- Guarda che c'è uno che ti cerca alla porta- sobbalzo non appena mio fratello entra in bagno
- la smetti di entrare in bagno quando ci sono io senza bussare?!- sbotto irritata
- no.- ribatte semplicemente
Adesso lo uccido.
- dov'è Kylie?- chiedo curiosa per cambiare argomento, stamattina non l'ho ancora sentita ridacchiare per cose che capisce solo lei
- sta dormendo- lo sguardo di mio fratello si addolcisce immediatamente.
- stavi dicendo?- chiedo passandomi un po' di blush sulle guance per non sembrare un cadavere
- che c'è uno che ti cerca alla porta - ribadisce
- e chi è?- domando stupidamente
- non pensi che se lo sapessi te lo avrei già detto?- alza un sopracciglio
Lascia a me il sarcasmo, non ti dona
- vai a scuola, Peter.- mi giro verso di lui fulminandolo con lo sguardo
- come se non ci fossi già andato abbastanza- borbotta uscendo dalla stanza.
Evito di rispondergli e finisco velocemente di prepararmi per poi andare alla porta
- chi è?- chiedo senza guardare la persona dall'altra parte, ho in mano il cellulare per chiamare un taxi ma non riesco a sbloccarlo.
- il tuo capo- ricevo in risposta da una voce caratterizzata da un forte accento italiano.
Alzo di scatto lo sguardo e mi soffoco con la saliva.
Quest'uomo sta cercando un modo per uccidermi.
- allora quello di spuntare a caso è proprio un vizio!- sbotto cercando di non fargli notare la mia agitazione.
Come sa dove abito?
Perché non ricordo di avergli dato questo tipo di dati quando mi ha assunta?
Pirla, ieri sera ti ha accompagnata lui a casa!
Si, ma sapeva la strada...
Ricordati per chi lavori
Giusto.
- gradirei non arrivassi in ritardo anche oggi, quindi sono venuto a prenderti visto che non hai la macchina- annuncia
- guarda che non c'è bisog...- provo a dire ma vengo interrotta
- muoviti.- ordina
Ah.
Ok.
- vado a prendere la borsa...- sibilo per poi dileguarmi.
- chi era quello?- spunta mio cugino facendomi sobbalzare.
Ti morisse il criceto
Evidentemente qui hanno il vizio di materializzarsi di fronte a me a sorpresa apposta per spaventarmi.
- il mio capo- rispondo atona continuando a cercare la mia borsa
- e come mai è qui?- continua con il suo interrogatorio
- lo sai tu?- chiedo sarcastica
- stai attenta-
Ma sono andati tutti fuori di testa ultimamente?
- perché mai dovrei stare attenta?- mi fermo dal fare quello che stavo facendo e pianto lo sguardo in quello di Levi
- il tuo capo non mi sembra un tipo troppo "a posto"- fa le virgolette con le mani.
Mi sa che qui sei tu quello non troppo a posto.
Evito di rispondergli, trovo finalmente la mia borsa ed esco da casa.Durante il tragitto stiamo in silenzio finché non arriviamo al parcheggio dove ieri avevo lasciato la macchina
- dov'è finita la mia auto?- scatto seduta dritta presa dal panico
- calmati- ribatte tranquillo
Calmarmi? È malato.
- è dal meccanico- spiega
- ma... mancava la benzina, non c'era bisogno di mandarla dal meccanico!- mi oppongo
- hai fuso il motore Phoebe- si gira verso di me trovando un mio sguardo terrorizzato, lui invece sembra ancora più tranquillo di prima
- e questo che significa?!- urlo ancora più spaventata
- ne capisci di meccanica?- chiede alzando un sopracciglio divertito
- Cosa? No!- alzo ancora la voce
- è una cosa costosa? Non posso aggiustarla, non mi paghi abbastanza!- continuo a blaterare ma mi blocco non appena vedo il suo sguardo accigliato
Accidenti!
- questo non vuol dire che io voglia un aumento, ma quella macchina non può restare dov'è adesso, non posso spendere soldi per ripararla! E poi come diavolo ho fatto a fondere il motor...-
- Phoebe calmati- ferma la macchina nel parcheggio e si gira verso di me
- respira- ordina e faccio come dice
- non ti preoccupare, non devi pagare niente- mi dice cercando di tranquillizzarmi
- cosa? No! Non vorrai mica pagare tu vero? Non voglio che mi paghi niente, sono stata io a fondere il motore, anche se non so come ho fatto... è la mia macchina, non pagare nulla, scala i soldi dallo stipendio piuttosto!- continuo a strillare presa dal panico
- Ehi- mi prende per una spalla
- tu non ti preoccupare-
Come diavolo dovrei fare a non preoccuparmi?!
Poi però la mia attenzione ricade sui suoi occhi, di nuovo.
Non è possibile che un paio di occhi sia così tanto magnetico.
Sono assolutamente gli occhi più belli che io abbia mai visto.
E su di lui? Sembra un'opera d'arte, i lineamenti definiti, rigidi, dovrebbero incutere timore, ma a me viene da ridere perché sto immaginando di usare la sua mascella come taglia carta.
Che romantica
-Phoebe?- mi richiama vedendo che mi sono bloccata
- Vorrei che tu non spendessi soldi per me.- ribadisco a bassa voce
- Dovevo scusarmi per ieri- fa spallucce
- ma lo avevi già fatto!- mi lamento
- touché.- fa un movimento con la mano e poi parcheggia l'auto.
- come va il dito?- mi sento domandare
- cosa?- rispondo confusa
Accendi il cervello Phoebe, non è difficile
- il dito, non ti sei tagliata ieri?- alza un sopracciglio
- ah... Sì, sta... sta bene direi- tiro su il dito osservando il cerotto.
Adesso anche io posso vantarmi, ho una ferita di guerra.
Ce l'hai al cervello la ferita di guerra.
- ringrazia Marlene per avermi aiutata, non ho avuto occasione di farlo per bene- sorrido al ricordo della signora
- sarà fatto- sorride lievemente.
Faccio un cenno con la testa ed esco dalla macchina diretta verso il palazzo per andare a mettermi la divisa.- ho bisogno del tuo aiuto.- mi sento dire mentre preparo un succo d'arancia.
Alzo lo sguardo e noto Christian intento a guardami
- si, dimmi- lo incito a parlare
- potresti venire nel mio ufficio, per favore?- sembra agitato
Mi vuole licenziare
- certo - acconsento allarmandomi leggermente.
Lascio lo strofinaccio sul bancone e dò la spremuta a chi me l'aveva chiesta, poi esco dal retro e mi ritrovo a fianco al mio capo.
La sabbia mi entra nelle scarpe e non riesco a trattenere una smorfia di fastidio.
- tutto a posto?- chiedo nervosa
- si, tutto a posto, però ora andiamo- si incammina verso l'edificio di vetro ed io lo seguo, oltre a non riuscire a mantenere il suo passo, scalcio in modo spastico ad ogni passo per cercare di liberarmi della sabbia.
Appena arrivati nel suo ufficio non fa il giro della scrivania come sempre ma rimane dal lato opposto
- siediti pure- lo guardo strano ma faccio come dice
- dunque, so che questo non sarebbe il tuo lavoro ma devo chiedertelo comunque- inizia a passarsi freneticamente la mano fra i capelli
Muovo le dita dei piedi cercando di non mettermi ad imprecare ad alta voce
- Christian, sicuro che sia tutto ok?- mi alzo in piedi ignorando il fastidio provocato dai granelli e mi avvicino leggermente
- si, tutto ok, semplicemente non sono abituato a fare quello che sto per fare...- si passa nuovamente la mano fra i capelli
Non è abituato a licenziare la gente?
Non si direbbe dato il numero di volte che ha minacciato di farlo con me
- mi devo preoccupare?- chiedo incerta
- no, no, stai tranquilla- alzo le spalle
- dimmi- lo incito
Che ansia
- allora, so che hai studiato architettura...- inizia
- come fai a saperlo?- chiedo subito
- non è una cosa rilevante, ma se ti interessa saperlo sono in possesso del tuo curriculum scolastico-
Cosa? Non mi ha mai chiesto di consegnargli un curriculum.
Stalker.
-scusa un attimo- lo blocco prima che possa dire altro
-come fai ad avere tutte queste informazioni su di me? Chi ti ha dato il mio curriculum?-
Mi sembrava strano che non mi avesse chiesto niente prima di assumermi.
-il tuo precedente capo mi ha fornito il tuo curriculum e, in ogni caso, mi piace conoscere bene i miei dipendenti e sapere con chi ho a che fare, ricordati per chi lavori-
Inquietante, davvero inquietante...
- vai avanti allora, ti ascolto- lo incito, tornando al precedente discorso quando vedo che non parla più
- ho bisogno del tuo aiuto per una cosa...-
STAI LEGGENDO
Maledizione al mio capo!
Romance- sai fare la pizza?- chiedo dal nulla. Alza lo sguardo dai documenti che tiene in mano e mi guarda perplesso - che?- perde un po' del suo atteggiamento formale - la pizza, sei italiano giusto?- riconosco finalmente il suo accento - si Phoebe, so...