Capitolo 15

74 3 0
                                    

I primi mesi a Los Angeles trascorsero con estrema lentezza. Hazel fece ritorno nel suo appartamento in periferia, al piano più alto di un edificio dall'aria anonima all'angolo di un'anonima strada.

C'era un lucernario, nella sua stanza da letto. La sera, quando rientrava al termine delle interminabili riunioni con i Pezzi Grossi, si stendeva nel letto e osservava le stelle lontane. Era arrivata a tanto così dal visitarle, in un prossimo futuro, ma aveva rinunciato in cambio di qualcosa di infinitamente più grande.

Era stato inutile spiegarlo, laggiù. A loro non interessavano le sue motivazioni, soltanto i risultati. Per fortuna, nessuno dei suoi superiori riteneva che la conquista dell'Universo potesse in qualche modo contribuire all'incremento nel numero delle anime dannate.

Nonostante parecchi demoni si fingessero esperti conoscitori del genere umano, la verità è che parecchi di loro si limitavano a piccole tentazioni di routine.

- Devi consultarci sempre prima di buttarti a testa bassa nei tuoi progetti, - l'avevano ammonita, i volti segnati dalle fiamme infernali che incombevano furibondi su di lei, - Potremmo non essere così magnanimi, la prossima volta che prendi una simile iniziativa.

Hazel poteva giurarlo di fronte all'altro mondo per intero, una prossima volta non ci sarebbe stata. Da quando era tornata da Londra, il suo desiderio di tramare Loschi Piani si era affievolito notevolmente, sostituito da ben altri pensieri.

Si era effettivamente comprata una pianta di begonie, che aveva messo in soggiorno vicino alla finestra perché assorbisse quanta più luce possibile. Ancora non ricordava nulla del suo passato, ma non le importava. Aveva abbastanza presente da riuscire tranquillamente a farne a meno.

Crowley sonnecchiava maledicendo mentalmente il sole che, beffardo, filtrava pigramente dalle tende semichiuse della sua camera da letto. Erano le sette di mattina, ora locale, e il demone stava considerando l'ipotesi di alzarsi e andare in cerca di Azraphel quando il cellulare sul comodino prese a squillare con insistenza.

Crowley si voltò dall'altra parte emettendo un lamento. Chi aveva deciso di disturbarlo a quell'ora? Non gli venne in mente nessuno che, in caso di urgenza, lo avrebbe cercato via telefono, così lasciò scattare la segreteria.

- ...Sapete cosa dovete fare, fatelo con stile!

Era sempre lo stesso messaggio che aveva impostato tanti anni addietro, seguito dal consueto BIP ad avvisare l'interlocutore che era il suo turno di farsi sentire.

- Hey, - disse la voce un po' incerta dall'altro capo della cornetta, - Speravo di parlarti di persona, ma non ho considerato il fuso orario quindi penso che mi dovrò accontentare di una registrazione...

Crowley balzò a sedere come colpito da una scarica elettrica, e si precipitò ad afferrare il cellulare rispondendo alla chiamata. Che stupido... c'era solo una persona, anzi, un demone al mondo in grado di contattarlo via telefono nonostante ci fossero metodi ben più rapidi ed efficaci a disposizione... Un demone che viaggiava in aereo, anziché materializzarsi dal nulla come facevano tutti quanti.

- Aziel? - chiese, con urgenza. Ci fi un attimo di silenzio dall'altra parte e pensò che lei avesse già riattaccato, poi la ragazza rispose con una vena di imbarazzo nella voce.

- Crowley! Che bello sentirti! Stai bene? E Azraphel? E le anatre di Saint James? - rise di quella battuta che solo loro potevano capire.

- Tutto a meraviglia, - rispose il demone senza riuscire a trattenere un sorriso storto, - Azraphel continua a inventarsi modi sempre più creativi per non vendere i suoi libri e le anatre fanno esattamente ciò che ci si aspetterebbe da loro.

The Future That Wasn't | CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora