"Davvero lo hai lasciato?"
Quella 'scomoda' domanda riecheggiò nelle sue orecchie come un tuono inatteso scatenatosi nel bel mezzo di un burrascoso temporale. Lei e Thomas avevano appena fatto l'amore e giacevano ancora nudi sul pavimento dell'ufficio, scrutando in silenzio il bianco soffitto. L'uomo la guardò di sottecchi e le sfiorò la spalla, per poi stringerle la mano con decisione: pretendeva una risposta chiara e precisa da lei. Jane si voltò verso di lui e ricambiò la sua stretta. Per la prima volta dopo tanto tempo, si ritrovarono occhi negli occhi dopo essersi abbandonati a un momento di forte intimità e Jane stentava ancora a credere che quel desiderio proibito si fosse realizzato. In effetti, la ragazza aveva ceduto ai propri sentimenti perché aveva compreso che resistere a quell'uomo sarebbe stato semplicemente inutile e in quel momento, doveva assicurargli che quanto avevano appena vissuto non era stata affatto una squallida avventura di una notte.
"Te l'ho detto prima, non ci sono andata a letto", rispose lei, con estrema serietà. "Ho lasciato Mike ieri pomeriggio, dopo quanto successo tra noi due in laboratorio. Lui è venuto a trovarmi e io gli ho raccontato tutta la verità."
"Quale verità?" domandò l'uomo, visibilmente sollevato dalla sua risposta.
Jane tornò a scrutare il soffitto e si accoccolò sulla sua spalla, nel frattempo che si apprestava a ripercorrere quel momento...
"Cosa c'è Jane, non sei felice di vedermi?" le domandò non appena giunse nel suo nuovo dormitorio, avvicinandosi per darle un bacio.
La ragazza si scostò da lui.
"Mike... Certo che sono contenta di vederti, ma..."
"Ma cosa?" replicò lui, assai confuso dalla sua strana attitudine. "È forse successo qualcosa in questi ultimi giorni?"
"No Mike, affatto..." rispose lei, cercando di elaborare un discorso delicato per non ferirlo. "Non si tratta di questo..."
"Di cosa, allora?" ribatté il ragazzo, di colpo spazientito dalla sua titubanza. "Il fatto che tu non voglia darmi un bacio mi fa sospettare che la cosa riguardi me... Non mi sbaglio, vero?"
Jane lo guardò negli occhi e in quel momento pensò a quanto Mike fosse stato perspicace nell'indovinare lo scomodo argomento di cui avrebbe dovuto parlargli.
"Esatto", rispose lei, tutto d'un fiato. "La questione riguarda te, anzi... noi due."
Il ragazzo sbuffò impercettibilmente.
"Ti ascolto. Anche se credo di conoscere già l'argomento del quale vuoi parlarmi. Sei innamorata di un altro, non è così?"
"Come... come hai fatto a..."
"Come ho fatto a saperlo? Non sono uno stupido. So benissimo che sei innamorata del professor Hunt. E so benissimo che tu non hai mai smesso di amarlo."
A quelle parole, Jane rimase letteralmente pietrificata. Il suo sguardo tradiva così profondamente il fatto che fosse ancora innamorata di Thomas?
"Questa estate", continuò Mike, cercando di mantenere la calma, "poco prima che ci mettessimo insieme, ho capito dalle tue confidenze che la persona che dicevi di amare ti aveva lasciato per il tuo bene. Ho ricostruito l'intera vicenda attraverso il tuo racconto che, seppur scarno nei dettagli, tradiva una malinconia eccessiva ogni qualvolta io nominavo il professor Hunt per testare la tua reazione. Avevo compreso i tuoi sentimenti già da molto tempo, precisamente da quando iniziò la première del film 'Ricominciare' e io ti chiesi di uscire con me. Ma quando Hunt ci ha visti insieme, la tua espressione è cambiata radicalmente. Sembrava avessi visto il sole, benché nessun sorriso di sorta fosse comparso sul tuo volto. Ma quando mi hai lasciato la mano nel momento esatto in cui vi siete guardati negli occhi, il tutto mi è apparso fin troppo chiaro e ho finalmente avuto la conferma ai miei sospetti."
"Mike, io..."
"Lasciami finire, ti prego. So che sei ancora innamorata di lui, ma devi stare tranquilla. Non ti metterò nei guai e non voglio affatto sapere se il professore ricambia ancora i tuoi sentimenti. Non potrei sopportarlo", aggiunse infine, cercando di mascherare in tutti i modi la delusione e il dolore che stava provando. "A ogni modo, sappi che ci tengo a te. E probabilmente, sarà così per sempre."
A quelle parole, la ragazza gli prese la mano e gliela strinse.
"Oh, Mike... mi dispiace tanto, davvero. So che avrei dovuto dirtelo prima, ma volevo voltare pagina o perlomeno provarci. Tu sei un ragazzo meraviglioso, ma non posso farci niente... non riesco proprio a dimenticarlo."
"Sta' tranquilla, in parte lo capisco", replicò il castano, scostandosi da lei. "Ti auguro ogni bene, Jane. Ci si vede in giro", le disse poi, regalandole un triste sorriso e scomparendo immediatamente dalla sua vista.
"Lui sa di noi due? Dici sul serio?" replicò Thomas, riportandola del tutto alla realtà.
"È un così grande problema per te?" ribatté la ragazza in tono duro, alzandosi dal pavimento alla ricerca dei propri vestiti.
L'uomo si alzò insieme a lei e la raggiunse, posando con fermezza entrambe le mani sulle spalle della ragazza per impedirle di andarsene. Per quanto quella situazione fosse inappropriata, non avrebbe voluto allontanarsi da lei per niente al mondo e, senza pensarci due volte, si fiondò sul suo collo, assaporandone con ardore l'essenza per poi gustarla attraverso un languido bacio. La sua Jane gli appariva semplicemente irresistibile: i suoi capelli setosi e ribelli testimoniavano tutta la passione di cui poco prima erano stati testimoni e il suo corpo meraviglioso rappresentava la reliquia più preziosa che potesse saggiare con le proprie mani, per non parlare dei suoi occhi azzurri, nei quali egli avrebbe voluto perdersi per altre mille notti ancora.
Jane, dal canto suo, cercò di lasciarsi andare alle sue attenzioni ma, pochi secondi dopo, si ritrasse dal suo timido e confortante abbraccio.
Sulla prima, Thomas si domandò per quale motivo lo avesse fatto. E non appena la guardò nuovamente negli occhi, in lui si fece strada la risposta. La giovane aveva paura di soffrire ancora, ma non solo. La sua dolce ex-studentessa provava la triste paura che la promessa di tornare finalmente insieme non sarebbe stato altro che un qualcosa di temporaneo che, presto o tardi, li avrebbe condotti ancora una volta alla deriva. Con sentito rammarico, l'uomo pensò a quanto avesse sbagliato a non regalare a Jane una certezza, nonostante le difficoltà concernenti il loro rapporto amoroso. In quell'istante, però, era alquanto necessario che lui le regalasse tale certezza.
La certezza di provare per lei un sentimento vero, autentico, spontaneo e sincero.
"Jane, aspetta un momento... Qualcosa non va?" le domandò, accarezzandole con garbo le spalle.
"Sì, Thomas", rispose lei, scrutando a fondo i suoi occhi marroni. "Non potrei sopportare di soffrire un'altra volta. Di baciarti ancora sapendo che domani, forse, dovremmo agire come se nulla fosse accaduto. Non riuscirei più a reprimere i miei sentimenti per te."
Thomas comprese perfettamente il suo stato d'animo, ma non le rispose con le parole. Si limitò a parlarle attraverso i suoi occhi scuri, ora rischiarati dalla sua presenza. Lo sguardo che egli le rivolse, fu per Jane facilmente interpretabile. Sembrava proprio che Thomas la stesse implorando di farlo sentire il suo re, e non soltanto in quell'occasione. Ben presto, la mano di Thomas cercò la sua e la ragazza, sebbene provasse un certo timore, non la ritrasse. Con lui aveva vissuto un momento di pura passione, ma questo non le aveva impedito di chiedersi come sarebbe terminata quella serata.
"È tutto ok?" riprese poi, aspettando pazientemente la sua risposta.
Jane deglutì e le parole sembrarono morirle in gola. Poi, però, si armò di coraggio e lo guardò dritto negli occhi, scontrandosi con la sua espressione dolce e speranzosa.
"Credevo che dopo la nostra separazione non mi avresti mai più guardata come una donna e che avresti fatto di tutto per agire secondo le regole, e invece..."
"Invece non ho potuto fare a meno di obbedire alle leggi del cuore, questa volta", rispose prontamente l'uomo, avvolgendola in un caldo abbraccio.
"Qualcuno avrebbe potuto scoprirti..." replicò lei, ricambiando con dolcezza il suo slancio.
"Dovevo rischiare", asserì Thomas, che sorrise impercettibilmente alla sua constatazione.
"Rischiare che qualcuno potesse vederti completamente nudo dinanzi alla tua tirocinante?" ribatté lei, abbandonandosi finalmente a un sorriso sincero.
L'uomo scoppiò in una breve risata.
"Temevi forse in uno 'spettacolo' mal riuscito?"
Jane alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.
"Fossi in te non ci scherzerei tanto."
Thomas le sfiorò la guancia e riprese il suo discorso.
"Non andare via, ti prego. Ho ancora bisogno di te. Non volevo e non voglio farti soffrire... mai più. Baciami, Jane. Ti prego. Baciami come se non ci fosse un domani, come se io e soltanto io possa essere l'unico uomo a godere di un tale privilegio. So di essere stato un codardo in passato, so perfettamente di..."
Jane non gli diede nemmeno il tempo di terminare quel monologo e si gettò a capofitto sulle sue labbra. Ed ecco che i due ricominciarono a baciarsi appassionatamente e i loro corpi si riaccesero. Con gran felicità, Hunt la strinse forte a sé, quasi temesse che la ragazza potesse sparire da un momento all'altro. In quel momento, Thomas si sentì come un adolescente ai primi appuntamenti.
Si sentiva felice e spensierato ma, soprattutto, terribilmente innamorato.
Le mani della ragazza, invece, vagarono lungo la possente schiena di Hunt: quella schiena che l'aveva sempre sostenuta, in qualche modo, nei momenti più difficili della sua vita. È vero, non stavano insieme, eppure sembrava che ci fossero l'uno per l'altra quando si trattava di risolvere problematiche di qualsiasi natura. D'un tratto, però, Jane si irrigidì nuovamente e quelle agghiaccianti paure ripresero possesso della sua mente. Ciò la spinse a interrompere nell'immediato il bacio, ma Thomas ebbe modo di rassicurarla. Accarezzò le sue labbra con il pollice e ne tracciò il contorno: la loro morbidezza si poteva davvero toccare con mano.
"Jane..." sussurrò l'uomo, a pochi centimetri dal suo viso. "Resta con me... Ti prego."
"Qui in ufficio?" domandò lei, con gli occhi lucidi.
"Sì. Voglio rimanere barricato qui dentro, su queste quattro mura, fino a domattina... purché tu stia con me. Questa sera non ho alcuna intenzione di tornare a casa. Voglio trascorrere tutta la nottata inchiodato qui, inchiodato a te. E non mi dirai di no."
Il suo tono perentorio contrastava coi suoi occhi scuri carichi di una fervente speranza; una speranza e un desiderio senza precedenti. Jane lo osservò e lo trovò semplicemente splendido. La fronte imperlata di sudore, il suo respiro irregolare e il suo fisico slanciato. E poi le sue calde e grandi mani, che la tenevano saldamente per i fianchi. Sarebbe stato tutto suo. Per un'intera notte e, forse, anche di più. Thomas, dal canto suo, si stancò di aspettare una risposta e azzerò di nuovo le distanze avventandosi su di lei, baciandola con una dolcezza tale da toglierle il fiato. Colto da una smania improvvisa, il professore prese a trascinarla per la stanza, quasi cercasse un punto d'appoggio in cui potessero scambiarsi delle tenerezze con maggior tranquillità. A tentoni, raggiunse il divano.
Il tardo pomeriggio aveva ormai lasciato spazio alla notte e la candelina che illuminava a malapena la stanza non avrebbe permesso a nessun altro di capire che Thomas aveva appena gettato la sua maschera di uomo pragmatico per trasformarsi in un uomo completamente ammaliato dalla 'sua' donna. La ragazza, dal canto suo, preferì di colpo quell'atmosfera per evitare di osservare nel volto di Hunt un possibile senso di rimorso per ciò che i due stavano facendo, sebbene Jane notasse ogni singolo particolare del suo sguardo che, tra l'altro, tradiva una felicità senza eguali.
I due seguitarono a baciarsi, quasi senza respiro. Era passato troppo tempo da quando si erano scambiati dolci e intimi gesti accompagnati da altrettante parole colme di profondi sentimenti. Non vi era alcun dubbio: stare lontani l'uno dall'altra aveva alimentato il loro amore con maggiore intensità.
I due continuavano a cercarsi e le loro labbra, congiunte alle loro mani che continuavano a sfiorare insaziabilmente il corpo del partner, non facevano altro che confermarlo.
"Perché mi guardi così?" domandò Hunt dopo qualche minuto, col fiato corto.
Jane nascose, a stento, un sorriso.
"Perché quando mi stringi a te in questo modo, mi sento davvero speciale. Ed è così che vorrei sempre sentirmi."
"Lo sei, Jane. Sei una ragazza davvero speciale", confermò lui, sorridendole con gioia.
"Mai quanto te", dichiarò lei, baciandolo nuovamente.
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Ritrovarsi - L'Alunna e Il Professore
Romance[COMPLETA] Sono passati alcuni mesi da quando Thomas Hunt ha lasciato la città di Los Angeles per recarsi alla volta di San Francisco. Jane McMiller, nel frattempo, dopo aver trascorso le vacanze estive a Oxford, la sua città natale, è tornata alla...