Я тебя люблю

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"Quindi tua madre ha le tue chiavi di casa?" Domandai mentre aspettavo che l'acqua della doccia diventasse calda.
"Già" rispose raggiungendomi.
"E... che ci faceva qui?"
"Non rispondevo al telefono e si è preoccupata"
"Ah, capisco"
"Invece la tua?" Chiese dopo pochi attimi di silenzio.
"La mia...?"
"Tua madre, non parli mai di lei..." notò.
"Semplicemente non è un argomento così piacevole per me" tagliai corto entrando in doccia.
Carter mi seguì a ruota.
"Fidati di me per una volta e dimmelo" mi abbracciò da dietro.
Rimasi in silenzio.
"Ti prego" continuò.
"Semplicemente io e mia madre non siamo mai andate d'accordo" spiegai velocemente.
"E...?"
"E... quando ho compiuto diciotto anni sono andata via"
"Sa il tuo indirizzo?"
"Ovvio, ma ogni volta che viene a trovarmi scoppia una lite quindi... manteniamo le distanze" mi girai verso di lui e gli allacciai le braccia al collo.
"Contento adesso?"
"Molto" appoggiò il mento sulla mia spalla.
Sorrisi lievemente a quel gesto che rendeva, in un certo senso, il nostro contatto un abbraccio.
"Я тебя люблю" sussurrai.
"Che significa?" Chiese.
"Ti amo" risposi con gli occhi persi nei suoi.
"Suona così bene..." mi strinse più forte.
"Non smettere mai di dirlo" sussurrò.
Sorrisi.
Presi il mio shampoo e cominciai a lavarmi i capelli.
"Secondo te cosa sarà?" Mi chiese appoggiando la mano sul mio ventre.
"Mh... maschio" rispondo a sentimento.
Un largo sorriso si fece spazio tra le sue guance.
"Lo speri eh?" Domandai ridacchiando.
"No, l'importante è che sia in salute, soprattutto dopo la scopata di prima"
Arrossii violentemente e gli tirai una pacca sulla spalla.
"Carter!" Esclamai ridendo.
"È la verità baby!"
Scossi la testa con un sorriso divertito in volto.
"Allora non faremo più nulla per il resto della gravidanza" alzai le spalle.
"No hey! Vacci piano, scherzavo" si preoccupò.
Scoppiai a ridere nuovamente e lui mi baciò.
"Avresti dovuto dirmi di fare il clown anzichè allenarmi nel calcio, a quanto pare sono più bravo"
"Scusa amore... se ti può far stare meglio nessuno dei miei amici mi fa ridere come te"
Alzò un sopracciglio.
"I tuoi complimenti assomigliano a degli insulti" notò.
"Non sei il primo a dirmelo" ammisi.
Scoppiò a ridere.
"È proprio questo che amo di te" mi baciò la punta del naso.
Arrossii lievemente.
"Porca troia Carter!" Mi sbattei una mano in fronte.
"Che c'è?"
"Come facciamo con gli amici e le famiglie?!"
"Beh glielo diciamo" alzò le spalle cominciando a spalmarsi dello shampoo in testa.
"Alcuni non sanno nemmeno della nostra relazione" gli ricordai.
"E gli diremo anche quello"
"Mio padre ti ucciderà lo sai vero?" Gli feci notare.
"Perché dovrebbe?"
"Non ti ha mai sopportato, credo che venire a sapere che mi hai messa incinta potrebbe farlo uscire di testa"
"April rilassati, andrà tutto bene" mi abbracciò.
"Organizziamo una cena con la mia famiglia e la tua, così ci leviamo un peso, ci stai?"
"Sì" gli diedi un piccolo bacio a stampo.
Lui me ne diede un altro.
Io feci lo stesso per la seconda volta.
Lui sorrise e appoggiandomi una mano sulla guancia unì le nostre labbra in un dolce bacio.
"Quanto ti amo" disse approfondendo il bacio che presto divenne molto meno romantico.
Il mio telefono cominciò a suonare insistentemente.
"Mh... Carter aspetta... un attimo" ridacchiai mentre lui continuava a baciarmi incurante della suoneria.
Uscii dalla doccia e vedendo il nome sullo schermo il sangue mi si congelò nelle vene.
"È mia madre"
"Non ti chiama mai" commentò.
"Pronto?" Mi sforzai di mantenere la voce ferma.
"Ciao April, come stai?" Domandò, sembrava rilassata.
"Bene, tu?" Presi un asciugamano e mi circondai il corpo.
"Bene, ti ricordi che giorno è domani?"
"Uhm... 18 agosto?"
"Esatto... è il mio compleanno" mi ricordò.
Mi maledii mentalmente per essermelo dimenticata.
"Sì lo so" mentii.
"April, sono tua madre, so quando dici le bugie"
"Scusa... mamma" esitai prima di chiamarla così.
"Domani sera alle 20.00 a casa nostra, sii puntuale" riattaccò.
"MERDA MERDA MERDA MERDA" corsi in camera a vestirmi.
"Che succede?" Mi raggiunse preoccupato il mio ragazzo.
"Domani è il compleanno di mia madre e me lo sono dimenticata"
"April rilassati, hai tempo"
Scoppiai in una risata isterica.
"Non conosci mia madre"
"Che intendi?"
"Dev'essere tutto perfetto: il regalo, il mio vestito, i miei capelli e persino il mio trucco! Ovviamente dovrò ricordarmi di togliere gli orecchini dal secondo e dal terzo buco perché li ritiene volgari e-"
"Sì ho capito! Mi stai già mettendo ansia"
"Perché dovresti averla?"
"Beh vengo anche io"
"Carter, no, non glielo diremo la sera del suo compleanno"
"Ma-" fu interrotto dalla mia suoneria.
"Pronto? Hey Steph... sì tutto bene tu?... sì... cosa?! No no... Non se ne parla!...ma... ha riattaccato" sbuffai lanciando il telefono sul letto.
"Beh?" Domandò.

My Best Friend Is A DaddyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora