Era da questa mattina che quei due aveva incominciato a litigare, e sinceramente non riuscivo più a sopportarli, che senso aveva litigare perché una persona è uscita con qualcun altro senza dirti niente?
Inizialmente al cellulare, e da qualche ora pare che finalmente ci possa respirare un po' di pace in casa, ma forse per il momento, siccome mi ha detto Margherita che Fabio, non soddisfatto di aver litigato per il cellulare voleva parlare faccia a faccia.
-certo che avete proprio rotto il cazzo.- dissi posando il volto sul dorso della mano mentre osservavo Margherita che infastidita dalla questione aveva iniziato a girarsi attorno come se ci fosse qualcosa da fare. Ma alla fine non c'era niente da fare, e quando finalmente se ne accorse si gettò sul divano sbuffando -a me lui ha rotto il cazzo.- rispose dopo infiniti minuti di silenzio -io te lo dico, se mi rompete il cazzo giuro che mi metto a urlare.- precisai immediatamente.
Quella mattina sentivo che qualcosa non andava, io non stavo bene e questa cosa creava soltanto rabbia in me e anche attorno, questa cosa non so se si nota molto, ma io forse per il fatto che sono incazzata abbastanza con me stessa la noto eccome.
Il campanello suonò e Margherita svogliatamente andò ad aprire, ad un Fabio che aveva lo sguardo di uno che stava per sbroccare e automaticamente per uccidere qualche persona, cosa che non avrebbe mai fatto, parliamoci chiaro. Mi sistemai meglio sulla sedia, e mi misi pronta al noioso riepilogo della litigata avuta questa mattina.
-tu ancora mi devi dire per quale motivo sei uscita con Clemente!- disse entrando in casa, Margherita gli diede le spalle, e dopo aver sentito il nome di quello che tutt'ora definisce "fratello" girò il capo verso di lui -sono uscita con lui, perché tu da bravo fidanzato sei uscito con un'altra tipa!- rispose nuovamente -ma ragazzi, non possiamo sistemare sta cosa? Avete litigato e rotto il cazzo abbastanza.- mi intromisi nella speranza anche che Diego venisse a darmi questo benedetto supporto morale e che mi portasse in un luogo più tranquillo.
Mi domando ancora perché non sia uscita per i fatti miei.
-tu fatti i cazzi tuoi.- rispose Fabio senza mezzi termini -non mi faccio i cazzi miei, conosco bene la situazione, visto che è da questa mattina che rompete il cazzo. Non vedo perché tu puoi fare il cazzo che ti pare e Margherita no!- precisai iniziando a sentire la rabbia che man mano saliva -lei può fare quello che vuoi, ma deve dirmelo.- rispose continuando a fissarmi senza alcun timore.
Diego dove sei?
-reagendo in questo modo non mi sembra proprio, quindi..- continuai, sicura che ormai Fabio ci arrivasse e che questa storia, finalmente abbia una conclusione -ti ho già detto Martina, che ti devi fare i cazzi tuoi. Diego non può venire a prenderti? Ecco, andate a fare in culo assieme.- rispose innervosito -ma che cazzo dici?!- si intromise Margherita mentre io rimasi in silenzio, consapevole che con un'ennesima parola in più Fabio si sarebbe ritrovato con un occhio viola. -ma vaffanculo.- continuò mentre prese dalla tasca dei suoi jeans un pacchetto di sigarette -ora capisco perché non avevi nessuno.- risposi mentre lasciavo casa -ma vaffanculo.- urlai prima di sbattere la porta e correre via.
Non so nemmeno io dove stavo andando, sapevo solo che avevo bisogno di stare lontano da tutto quel casino, da tutte quelle urla. Almeno per oggi volevo stare alla larga da tutti, forse anche da Diego.
Arrivai in un posto che era quasi alla periferia della città, notai che ero l'unica persona, era completamente abbandonato. Ed era proprio quello di cui avevo bisogno.
Ero ancora incazzata, principalmente con Fabio per il fatto che aveva detto o fatto, ho sempre pensato che fosse una persona con dei sani principi, e un cervello, ma non pensavo se la prendesse per così poco, e sinceramente se lo meritava, non si può litigare per tutte quelle ore è impossibile.
Non sapevo però per quale motivo fossi incazzata con me stessa, come accade spesso è uno di quei giorni in cui si è incazzati e basta, non c'è un motivo non c'è un senso. Mi dispiaceva per Diego, forse aveva fatto una corsa a vuoto, forse era meglio se uscivo e basta. Tanto nessuno si sarebbe accorto di niente, come sempre, ormai c'avevo fatto l'abitudine. Non credo che qualcuno si sarebbe preoccupato per me, e non credo lo avrebbero fatto adesso.
Forse Diego, ma non era il caso, non avrei risposto. Forse stare da sola è un'ottima cosa, forse io sono nata per stare da sola. Come il resto della mia vita, prima di incontrare forse l'unica amica vera che è al mio fianco, non avevo nessuno, neanche Diego. Ero sola contro tutto ciò che man mano mi stava facendo del male, cosa che continua ad accadere. Nessuno può salvare nessuno, o almeno penso, forse possono aiutarti, forse pensano di aver fatto qualcosa di grande togliendoti da una sola situazione, ma "salvare" una persona da un solo contesto non è salvarla in tutto. Che ne sai se poi non ha problemi più grandi e non te ne parla? Che ne sai se tu, pensando di aver fatto tanto, è stato solo grazie a quella persona se sei riuscito a fare ciò? E' tutto un continuo chiedersi, illudersi di conoscere una persona.
Ma a me nessuno conosce realmente, forse Diego, con il tempo, ha avuto modo di capire me stessa. E da lì abbiamo capito di essere più simili di quanto pensassimo. Forse non sono sola al mondo, e quello è vero. Ma io, personalmente mi sento così, non del tutto.
Il cellulare iniziò a squillare in modo insistente, creando un casino che in quel posto, non desideravo. Guardai il mittente di quelle chiamate e mi accorsi che era Diego, ero indecisa se rispondere o no.
Alla fine al terzo squillo decisi di rispondere.
Martina, dove sei?
Sto bene Diego, non ti preoccupare.
Marti... dai, ti raggiungo
Amore, davvero sto bene, non ce n'è bisogno, torno a casa...
Adesso?
Non penso.
Mi dici dove sei? Voglio solo saperlo.
Diego, non ti preoccupare, sto bene. Tornerò a casa entrò sta notte, promesso.
Va bene...
Riattaccai, sapendo che Diego non si sarebbe fermato, avrebbe continuato a cercarmi finché non mi avrebbe trovato.
Se solo volessi farmi trovare..