Anno Domini 2019. Azraphel e Crowley se ne stavano seduti ad un tavolino situato in Tottenham Court Road, davanti a una finta boulangerie francese che aveva tutta l'aria di essere gestita da pakistani, come ormai gran parte delle attività londinesi. Non era il genere di posto dove ti saresti aspettato di incontrarli.
L'angelo sfoggiava un elegante completo chiaro, con tanto di orologio da taschino - più per estetica che per un'effettiva necessità - e il demone semplici abiti scuri che, probabilmente, costavano più dell'affitto di un monolocale in centro. Erano completamente fuori luogo e sorseggiavano un bicchiere di vino della casa che, magicamente, si era tramutato in un pregiato Sauvignon nel momento esatto in cui aveva toccato i loro bicchieri.
Era stato Azraphel a suggerire un luogo tanto ordinario.
- Ah, la Terra, - stava dicendo, con la stessa soddisfazione di un mortale che, lasciato lo stretto cubicolo dell'ufficio, era appena approdato su una spiaggia alle Maldive, - Croce e delizia di noialtri, come disse un italiano. Non mi abituerò mai alla sensazione di aver scampato l'Apocalisse, credo.
Crowley gli rispose con un sorriso sghembo.
- Forse ti abitueresti meglio se smettessi di essere sempre così coscenzioso.
L'angelo si strinse nelle spalle.
- Può darsi, - lanciò all'amico un'occhiatina furba, mostrando per un attimo un Azraphel più ironico, più spigliato e decisamente più sarcastico di quanto non fosse stato prima della quasi-fine del mondo, - ma non a tutti è stato fatto dono della tua totale assenza di buon senso, Crowley.
L'altro si immobilizzò, il bicchiere a mezz'aria, un sopracciglio sollevato.
- Oh. Oh. E con questo cosa vorresti dire?
- Voglio dire solo che tu sei il tipo che si abitua a tutto... occhiali da sole all'ultima moda, stupidi orologi che segnano l'ora di quattordici capitali del mondo... voglio dire che fra poco scoprirò che hai aperto un account su Facebook, come minimo!
Crowley rise di gusto, stando al gioco.
- Andiamo, lo sai che non potrei. Non saprei cosa inserire nel campo "data di nascita" tanto per cominciare, - poi si fece pensieroso per un istante. - Comunque, non la chiamerei proprio abitudine. Più flessibilità. Insomma, quella cosa lì, la capacità di adattarsi a qualsiasi tipo di occasione.
- Apertura mentale?
- Già. Una cosa rara fra quelli come noi, non c'è che dire.
Risero entrambi, poi Azraphel divenne improvvisamente serio.
- Conoscevo un'altra creatura che aveva questa qualità, - disse, e le sue parole rimasero sospese fra i due come una nebbiolina impalpabile ma molto, molto fastidiosa.
"Ci risiamo," pensò Crowley. Da quando tutta la faccenda della caduta di Aziel era venuta a galla, ovvero pochi giorni dopo l'evento stesso, Azraphel non aveva mai smesso di pensarci, costringendo per traslato anche lui a non dimenticare. L'angelo lo considerava il suo più grande fallimento e, nonostante Dio alla fine avesse ritenuto che non fosse necessaria alcuna punizione tranne il divieto perpetuo di avere altri apprendisti, lui non riusciva a fare semplicemente finta che non fosse accaduto nulla.
Non era nel suo stile.
Nello stile di Crowley, invece, ci sarebbe stato un altro buon bicchiere di vino, accompagnato da qualche chiacchiera di poco conto e una lauta cena. Era il settimo anniversario della quasi-Apocalisse, per la miseria, e tutti sanno quanto il numero sette sia importante per le creature ultraterrene.
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The Future That Wasn't | Completa
FanfictionHazel è un angelo caduto che non ricorda nulla del proprio passato, ma ha un ottimo piano e tramare nell'ombra è la sua specialità. Crowley e Azraphel hanno già scongiurato l'Apocalisse una volta e sono assolutamente determinati a proteggere il Ritz...