Capitolo 5

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Azraphel frugava tra gli scaffali della sua libreria, in cerca di una copia di Oliver Twist che fosse disposto a cedere all'esigente avventore che aveva di fronte. Gli piangeva il cuore.

Aveva sempre difficoltà a dar via i propri libri e adesso era arrivato questo collezionista gallese che chiedeva, anzi no, esigeva che si separasse da uno dei suoi preferiti.

In realtà, gran parte dei tomi che aveva in quel negozio erano i suoi preferiti. Con un sospiro, spostò delicatamente la copia autografata di Moby Dick e una raccolta di poesie di William Blake, domandandosi se far sparire il cliente fosse da considerarsi un miracolo inutile.

Fu proprio in quel momento che accadde.

Un foglietto scivolò giù dal ripiano, planando dolcemente sul pavimento per atterrare a faccia in su. Azraphel si chinò a raccoglierlo con cautela, ignorando il gallese che lo esortava a darsi una mossa.

Scrutò attentamente la calligrafia minuta ma... no, non poteva sbagliarsi. Conosceva la donna che aveva vergato quelle lettere in uno sbiadito inchiostro violetto.

Quella che aveva in mano era l'ultima profezia di Agnes Nutter, misteriosamente sopravvissuta al rogo della sua libreria sette anni prima.

- Pronto, parla Crowley.

Il demone si lasciò cadere sulla poltrona finemente intarsiata del suo ufficio, accavallando le gambe su un bracciolo. Dall'altro capo della linea, Azraphel si esibì in un verso inarticolato.

- Crowley! Ho una notizia incredibile, ma non voglio parlarne al telefono! Possiamo incontrarci nella mia libreria il prima possibile? - esclamò a mezza voce, tutto d'un fiato. L'altro si lasciò sfuggire una smorfia a metà fra lo scettico e lo stupito: l'angelo tendeva ad emozionarsi molto facilmente e probabilmente aveva soltanto scoperto un nuovo tomo inedito che voleva assolutamente mostrargli. Poteva anche prendersela comoda.

- Certo, il prima possibile, - ripeté il demone, giocherellando col filo del telefono, - A proposito, grazie a te e alla tua linguaccia ho dovuto sopportare una scenata di Aziel proprio ieri sera, volevo comunicarti che te ne sono grato dal profondo del cuore... che non ho.

Una pausa dall'altra parte, poi Azraphel fece un profondo, rumoroso respiro.

- Non ci crederai, ma penso che questa faccenda riguardi proprio lei.

Venti minuti dopo Crowley bussava alla porta della libreria, su cui campeggiava un cartello che recitava, in eleganti lettere Old English Text, la parola "chiuso".

- Allora, si può sapere cosa accidenti è successo? - domandò il demone varcando la soglia e togliendosi gli occhiali per adattarsi alla luce fioca della stanza. Sul volto di Azraphel si palesò un'espressione preoccupata, che però non riusciva a nascondere del tutto l'agitazione euforica del suo proprietario.

- Una profezia! - esclamò, sventolando in aria un foglietto sgualcito, - una profezia di Agnes Nutter sopravvissuta all'incendio!

Crowley piegò le labbra all'ingiù, apparentemente disgustato, in realtà solo molto, molto contrariato per quel plot twist decisamente poco impressionante.

- Beh? Quella Nutter ha scritto un sacco di cose riguardo alla fine del mondo ma, se devo essere io a ricordartelo, la fine del mondo è cosa passata. The end. Fine dello spettacolo.

Fece un inequivocabile gesto con le braccia. L'angelo ridacchiò, soppesando la possibilità di mantenere ancora un po' la suspance - che si stava godendo un sacco - ma la situazione era troppo allarmante e troppo complicata per perdere tempo in giochetti.

The Future That Wasn't | CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora