- Hellboy! - esclamò Hazel, esasperata e furente prendendo posto sul sedile del passeggero della Bentley, - Se Azraphel non l'avesse fatto fuori lo ucciderei con le mie mani!
Crowley la osservò di sottecchi mentre metteva in moto, ma non disse nulla.
- Nemmeno i demoni si comportano in questo modo, maledizione! Voglio dire... Non puoi presentarti all'improvviso di fronte alla persona che ha fatto tutto il lavoro sporco al tuo posto e dirle "dimenticavo, ti ammazzo perché non mi servi più", o sbaglio?
- Beh, tecnicamente questo è un atteggiamento tipico dell'inferno... - si arrischiò a dire Crowley, che non aveva nessuna voglia di mettersi in mezzo adesso che Hazel era così nervosa. Gli sembrava di avere di fronte una bomba a orologeria e sapeva che sarebbe stata solo questione di tempo prima che riversasse la sua collera su di lui.
Ah, le donne.
- Hai ragione, - concesse invece lei, soppesando le parole, - è solo che...
- E' solo che non ti aspettavi che succedesse proprio a te, - completò il demone, comprensivo. Questo lo poteva capire. Anche lui aveva sentito un sacco parlare della Caduta, quando era un angelo, ma non avrebbe mai pensato che un giorno ne sarebbe stato vittima. In qualche modo, tutti si sentono immortali e intangibili ed è sempre una delusione scoprire - e succede puntualmente - che non è affatto così.
Hazel aggrottò la fronte, fermandosi a soppesare quell'ultima affermazione. Trascorse il resto del viaggio immersa nei propri pensieri, in silenzio, e Crowley si guardò bene dal rompere quella quiete provvidenziale. Si sentiva dispiaciuto per la ragazza, certo, ma sapeva che non sarebbe stato possibile intavolarci una discussione costruttiva finché non si fosse calmata.
Finalmente, il demone parcheggiò la sua Bentley lungo la strada, vicino a un muro grigio, e i due si avviarono verso l'alto edificio tutto vetrate dall'altro lato. Il cielo era scuro e qualche stella brillava remota, ma era luna calante e in quella zona priva di lampioni la notte sembrava impenetrabile.
Non per i demoni, comunque.
Presero l'ascensore fino al dodicesimo piano, sempre senza dire una parola, osservando distrattamente il riflesso che lo specchio sulla parete offriva loro.
Crowley era spettinato, l'espressione severa e le labbra leggermente piegate all'ingiù. Haziel sembrava stanchissima, era pallida e si sentiva come se fosse stata sul punto di scoppiare in lacrime.
- Vorrei non essere mai venuta in questa maledetta città, - sospirò, senza rendersi conto di star parlando ad alta voce. Crowley le lanciò un'occhiata triste di sbieco.
- Beh, se non fossi venuta a Londra non mi avresti incontrato, - tentò di scherzare. Lei gli sorrise, mortificata.
- Forse sarebbe stato meglio, - rispose, seguendolo nell'appartamento e osservandolo mentre si toglieva gli occhiali scuri, per poi gettarli con noncuranza sul mobile nell'ingresso. Lo imitò. - Ho trascorso la mia vita, la metà che ricordo almeno, pensando che avrei trovato il responsabile della mia amnesia e mi sarei vendicata. Non sapevo nemmeno di essere un angelo Caduto! Credevo che qualcuno mi avesse, che ne so, dato una botta in testa... Ma ora so che non posso dare la colpa a te per le mie decisioni, anche se odiarti sarebbe la cosa più facile da fare. Non ti odio, Crowley. Per quello che può valere.
Il demone rimase interdetto, senza sapere bene cosa rispondere. Non avrebbe mai creduto di desiderare il perdono, eppure quelle parole lo facevano sentire stranamente in pace.
Due lacrime silenziose scesero sulle guance di Hazel, senza che lei se ne rendesse conto.
Crowley andò a sedersi sul divano, facendole cenno di raggiungerlo. Sapeva che la ragazza detestava sentirsi fragile ed era fermamente intenzionato a non farle pesare quel momento di umanità.
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The Future That Wasn't | Completa
FanficHazel è un angelo caduto che non ricorda nulla del proprio passato, ma ha un ottimo piano e tramare nell'ombra è la sua specialità. Crowley e Azraphel hanno già scongiurato l'Apocalisse una volta e sono assolutamente determinati a proteggere il Ritz...