Prologo - (Revisionato)

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Los Angeles, qualche mese prima...



"Mi scusi se la disturbo, carissimo professor Hunt... posso parlarle un momento?"

"Signor Wilson... qual buon vento la porta qui? Ma soprattutto, a cosa devo la sua immotivata cortesia?" domandò Hunt, alquanto sbigottito dalla sua visita.

Wilson sorrise tacitamente e chiuse con garbo la porta del suo ufficio, poi coinvolse i propri occhi sornioni e lo guardò attentamente.

"Temo sia vento di burrasca quello che mi conduce qui, davanti al suo cospetto."

"La ascolto."

L'uomo posò il cappello di feltro sulla scrivania del collega con un gesto sin troppo solenne.

"Ebbene, glielo dirò senza mezzi termini. So tutto", ghignò poi, senza aggiungere altro.

Hunt strabuzzò gli occhi e serrò involontariamente la mascella.

"Tutto cosa? Cosa diavolo significa? Mi sta forse prendendo in giro?"

"Direi piuttosto il contrario", ribatté Wilson, fregandosi le mani in preda all'eccitazione. "In realtà, credo che la Hollywood U necessiti delle spiegazioni alquanto dettagliate da parte sua."

"Quale genere di spiegazioni dovrei fornirle? Se mi è lecito domandarlo a vossignoria, s'intende", rispose Thomas, con aria di sfida.

Jack gli si avvicinò. Il suo sguardo era di fuoco.

"Non sia così spavaldo, mio caro Hunt. E sarà meglio che lei, a partire da questo momento, faccia tutto quello che le ordinerò di fare. Altrimenti..."

"Altrimenti cosa?"

"Sa benissimo cosa intendo dire... sarà meglio che lei obbedisca al mio volere, se non vuole che io renda pubblica la sua scandalosa relazione con Jane McMiller."

A quelle parole, Hunt trasalì. Come diavolo aveva fatto Wilson a sapere di lui e Jane? All'università, i due non si erano scambiati neppure un semplice bacio. Niente di niente. Poi, però, la sua mente ripercorse il momento nel quale aveva abbracciato la sua studentessa all'interno del suo ufficio e a quel bacio appassionato che si erano scambiati quando avevano chiarito ogni cosa. Che Wilson avesse dunque posizionato delle microspie nel suo studio e ne fosse venuto a conoscenza? In quel preciso momento, un turbinio di emozioni negative prese pieno possesso di lui. Quell'unica imprudenza che lui e Jane avevano commesso avrebbe potuto costar loro molto cara. Malgrado il profondo senso di agitazione che lo stava investendo in quell'istante, Thomas non si lasciò comunque prendere dal panico. Con la freddezza che sempre aveva contraddistinto la sua persona, tentò infatti di rispondere a Wilson nella maniera più naturale possibile.

Ma l'uomo non glielo permise.

"Immagino a cosa stia pensando..." continuò lui, ormai convinto di averlo in pugno. "Che io non possiedo delle prove concrete che lo attestino. Ma molto spesso, è lo sguardo a parlare. Ed è palese ed estremamente tangibile la vostra intesa. Inoltre, quando sono venuto a casa sua quella mattina... si ricorda? L'avevo avvertita che ben presto avrei trovato queste fantomatiche prove che ora, mi spiace dirglielo, sono a tutti gli effetti nelle mie mani."

"Sta dicendo una montagna di assurdità", si limitò a dire Thomas, sempre più sbigottito dalle sue parole.

"Neghi finché vuole, se questo la fa sentire meglio. La realtà dei fatti non cambia. Lei e la signorina Jane siete implicati in un affare amoroso alquanto..."

"Non dica altro, signor..."

"E lei non mi interrompa. È del tutto inutile che lei continui a negarlo. L'altro giorno... l'ho vista in strani atteggiamenti con la signorina McMiller... e dalla mia parte ho persino dei validi testimoni che possono confermare la mia versione dei fatti."

"E chi sarebbero questi fantomatici testimoni?"

"Gli studenti del suo corso."

Thomas soffocò una sonora risata.

"Aspetti un momento, vorrebbe farmi credere che adesso lei si fida ciecamente degli studenti della Hollywood U? Lei, che li ha sempre disprezzati e osteggiati nel loro percorso formativo, vorrebbe..."

"Nella vita si può sempre cambiare idea, mio caro Hunt, e lei lo sa meglio di me. Dubito fortemente che desiderasse intraprendere una pericolosa avventura con la sua studentessa ma, a quanto pare, è quel che è successo."

In quel momento, Hunt dovette fare appello a tutta la sua forza interiore affinché non perdesse la calma e non si avventasse su Wilson colpendolo in piena faccia. Se lo avesse fatto, avrebbe senz'altro passato dei guai seri.

"Cos'è, non ha niente da dirmi adesso? Il Thomas Hunt di qualche anno fa non avrebbe esitato un solo istante a rifilarmi un pugno sbattendomi contro un muro."

"Ha detto bene", rispose lui, cercando di contenersi e di non dare adito alla sua provocazione. "Non sono più quell'uomo."

Il regista sorrise con aria compiaciuta.

"Beh, in tal caso, me ne rallegro... Eh, quante cose non conosce di lei quella Jane McMiller!" esclamò poi il regista con aria perfida. "Se solo sapesse che..."

"Non si azzardi neppure a nominarla. I dissapori vigenti tra noi due non riguardano quella studentessa."

"Oh, invece la questione la riguarda eccome, visto che tra lei e 'quella studentessa' vige una relazione molto stretta... se così si può definire, ovviamente."

"Le ribadisco che non è così. Tutto quello che ho fatto è stato aiutarla a superare un momento molto difficile della sua vita. Non è accaduto altro."

"Wow, ammetto di essermi commosso di fronte a cotanta umanità", ribatté Wilson con ironia. "Avanti, non mi faccia ridere, professor Hunt. Dica a tutto il mondo la verità. Se non ha alcuna paura delle conseguenze e non teme giudizi di sorta, riveli a tutto il mondo il suo sporco segreto."


Giammai, pensò Hunt. Era impossibile che quell'uomo conoscesse la relazione sentimentale esistente tra lui e Jane. No, non poteva saperlo. Doveva senz'altro trattarsi di una trappola architettata da lui e Stone. Ma ora, come sarebbe potuto uscirne indenne?


"Anzi, adesso che ci penso", riprese l'altro, "ho un'idea migliore. Indubbiamente, il fatto che lei continui a negare l'evidenza già costituisce ai miei occhi una prova schiacciante a favore della mia tesi, ma questo non mi basta. Avrei intenzione di farle una proposta che forse potrà porre fine ai nostri screzi. Vuole sapere di cosa si tratta?"

Per la prima volta in vita sua, Thomas non seppe cosa rispondere. D'altro canto, qualsiasi risposta avesse fornito, Wilson avrebbe senz'altro potuto utilizzarla contro di lui. Quell'uomo senza scrupoli avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riprendersi la sua rivincita.

"Prenderò il suo silenzio come un sì. Dunque... qualche giorno fa sono venuto a conoscenza del fatto che la signorina McMiller, nei mesi precedenti, ha collaborato insieme a lei al successo del film 'Ricominciare'; e credo che lei possa ben immaginare da quale fonte ho reperito tale informazione malgrado io, s'intende, lo sospettassi da tempo."

In quell'istante, Thomas maledisse con tutto se stesso quella Beverly e provò intenso disgusto per quell'attrice con la quale aveva lavorato sul set per quasi cinque mesi. Come aveva osato scegliere quella sottospecie di donna per ricoprire il ruolo di protagonista assoluta del suo film? Era forse questa la ricompensa che si era meritato di ricevere a seguito di quella generosa offerta che l'aveva resa ancora più celebre di quanto non fosse in realtà? A quanto pare, quel farabutto che aveva dinanzi non stava affatto bleffando.

Il signor Wilson prese a girovagare per la stanza, pregustando con trepidazione la sua vittoria.

"Tornando a noi... la mia richiesta è molto semplice. Voglio che lei mi ceda parte dei diritti del suo film."

"Lei cosa?"

"Ha capito benissimo. Pretendo che lei tagli fuori quella Jane McMiller dai numerosi riconoscimenti che ha ottenuto il suo film. Non importa se la ragazza non ha ricevuto ufficialmente un premio per la sua fruttuosa collaborazione, dato che lei si è prodigato con tutte le forze affinché rimanesse un segreto. Voglio soltanto quello che mi spetta."

"Lei non ha alcun diritto di reclamare ciò che non le spetta!" sentenziò Thomas, verde di rabbia. "Il mio film è proprietà esclusiva della troupe con la quale ho lavorato. Lei non c'entra niente."

L'altro arricciò le labbra.

"Ne è davvero sicuro? Non so se le conviene mantenere questo atteggiamento astioso nei miei confronti, caro Hunt. Ci rifletta bene, potrebbe essere la sua unica ancora di salvezza. Altrimenti..."

"Altrimenti... cosa?"

L'uomo estrasse dalla tasca della sua giacca una piccola busta, probabilmente contenente delle fotografie compromettenti.

"A lei la scelta. Sa benissimo cosa intendo dire con 'altrimenti'."

Ritrovarsi - L'Alunna e Il ProfessoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora