XXXII

2.1K 121 7
                                    


Come il cielo all'alba anche i miei pensieri si sono schiariti, ho pensato tutta la notte ai giorni passati e ai sentimenti che come un uragano sono tornati a sconvolgermi la mente e il cuore. Il bacio mi ha riportata indietro a quei giorni dove mamma era ancora viva, sorridente ed energica. A quei giorni felici in cui le raccontavo di come ero riuscita a vedere il ragazzino dagli azzurri che era stato il mio primo amore. Avevo completamente rimosso tutto, volevo ricordarmi dei momenti migliori della mamma e tutto ciò che si avvicinava al giorno in cui la malattia faceva capolino alla sua porta ho cercato di dimenticarlo, anche i sentimenti che avevo provato per così tanto tempo.

E' stato come uno scudo protettivo della mente per non farti soffrire. Il cervello nasconde tutti quei ricordi dolorosi che sarebbe meglio non avere, ma così ha cancellato anche i bei momenti con Abel. Mi sentii così stupida mentre tornando a casa, sorridevo senza una ragione specifica.

Quando arrivai, Abel sedeva da solo in cucina e sembrava non ci fosse nessuno a parte lui. Senza dire una parola mi sedetti al lato opposto del tavolo e il ragazzo alzò lo sguardo dal cellulare. I suoi occhi mi fecero venire i brividi, aveva le occhiaie che gli contornavano le iridi azzurre.Non aveva dormito, proprio come me.

<dormito male?> gli chiesi afferrando una tazza pulita e versandoci dentro un po' di caffè.

<non sai quanto..e tu?> si strofinò gli occhi, un gesto che lo fece sembrare un ragazzino.

<no, ma ora ho le idee più limpide> sorridi e Abel mi guardò curioso. Sapeva di cosa stavo parlando e io volevo essere il più chiara possibile con lui.

<ascolta...non so come spiegarti, ma quando è morta mamma ho come innalzato un muro intorno a tutti quei ricordi brutti che volevo dimenticare...intorno a quel periodo in cui ha cominciato a stare male, dove la vedevo sempre più magra e più triste. E in quel periodo c'eri anche tu, con tutti quegli sguardi..sorrisi nascosti..ah cavolo sto divagando> le guance mi stavano andando a fuoco, ma ora o mai più.

Abel stava sorridendo e forse era una mia impressione, ma era arrossito ance lui.

<quindi non facevi finta di non ricordare..> il suo tono di voce era sollevato, come se finalmente il peso che aveva sulle spalle se ne fosse andato. Quindi per tutto il tempo aveva pensato che io avessi fatto finta di non sapere, è per quello che sembrava perennemente arrabbiato con me?

<e adesso?> mi chiese.

<adesso ricominciamo, andiamo lentamente, non c'è nessuna fretta..> stavo sussurrando, Abel si era avvicinato e mi aveva preso il volto fra le mani. Sentivo il suo respiro sulle mie labbra, non avevo appena detto che volevo andare piano?

<non sai da quanto sto aspettando, pensavo che mi odiassi e per questo facevi finta di nulla, come se tutto quello che avevamo provato non fosse niente. Come se il nostro primo bacio non fosse mai capitato..> era a un passo dal poggiare la sua bocca dalla mia, ma sapete è sopratutto in questi momenti che l'universo mi ricorda di non essere mai sola, che la sfiga mi è sempre accanto e per questo il cellulare di Abel suonò. Speravo non rispondesse, ma non smetteva di squillare e sul display c'era il nome di suo padre così a malincuore dovette rispondere.

"che c'è?" chiese scocciato. Mi toccai le guance ed ero sicura fossi completamente rossa, dalla punta delle orecchie ai piedi.

"cosa?! Arrivo subito" chiuse la chiamata e si mise a cercare le chiavi dell'auto in fretta e furia.

<che succede?> chiesi preoccupata.

<Cole è in ospedale..ha avuto una ricaduta...>

I STILL REMEMBERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora