Lancio il mascara contro allo specchio
-maledizione!- sbotto irritata osservando l'orribile riga nera che parte dall'occhio e finisce sulla guancia.
Il mascara si mette sulle ciglia, come diamine è finito sulla guancia?!
Prendo lo struccante e me ne butto praticamente mezza boccetta in faccia.
-brucia!- grido presa dal panico e appoggiando DOLCEMENTE, il flacone di struccante sul lavandino, ma, ovviamente, a causa della troppa dolcezza del mio gesto, finisce per terra.
Perderò un occhio.
Mi affretto a sciacquarmi il viso e cerco l'asciugamano che non trovo al solito posto.
Ad un certo punto sento che quello che cerco mi arriva magicamente fra le mani;
Bho.
-grazie- farfuglio senza sapere bene a chi mi sto rivolgendo.
Non pensavo che i fantasmi esistessero davvero
- sei forse impazzita?- mi sento dire e non appena recupero l'uso della vista metto a fuoco la figura che ho davanti
- eh?- metto per sbaglio un piede sul flacone, ancora sul pavimento e per poco non finisco con la faccia contro al lavandino.
- ti sembra il caso? Da quando ti improvvisi cantante alle otto del mattino?- mio fratello mi guarda come se fossi pazza, forse lo sono, ma di sicuro lui non è da meno, parlandoci chiaro, i geni sono quelli.
- cantante?- non capisco cosa mi stia dicendo
- la prossima volta che urli prima di mezzogiorno ti nascondo le lenti a contatto- ghigna.
Ora gli spacco la piastra in testa
-NO! Le lenti a contatto no!- con gli occhiali faccio ancora più schifo del solito
- vuoi scommettere?- mi porge la mano
- no, grazie, non ci tengo particolarmente- ritorno al mio mascara ma noto che la riga al posto di sparire si è allargata
- eh che cazzo però!- sbatto un piede a terra.
- ti consiglierei dei tranquillanti- borbotta.
Mi giro verso di lui e credo di sembrare una pazza, come sempre del resto
- se non esci da questo bagno immediatamente dico alla zia del tuo ultimo voto.- e ora chi ha il coltello dalla parte del manico?
- si, si, subito- sorride innocentemente ed esce dalla stanza.
Finalmente.
Riprendo lo struccante e, stavolta aiutandomi con un dischetto di cotone, rimuovo il trucco sulla guancia.
Osservo il mio mascara:
- se hai intenzione di truccare tutto tranne che le ciglia puoi startene anche a marcire nel mobiletto, se invece hai intenzione di collaborare possiamo trovare un compromesso!- sbotto.
Sto parlando ad un mascara, abbattetemi.
Una volta riuscita ad ottenere un risultato perlomeno decente mi dirigo in cucina dove svuoto il mobile con i biscotti.
- vado a lavoro!- annuncio con la bocca piena
-hai un lavoro?- spunta dal nulla mio cugino seguito da mia nipote che saltella spensierata, beata lei.
- spiritoso- ribatto facendogli la linguaccia, alza gli occhi al cielo e ridacchia
- pregherò per te- ghigna
-pensa agli affari tuoi Levi, e dì a Peter di non toccare le mie lenti a contatto- esco dalla stanza dopo aver schioccato un bacio sulla guancia a Kylie.
-ciao a tutti!- urlo prima di chiudermi la porta alle spalle.
Sarà una lunga giornata.- sei in ritardo.- sobbalzo non appena una voce tuona dietro di me.
Faccio un saltello sul posto per lo spavento
- ma sei impazz...- scuoto la testa
- emh... volevo dire... n- non è vero...- affermo poco convinta voltandomi verso di lui
- tu dici? Dovevi essere qui cinque minuti fa.- mi fa notare stampandosi un sorrisetto beffardo in faccia.
Tiro su il polso non trovando l'orologio, sono un disastro.
- non sapevo esistesse un modello invisibile- accenna un altro sorrisetto incrociando le braccia al petto, riferendosi al mio orologio, quello che ho dimenticato a casa.
No caro, non esiste, come il tuo cervello.
- in ogni caso non potrei permettermelo, quindi direi che me lo sono dimenticata.- chiarisco
- se non puoi permettertelo forse è a causa dei tuoi continui ritardi- si avvicina.
Torna indietro o ti spacco qualcosa in testa.
Questo non doveva dirlo.
Che qualcuno mi trattenga dal commettere un omicidio il primo giorno di lavoro.
- o forse è per cose più serie di cui non dovrebbe fregarti nulla.- sputo acida mandando a farsi benedire i miei propositi di restare calma.
- avevo detto di tornare a darmi del lei o ricordo male?- menomale che non si è arrabbiato troppo
- si signore, vado a cambiarmi- tiro un sorriso falso che faccio durare appositamente pochi secondi
- ah, e, Phoebe?- mi blocca dal mio cammino verso l'edificio dove si trova l'ufficio in cui sono stata ieri
- cosa?- mi giro lentamente
- domani l'arroganza lasciala a casa- annuncia per poi andarsene.
Questo almeno vuol dire che ci sarà un "domani"
- se riesci a non farti licenziare entro stasera...- lo sento aggiungere.
Dovrei smetterla di pensare, mi lancio la sfiga addosso.
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Maledizione al mio capo!
Romance- sai fare la pizza?- chiedo dal nulla. Alza lo sguardo dai documenti che tiene in mano e mi guarda perplesso - che?- perde un po' del suo atteggiamento formale - la pizza, sei italiano giusto?- riconosco finalmente il suo accento - si Phoebe, so...