Capitolo 8

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- Siamo arrivati, - esclamò Crowley parcheggiando la Bentley lungo Richardson Road, noncurante del gigantesco segnale di divieto che campeggiava proprio di fronte a loro.

Cercando di nascondere la propria curiosità, Hazel si protese appena verso il finestrino per osservare il tranquillo e rassicurante parco di Saint James, immerso nella calda luce del tardo pomeriggio. Gruppetti di persone passeggiavano pigramente lungo i sentieri, alcuni immersi in fitte conversazioni.

Il demone balzò giù dall'auto e in un lampo aveva spalancato lo sportello dal lato del passeggero, esibendosi in un ironico inchino.

- Benvenuta nel mondo reale, - la canzonò con un largo sorriso che lasciava intravedere i canini appena più appuntiti del normale. Gli occhi dorati baluginarono dietro agli occhiali da sole in un'espressione divertita e furba che forse, pensò Hazel, non prometteva niente di buono.

La giovane scivolò giù dalla Bentley guardandosi attorno vagamente circospetta, ma il suo sguardo non incontrò altro se non le foglie mosse dal vento e i contorni della città in lontananza.

- D'accordo, - si arrese, - andiamo a vedere queste bestiacce.

Crowley scosse la testa, facendole segno di aspettare con la mano.

- Prima ci serve del pane, - si voltò, avviandosi a larghe falcate lungo la strada.

- Per fare cosa? - chiese lei, senza riuscire del tutto a nascondere la confusione.

- Per le anatre, ovviamente. Cosa pensi che mangino, caviale e champagne?

Hazel si affrettò a seguirlo, sforzandosi di tenere il passo. Cacciò le mani nelle tasche della giacca di pelle e serrò le labbra: quel demone la stava prendendo in giro, e lei non lo sopportava. Crowley si fermò bruscamente davanti a un convenience store di quelli aperti ventiquattr'ore su ventiquattro e indicò la porta con un dito.

- Qui andrà benissimo. Prima le signore, - si fece da parte, osservando soddisfatto Hazel che entrava dubbiosa nel negozio deserto. L'ambiente era piuttosto squallido, illuminato da una tetra luce al neon. Dietro alla cassa, un ometto con capelli scuri e baffi fuori moda lanciò loro un'occhiata distratta prima di rimettersi a leggere il giornale.

Con un sospiro rassegnato, la giovane si diresse al reparto alimentari e afferrò una confezione di pane in cassetta dall'aria piuttosto artificiale.

- Ok, cibo per le anatre. Possiamo andare, adesso? - si sentiva decisamente fuori luogo. Crowley alzò un sopracciglio, cercando di soffocare una risata; provava sempre una sorta di gioia perversa nel mettere in difficoltà il prossimo, ma con questa ragazza si divertiva particolarmente.

- Quello non va bene, - rispose, quasi canticchiando, - alle anatre di Saint James park piace il pane nero. Lo sanno tutti.

Si esibì in un'espressione innocente, gli occhi che brillavano di malizia nascosti dalle lenti scure. Hazel aggrottò la fronte, le labbra ridotte a una fessura.

- Certo, - rispose, tagliente, - immagino che tu abbia passato un sacco di tempo a studiare le abitudini delle creature terrestri. Si capisce dal fatto che ti comporti esattamente come uno di loro.

Il demone si strinse nelle spalle.

- Un tempo ti sarebbe piaciuto, - replicò, cacciando le mani in tasca e avviandosi alla cassa col suo solito passo dinoccolato, - Adesso, invece, sei diventata maledettamente prevedibile. Sotto alla definizione di demone, nell'enciclopedia, deve esserci la tua foto.

- Lo dici come se fosse un male, - borbottò lei, seguendolo rassegnata. Intanto, Crowley aveva già appoggiato una banconota da venti sterline sul bancone, sorridendo affabile al negoziante.

The Future That Wasn't | CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora