Capitolo 8

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Abbiamo vinto il derby, Roma è nostra. Mi lavo lentamente, sapendo che fuori ad aspettarmi non c'è nessuno. Quando sono sotto la doccia, tutti i ricordi mi arrivano addosso come pugni in un ring. Solo che io non posso difendermi e rimango lì a prendermi tutte le botte che la vita mi da. Non rido mai, non sorrido neanche, non c'è niente che nella mia vita vada bene. I miei parenti da quando la mia ex moglie se ne è andata non si sono fatti più vedere, sentire poco.
Pensano che la colpa sia mia, come sempre del resto. Vedendomi così me lo hanno sempre detto: "sei incapace di amare".
Forse hanno ragione, non sono abituato a gesti eclatanti, forse non sono il marito che le donne cercano, ma so restare.
Anche quando le cose vanno male, in cui non c'è niente da fare per risolvere le cose, io resto. Resto finché non c'è veramente il punto, fino a quando non vedo che è stata tutta una presa per il culo e sono restato solo per far ridere di me alle loro spalle.
D'altronde me lo avevano avvisato.
"Amici, amici, poi ti rubano la bici"
Che schifo, solo questo.
Esco dalle docce e mi asciugo. Molti ragazzi della squadra sono già andati via. Esco anche io. Un ragazzo mi ferma e mi chiede una foto. Si certo, tanto non ho nulla da fare, sono più solo di Gesù in mezzo al deserto. Almeno lui aveva il diavolo tentatore con se.
"Oh ma lo hai anche tu.. Se posso, perché non vai in quel posto che ti piace tanto? Ti stai tenendo Kostas, so che ti va di andarci, ti stai frenando per delle cazzate" sento dire nella mia testa.
Saluto il ragazzo e salgo in macchina. Controllo Instagram, non c'è niente di che. Questa che mi segue chi è mo? Vado sul suo profilo ed ha la privacy. Mah, ma fatemi impicciare no, cazzo chiudete i profili, andate a fare in culo. Chiudono i profili e poi le gambe sempre free entry.
Lo poso e metto in moto, parto e accendo la radio. Niente canzoni greche oggi, metto RDS e parte, per fortuna una canzone non a presa a male. Metto la freccia verso Casal Palocco ma qualcuno mi sorpassa a destra, sto coglione. Suono e mi tiro sulla carreggiata a sinistra.
"Mortacci tua!" urlo con tanto di mano al seguito. Ormai mi sono romanizzato.
Ho perso lo svincolo, sono sul raccordo e non posso uscire. Guido ed esco proprio dalla parte delle coordinate del night. No sono impazzito. Mi ci porta la macchina ora. Non ho parole.
Parcheggio proprio davanti e scendo. Non sto facendo bene no, per niente. Ma ho bisogno di passione che l'odio già l'ho dentro, in tutte le sue sfumature. Ho anche cercato la rissa in campo oggi, perché volevo sfogarmi. Sono in completo elegante, non mi sono cambiato, non avevo la tuta, me la sono dimenticata a casa.
Scendo e faccio un respiro profondo. Che cazzo mi dice la testa, non lo so. Entro e il buio dell'ingresso rende i miei occhi stanchi quando la luce soffusa si impadronisce di me.
Cerco la roscia con lo sguardo, non la trovo. Non sta neanche sul palco. Zero. Mi sistemo i capelli nervoso e mi avvicino al bancone del bar. Ordino un bicchiere di birra. La ragazza ammicca e me lo fa. Bevo e mi lecco le labbra. Continuo a cercarla, non c'è. Cazzo non c'è.
"Scusa?" chiedo alla ragazza al bancone.
"Dimmi tesoro" mi risponde.
"Ma la roscia dov'è?"
"Diamante dici?"
"Si"
"Boh era qui un attimo fa, ora vedo che posso fare" mi dice e bussa dietro.
"Chiamami Diamante la cercano.. Si quel calciatore che viene ogni tanto.." ride. Mi stanno prendendo per il culo.
Torna da me.
"Adesso ha da fare meglio non disturbarla, tu puoi distrarti con altre ragazze se ti va" dice.
"Aspetto"
"Beh ha molto da fare" mi dice. Sicuramente vuole che vada con lei, non mi va non mi ispira, voglio la roscia.
Il tempo passa e mi finisco la birra quando vedo Diamante sorridente, scendere le scale e pulirsi la bocca. Lo noto, non mi sfugge nulla, parlo poco ma so osservare. Ha fatto un pompino a qualcuno, palese. Incrocia il mio sguardo e la sua bocca si apre in un sorriso. Mi raggiunge, ma io sono un po' teso. Non mi piace l'idea che si sia già fatta un altro e poi venga con me.
"Ei ciao" mi dice.
"Ciao"
"Che sorpresa" mi si avvicina.
"Vero"
"Che hai?" mi chiede toccandomi i capelli.
Gli levo la mano delicatamente e mi sistemo.
"Qualcosa non va?"
"Nono tutto apposto, volevo dirti che ero passato, ma adesso è meglio che vada, per ora che torno sono le 5 e domani mi devo anche allenare, pensavo facevi prima"
"Ma no dai aspetta.. Non ti va di fare qualcosa?" mi chiede mettendosi tra le mie gambe e si lecca le labbra.
"No passo un'altra volta" dico e mi strofino le labbra.
"Come vuoi, io non ho problemi, neanche a farti qualcosa qui.."
"Sono riservato non mi piace dare spettacolo" pago e mi alzo.
"Dai veramente vai via?" mi chiede.
"Si è tardi, ci vediamo un'altra volta" dico.
"Mh.."
La saluto con la mano e me ne vado. Non so che cazzo mi è preso, non lo so veramente, ma sapere che stava su con un altro e io di sotto ad aspettarla, ad aspettare il mio turno mi ha aperto gli occhi. Non lo devo fare. Punto. Non è così che deve andare, devo trovarmi una donna che non faccia questo, seppur scopi da dio, non posso perché rischio di affezionarmi e poi prenderla nel culo come mio solito. Mi odio cazzo se mi odio. Torno a casa e sbatto la porta. Non è giusto che debba provare ste cose, non è giusto un cazzo nella mia vita. Non è giusto neanche che io mi senta in colpa per cose che non ho fatto. Dovevo scoparla e andarmene ma mi ha dato fastidio il gesto, il pulirsi gli angoli della bocca con la mano so che vuol dire, significa che ha fatto un pompino, gli è venuto in bocca e si sta pulendo. Ed io odio venire dopo un altro. Per una volta voglio essere io al primo posto. Io e nessun altro. Non sopporto più di essere secondo a nessuno e mai la prima scelta. Anche se so dentro di me che lei non ha colpe, fa quel lavoro e deve andare così. Ma io non voglio sentirmi così, mai più.
Mi metto a letto e mi rigiro nel letto fino a che non mi addormento un po'.

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