Capitolo 34

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Stamattina mi sono alzato con la gioia di vivere di Leopardi. Ma una signora davanti a me prima di colazione, ha risposto alla barista che le chiedeva come volesse il cornetto: "vuoto, come la mia vita".
Benissimo, signora. Siamo un due. Ha rispecchiato perfettamente il mio stato d'animo, andiamo di bene in meglio. Il continuo della giornata non poteva avere una svolta, no. Niente, tutto gira attorno alla mia solitudine, alla mia routine, sempre le stesse cose. Sono tornato dal ritiro, ho disfatto la valigia, messo i panni sporchi nella cesta, non mi andava di caricare la lavatrice anche perché dovrei andare a fare la spesa ma non ne avevo voglia, ho posato il trolley in cima all'armadio, mentre il calore entra dalle finestre di casa mia e illumina la stanza, evitandomi di accendere le luci.
La nuova stagione sta quasi per iniziare, ma prima c'è la presentazione della squadra, con cena accompagnati dalle famiglie. Odio questa cena di merda, tutto intorno a me, mi ricorda che sono solo, stufo, privo di ogni cosa, che a ventisette anni c'è chi ha una famiglia su cui contare sempre, invece io devo contare solo su me stesso, trovare qualcosa con cui perdere il tempo che ho a disposizione, e ne ho molto.
Siamo usciti con Radja stasera, siamo in un locale in zona Eur, non molto in voga, ma lo sa che non mi piace stare troppo in mezzo alla gente. Mi sento un pesce fuori d'acqua, perché mi paragono sempre agli altri, tutti migliori di me.
"Allora, sabato c'è la presentazione.." mi dice Radja, bevendo.
"Si lo so" dico guardando altrove.
"Tu con chi vieni?" mi chiede.
"Da solo, con chi cazzo vengo. Che domande fai pure te" sbuffo e mi sistemo i capelli.
"E dai, non ti puoi presentare da solo di nuovo, senza una donna dopo tre anni"
"Perché che c'è di male?"
"Eh su ci sarà pure una ragazza che ti può piacere, magari la porti, ti si apparecchia la serata, lei è contenta di stare in un ambiente del genere, una cosa tira l'altra e può darsi che continuate ad uscire" mi dice.
Sospiro.
"Sbaglio?" incalza.
"Una che mi piace c'è, ma non si può" rispondo. Forse è arrivato il momento di confidarmi un po', non ne posso più, forse dopo averglielo detto starò un po' meglio. Così davanti ad un bel bicchiere di vino gli racconto quello che è successo. Di Diamante, di come siamo stati bene quei giorni in cui mi ha fatto sentire più vivo, quello che abbiamo fatto, di quanto ho pagato per portarmela via, ma che poi ho ricevuto soltanto pesci in faccio. Non vuole me, non come io vorrei, mi vuole per il sesso, se pago. Quando io vorrei soltanto lei, vicino a me, con la sua testa appoggiata sulla mia spalla e che mi sfiora il braccio mentre sono impegnato o incazzato per qualcosa che è andato storto durante il giorno. Perché con lei I problemi si potrebbero superare, con lei potrei anche dimenticarli i problemi. Racconto di come mi sono sentito quando mi ha chiesto i soldi e se n'è andata. Il vuoto che nessuno mi ha più colmato si è fatto spazio di nuovo dentro di me. Quando con lei mi sono aperto, le ho lasciato toccare corde di me che speravo si spezzassero prima a poi. Ma lei mi ha trattato da bancomat, come uno qualsiasi, come se io avessi solo soldi da offrirle, invece avrei voluto darle molto di più. Non era mia intenzione metterla sotto pressione, anzi, la avrei aspettata, tutto il tempo di cui avrebbe avuto bisogno. La avrei aiutata a fare un sacco di cose, come lei per me. Ma se non la vuoi quella persona, non puoi costringerla. Ed io mi sono risentito vuoto, di nuovo, come un bambino a cui vengono strappati i genitori, con violenza.
Radja mi ascolta, cerca di consolarmi, dicendomi che non è poi la fine del mondo, ci ho provato, non è andata, pazienza.
"Ma ti sei innamorato Ko?" mi chiede d'un tratto.
Lo guardo, prendo tempo prima di rispondere, anche se dicessi si, lui non mi prenderebbe in giro lo so, ma il fatto è che non lo so, sono confuso, non so se si tratta di amore o no, se la amo o no, fatto sta che con lei stavo bene.
"Non lo so, forse mi sono fissato. Mi sono fissato col fatto che voglio solo lei, fissato a tal punto che ci potranno essere anche altre carine, simpatiche, gentili, ma non saranno mai lei, mi capisci?" chiedo.
"Si, ti capisco, beh troviamo una soluzione allore no?"
"È complicato, Radja" dico con un gesto si sufficienza e mi porto il bicchiere alla bocca.
"No aspetta, porta lei con te allora, a questo punto hai una scusa in più per passare del tempo con lei" proprone con naturalezza.
"Si certo come no" sbuffo.
"Eddai, l'hai già portata via una volta, ora sai come si fa, una sera sola, fai un tentativo se ti piace così tanto no?"
"Non verrà" cerco di mettere un punto.
"Beh ma che ne sai scusa, se neanche glielo hai chiesto, Kostas non fare il veggente che non lo sei. Vai li, ci parli, le dici come stanno le cose, non potrà dirti di no, la paghi" si versa altro vino.
"E se me lo dice invece?"
"Madonna Kostas, se ti dice di no, ne troviamo un'altra, da solo non vieni okay? Qualcuna che sta vicino a te la troviamo" mi rassicura.
"Mh.." dico poco convinto. Non so se sia la cosa giusta, non mi va di prendere pali. Radja mi consiglia di andare adesso, ma no. Guardo l'ora sul display del telefono, sono le due. Lo informo che ci andrò domani, lui insiste per andare adesso.
"Devi salutare la tua amica?" gli chiedo.
"Nono, basta con quella ragazza" mi dice e non capisco. Lui mi spiega che lei si è innamorata di lui, quindi basta, non la toccherà più visto che non vuole farle altro male, dato che non può darle niente se non del sesso così, beato lui che la fa così semplice. Ha un cuore forte, un cuore che sa chiudere per gli altri, che non si lascia andare mai alle altre emozioni, un po' lo invidio. Sa gestire le emozioni, non cade mai nello sconforto, non strafa mai, rimane sempre pacato, amorevole con la sua famiglia anche se poi cerca altre con cui andare, ma la famiglia per lui è sacra, le emozioni e i sentimenti li da solo a loro.
Continua ad insistere di andare adesso, così mi tolgo il pensiero, dice. Ma no, considerando che sono le due ed è tardi, lei starà nel pieno del suo lavoro ed io non voglio vedere lei con gli altri. Inizia a darmi fastidio solo il pensiero di lei con un altro che la tocca, che la sfiora. Ma questo evito di dirglielo a voce alta, lo penso e basta. Nella mia natura non sono mai stato un tipo geloso, non ne ho mai avuto motivo. Ma forse l'esperienza con la mia ex moglie mi ha cambiato, mi ha fatto diventare geloso, mettendo in dubbio ogni rapporto con un uomo, e lei non lo rende più facile, visto che con gli uomini ci sta a contatto tutta la notte e non per amicizia, ci fa sesso, la toccano. Un po' per la mia esperienza, un po' perché l'ansia del suo lavoro che può avere chiunque in una notte forse mi rende più possessivo. Non lo so, evito di pensare a questo, non voglio, mi incazzo. Ma di brutto, mi viene il nervoso, quindi è meglio che non ci penso e scacco via i pensieri di lei che per mano ad un uomo schifoso salgono quelle scale.
"Senti amico" mi dice il belga "se ti fa stare bene quella ragazza, allora è quella la strada da seguire no? Sono anni che non hai rapporti con delle ragazze e non parlo di sesso stavolta, parlo di rapporto umano. Se ti piace, ti fa sentire meglio, fallo. Buttati no? Al massimo hai sempre me per una spalla su cui piangere. Ma sai, l'istinto è quasi sempre l'unica via per essere felice. Magari non lo sarai mai, non sarà quella giusta, ma vuoi mettere il rimorso di non averci provato con il tentativo di averlo fatto e magari pure averlo vissuto? Sono esperienze, guardami anche io dopo la mia ex da cui ho avuto due figlie pensavo di non avere più rapporti seri con nessuna altra donna, eppure eccomi, altre due figlie e una moglie. Da retta a me, fallo" mi dice, per una volta è serio, dice qualcosa di vero.
Torniamo a casa, entro e mi ripeto le parole di Radja in testa. Forse il mio amico ha ragione, mi metto a letto e penso. Non le ho mai detto qualcosa che potesse farle capire che provassi qualcosa per lei, non ho mai proferito parola sui miei sentimenti, se non qualche frase spontanea. Non le ho mai detto che la amo. Ma gli sguardi che le lanciavo hanno un linguaggio, loro parlano. Anche il poi grande idiota del mondo avrebbe capito, guardandomi, che avevo perso la testa per lei.

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