Sono tornato nella mia solitudine, nella mia vita vuota e priva di ogni gioia. Quando quel pomeriggio sono tornato a casa ho risentito il gelo accogliermi dandomi il bentornato. Sono salito e ho rifatto quel letto che non avrei mai dovuto disfare. Le lenzuola profumavano di lei, i suoi capelli erano sul cuscino, la mia maglietta ai piedi del letto. Sono rimasto di un male tanto che non ho voluto vedere nessuno, anche se c'era poco da vedere, visto che sono di nuovo solo. Non ci sarei tornato in quel posto, di vedere lei che fa la scema con gli altri non mi va, inizio a sentirmi strano con lei. Mi ridà la vitalità che ho perso, ho voglia di fare cose con lei, avrei voglia di partire, andare in vacanza, uscire, divertirmi, ma con lei.
Radja è tornato due giorni dopo per andare insieme a fare le visite mediche per la nuova stagione. Per fortuna ho la testa impegnata, è passato un mese e sto in ritiro con la squadra, perciò mi allegerisce tutto. Tra stronzate e allenamenti ci penso di meno, ma quando la sera a cena, o in sala comune i miei compagni chiamano a casa, lì mi sento morire, mi sento come se volessi scomparire. Tutti con il telefono in mano, pronti a rispondere alla propria dolce metà, ad inviare cuori ai figli, video chiamate, mentre io, seduto sulla mia solita poltrona nella hall guardo il display che non si illumina mai. Lo fa solo quando lo sblocco io, per vedere se prende la linea. Si prende, ma non squilla mai. I miei compagni raccontano le vacanze, episodi dove si ride, con i figli che combinano qualche disastro. Li guardo e ascolto, facendo finta che non provi nulla, ma dentro mi sto lacerando, mi sto spegnendo come una candela soffocata da un bicchiere che le toglie l'ossigeno. Mi hanno chiesto come fosse andata la mia estate, se abbia conosciuto qualcuno, rispondo che non c'è niente da dire, loro sono poco convinti ma sanno che parlo poco, non insistono.
Me ne torno presto in camera, che divido con Radja.
"A me puoi dirlo lo sai.." mi dice quando siamo ognuno nel suo letto.
"Niente Radja veramente"
"Se vuoi sfogarti lo sai, ci sono" mi dice e annuisco, sapendo che è una cosa che non farò mai.
Prendo il telefono e faccio un giro su Instagram, ora la seguo, le guardo le storie, sempre. Va a ballare, foto di aperitivi, con le sue amiche, in costume. Foto di lei vestita con mini abiti, giuro è bellissima. Non mi ha mai scritto, nonostante avesse visto le mie visualizzazioni. Ci ho provato io, poco tempo fa per chiederle se andasse tutto bene ma non mi ha mai risposto. Ha visualizzato però, sto sulla sua chat. Forse per non illudermi, alla fine è stata chiara. Non lo so, è come se mi abbia dimenticato. Ed io mi ritrovo con la testa sempre in un altro posto. A pensare a lei, alla sua bocca, alle sue mani. A noi che usciamo, in una spiaggia alle otto di sera. Quando si svuota e siamo solo io e lei, col venticello fresco, magari un bicchiere di vino bianco e lei che struscia la gamba sulle mie, la mia pace nel mondo, le mie difese abbassate e lei che mi fa male quanto bene.
Sospiro e dormo male, i pensieri mi rimbombano in testa e mi ricordano che sono solo, sono io, da solo a combattere ogni cosa. Mi concentro sugli allenamenti, almeno ho qualcosa da fare. Tengo la testa lì, su quel pallone che voglio resti incollato ai miei piedi. In allenamento sono sempre un po' cattivo, sfogo, non lo faccio di proposito. I miei compagni capiscono anche se a Stephan gli sono entrato malissimo pochi giorni fa. Ho preso palla e gamba, per non farmi mancare nulla. Il mister mi ha sgridato. Dice che è meglio che vada a fare più palestra per allentare la pressione. Ci vado, mentre gli altri fanno partitelle, allenamenti sul campo, tutti insieme.
Da solo mi riaffiorano i pensieri. Non la vedo da un mese, non la sento, mi sento come se stessi affogando. Sono arrivato ad una conclusione. Forse lei non ha paura di amare, ha paura di essere amata. Ma se cazzo, neanche ci provi a cercare di amarmi, come fai a saperlo?
È complicato lo so, ma mi manda in fissa. Mi fa uscire pazzo anche perché si dice che ciò che è difficile attrae, ciò che è impossibile seduce. Quello che è complicato spaventa ma ciò che è estremamente complicato innamora. Ed io non so che mo succede ma mi sento come se fossi in uno stato confusionale, solo e senza una mano che stringa la mia per uscire fuori da questa gabbia.~
Non lo vedo da un mese. Direi meglio così, perché stava iniziando ad essere tutto così strano, il bisogno di stargli addosso era troppo. Sono ancora rimasta incastrata nel suo abbraccio, questo non lo posso negare. In quel letto, con lui che mi stringeva da dietro, come a dirmi che c'era lui, nessun male mi avrebbe mai più sfiorata. Rimanere dentro un abbraccio è tremendo. Non te ne liberi più, non ne esci più, pensi solo a quello, alle sue braccia forti che ti stringono al petto, fa male, malissimo. Però so di aver fatto bene a dirgli quelle cose l'ultima volta, non vorrei finire come la mia amica Selene, che seduta qui vicino a me, sta raccontando che poco fa si sono rivisti con Radja, ho sempre saputo che lei fosse attratta da quell'uomo e mentre facevano sesso, per l'ennesima volta, lei si è lasciata sfuggire che lo amava. Le è uscito, non ha saputo controllarsi. Mi ha detto che non ce la faceva più, era insopportabile fingere. Non gli ha chiesto niente, ma lui non ha voluto altro, d'altronde ha ragione siamo esseri umani anche noi, con dei sentimenti e delle emozioni, chi più chi meno.
È sparito, lei ci soffre, mi dice che in fondo è meglio così.
"Non bisogna mai dire una cosa del genere ad un uomo." mi dice "Dì ad un uomo ti odio ed avrai il miglior sesso della tua vita. Digli ti amo e probabilmente non lo rivedrai mai più" continua.
Cerco di tirarla su, non è la fine del mondo, le provo a dire, la provo a far ragionare. Il mondo è pieno di uomini, belli, senza problemi, single. Cerco di mentire a me stessa, lei scuote la testa, la capisco. Per noi non c'è amore, non possiamo. Vado in scena, lei non mi segue, non sono riuscita a tirarla un po' su. Ma sto male anche io perché che ho il cuore di ghiaccio lo so, lo so benissimo, ma di avermelo un po' sciolto Kostas non l'ho ammesso mai.
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Qui, ti ho salvato dal buio.
FanfictionCATULLO, Odi et amo (carme 85). "Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior." --- "Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono tormentato." ~~~ Lei e lui. Mai v...