Dove c'è felicità...

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Indossavo un sari rosso, a maniche lunghe con ricami in oro sugli orli, Abel invece era vestito tutto di nero e stava benissimo. Cominciammo a ballare senza andare a tempo perchè nessuno dei due aveva mai ballato prima d'ora. Ci guardavamo negli occhi e ogni volta che il mio sguardo si scontrava con il suo sentivo come se l'universo stesse scomparendo, come se ci fossimo solo noi due al mondo, come se al posto della musica si riuscisse a sentire i nostri cuori battere all'unisono. Non avrei mai pensato di riuscire a sentirmi così, mai in vita mai avrei pensato di poter provare tali emozioni, quelle stesse emozioni che una volta prendevo in giro e mi disgustavano. Che stupida che ero.

Mi sorrise come per dirmi che sarebbe andato tutto bene questa volta, che ci sarebbe stato lui al mio fianco a sorreggermi anche contro la mia volontà, che questa volta il dolore avrei potuto condividerlo e io sorrisi a lui perchè come Abel mi stava donando la sua spalla per piangere, io sarei stata la roccia su cui si sarebbe potuto appoggiare.

E' questo di cui si parla nelle storie d'amore: il sentirsi completi, al sicuro e complici vicini alla persona che si ama, che si vuole avere accanto tutto il tempo.

I nostri volti piano piano cominciarono ad avvicinarsi, sentivo il suo respiro sulle mie labbra, ma prima che potessimo baciarci qualcuno vicino a noi si schiarì la gola: Cole.

<mi dispiace rovinare questo momento..> cominciò con un piccolo ghigno sul volto.

<..ma potresti concedermi un ballo Alexandra? Se per te va bene..> si riferì ad Abel che annuì.

Così 5 minuti più tardi stavo tentando di seguire i passi di Cole, ma con scarsi risultati.

<ti vorrei dire grazie Alexandra> mi disse serio sorprendendomi.

<e per cosa?>

<perchè mi hai fatto capire che è inutile escludere il mondo solo perchè affezionarsi vuol dire soffrire...tu più di tutti puoi comprendere quello che sento. Anche tu hai provato a non attaccarti troppo alle persone perchè avevi paura che ti avrebbero lasciato come tua madre...>

<Cole..>

<Alexandra...siamo cresciuti entrambi in pochissimo tempo. Da quando mi avevano diagnosticato per la prima volta il cancro mi ero ripromesso di allontanare tutti perchè solo così sarei riuscito a proteggerli dal soffrire, ma quando sei arrivata tu, mi hai fatto cambiare idea. Tu hai sofferto, ma sei riuscita comunque, anche se con fatica e dolore ad andare avanti ed è stato inutile allontanare chi ti stava vicino perchè non sta a te decidere per le altre persone. Sono loro a decidere per le loro azioni sapendo benissimo le conseguenze a cui andranno incontro..non so nemmeno se tutto quello che sto dicendo ha un sento..ma grazie. Grazie di tutto> mi sorride e riesco a vedere nei suoi occhi la sincerità che mai avevo riuscito a scorgere in lui.

Lo abbracciai così stretto da soffocarlo quasi, ma lui mi ricambiò. Abbiamo passato bellissimi momenti insieme anche se in poco tempo.

<Grazie a te Cole, per essere stato così importante per me> avevo le lacrime agli occhi, ma avevo pianto fin troppo fino a quel momento, era ora dei sorrisi.

<un'ultima cosa prima di ritornare da Abel. Sono davvero felice per voi due, è raro che due persone siano davvero innamorate l'uno dell'altra allo stesso momento credimi. So che sembro uno che ha vissuto tanto da poter fare discorsi da saggio, ma devi credermi. Prenditi cura di lui quando...> non riuscì a finire la frase, la sua voce si ruppe, ma decide di mandare giù il groppo che aveva in gola e sorridere. Riserva le lacrime, dona i tuoi sorrisi. Ci abbracciammo un'ultima volta per poi separarci. Io tornai da Abel, mentre Cole andò verso i suoi amici.

Noi, così come dei personaggi di un telefilm, siamo cresciuti, abbiamo capito cosa è davvero importante nelle nostre vite, di cosa dobbiamo davvero preoccuparci. La vita è breve, chissà quante volte ce l'avranno ripetuto, chissà quante volte sentiamo qualcuno dirci che ogni attimo è prezioso, di conservarlo perchè non saprai mai quando quel momento sarà l'ultimo e quante di quelle volte non abbiamo ascoltato quando ce lo dicevano, pensando che cose del genere non possano capitare a noi. 

Pensi sempre che a te non possa succedere nulla, come se la tua vita fosse immune al dolore, lo pensi fin quando quel qualcosa non capita e lì ti crolla il mondo addosso. 

E' per questo motivo che dobbiamo imparare a non dare per scontato nulla e nessuno, perchè non saprai mai quando quella persona se ne andrà. Tratta bene chi ti sta accanto perchè non puoi sapere quali saranno le ultime parole che pronuncerai nei loro confronti. 

E poi...vivi. Vivi come se non esistesse il domani, fai quello che ti pare, urla, canta a squarcia gola in doccia, in camera, in giardino. Corri, sorridi a chiunque ti passi accanto. Semplicemente vivi al massimo.

<a che pensi?> mi chiese Abel distogliendomi dai miei pensieri.

<a quanto questo potrebbe mancarmi un giorno, ma che devo godermi il momento e smetterla di pensare a quello che accadrà in futuro>  Lui mi sorrise e mi porse un drink analcolico.

<evitiamo di finire come l'ultima volta eh?> rise sotto i baffi e io feci lo stesso.

<che ti ha detto Cole?> mi chiese avvicinandoci a delle sedie su cui ci sedemmo.

<che è felice per noi> gli rivelai e lui mi guardò sorpreso per poi sorridere.

<mio fratello è proprio strano, ma gli voglio un bene dell'anima> gli strinsi la mano e lui dopo aver posato il bicchiere su un tavolo, prese un tovagliolo di carta e avvicinandolo ai nostri volti mi baciò, nascondendo quel piccolo momento che sarebbe rimasto solo nostro. Solo e soltanto nostro.

Avrei dato tutto l'oro del mondo pur di avere quest'allegria per sempre, per mantenere questa felicità per il resto delle nostre vite.

Ma dove c'è felicità, c'è sempre un po' di dolore.

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Spero che questo capitolo vi piaccia, ormai siamo agli sgoccioli anche di questo finale alternativo e vorrei ringraziare ancora chi è rimasto con me fino ad ora nonostante sia scomparsa un po' di volte.

Grazie.


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