene.
- oh! Ma che cara ragazza! Fai bene, i giovani di oggi hanno bisogno di uscire di più! Sono sempre in casa davanti a quei maledetti aggeggi! Purtroppo però non potrò venirti a trovare, non ho più l'età per i locali notturni... Anche se, da giovane ero davvero una bomba in pista!- sorrido nuovamente, la gente comincerà a pensare che io abbia una paralisi alla faccia...
Stare: "attaccata a quei maledetti aggeggi" era ciò che facevo nel tempo libero, quando ancora avevo un lavoro.
-oh, guardi, si è fatto tardi! Meglio che vada! I...il lavoro mi attende- tiro l'ennesimo sorriso ed esco dal bar.
Gli occhi pizzicano.
Come farò adesso?
Sono ufficialmente nella merda.
STAI LEGGENDO
Maledizione al mio capo!
Romance- sai fare la pizza?- chiedo dal nulla. Alza lo sguardo dai documenti che tiene in mano e mi guarda perplesso - che?- perde un po' del suo atteggiamento formale - la pizza, sei italiano giusto?- riconosco finalmente il suo accento - si Phoebe, so...