Gift

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Il mattino seguente.
April's pov.
Mi svegliai coi polsi indolenziti.
Mi sembrava di aver perso la verginità una seconda volta, e le mie gambe non avevano forze.
"Buongiorno principessa" Carter mi abbracciò da dietro.
"Buongiorno" mi girai e gli stampai un piccolo bacio sulle labbra.
"Andiamo a fare colazione?" Propose lui.
"Certo" sorrisi dolcemente.
Si infilò un paio di boxer e una maglia.
Cercai di alzarmi ma le mie gambe cedettero, per fortuna Carter mi sostenne.
"Uhm... è colpa mia?" Chiese tra il preoccupato e il divertito.
"Già"
"Dai siediti"
Mi passò un paio di mutandine e una sua maximaglia.
"Alla colazione ci penso io" mi baciò in fronte.
"Sei uno stronzo" borbottai.
"Come prego?" Si bloccò sulla porta.
"Mi hai sentita" lo guardai con aria di sfida.
Venne verso di me con passo deciso e si abbassò al mio livello.
Prese il mio mento in mano e puntò i suoi occhi nei miei.
"Ieri non mi sembravi dispiaciuta" notò.
"Quanti orgasmi hai avuto? Quattro o sbaglio?" continuò spavaldo.
Arrossii.
"Allora dovresti ringraziarmi anzichè insultare"
"Potevi anche andarci più leggero però" affermai.
"Non sarebbe nel mio stile" mi ricordò.
Lo guardai male.
"Però, siccome sono innamorato della ragazza che ieri sera ho distrutto... ti porterò in braccio fino al piano di sotto"
Scoppiai a ridere.
Mi fermai non appena mi caricò in spalla.
"Carter! Mettimi giù! Sono pesante!" Cominciai a tirargli dei pugni sulla schiena.
"Stai ferma!" Questa volta fu lui a ridere.
"Daiiii!" Misi il broncio.
Mi buttò sul letto e si mise sopra di me.
"Sembri una bambina quando ti imbronci, non mi volevo perdere questa meravigliosa espressione" mi guardò divertito.
"Non è vero!!" Incrociai le braccia al petto.
"Sì lo è" sorrise dolcemente.
"Uffaa" arricciai il naso.
"Mi stai facendo venire il diabete" affermò con gli occhi pieni di amore.
Arrossii violentemente e mi coprii le guance. Era inutile, una volta entrata in modalità bambina non c'era più niente da fare.
"Aww" commentò prima di baciarmi sulla punta del naso.
Non riuscii a trattenere un sorriso.
Unì le nostre labbra, non c'era malizia, quel bacio esprimeva solamente tutto l'amore che provavamo, e le emozioni che ci travolgevano come un'onda appena i nostri occhi si incontravano... percepii anche la paura che tutto sarebbe finito insieme a quel bacio... come se staccarsi significasse la fine di qualcosa di meraviglioso.
Ma non fu così.
Nulla finì con quel bacio.
Lui mi amava e io amavo lui.
E questo non sarebbe cambiato.
Mai.
Restammo per minuti interminabili con le fronti unite cercando di regolarizzare il respiro.
"Non hai la più pallida idea di quanto ti ami" gli sussurrai a fior di labbra.
"Oh ce l'ho eccome April..."
Sorrisi e unii nuovamente le nostre labbra.
Si alzò contro voglia e mi fece avvinghiare al suo busto come un koala.
Scese le scale e mi appoggiò su una sedia in cucina.
"Cosa bevi?" Chiese.
"Caffè"

Dopo colazione:
"Dovremmo andare a prendere la borsa a  mia madre" gli ricordai.
"Riesci ad alzarti?" Chiese preoccupato.
"Sì, devo solo riabituarmi"
Ridacchiò.
"Zitto tu" mi scappò un risolino.
Mi misi in piedi e nonostante il bruciore riuscii a stare dritta.
Carter si alzò e mi prese le mani.
"Prova a camminare"
"Ce la faccio, non mi devi sostenere" tolsi le mani dalle sue.
Si mise da parte.
"Come ti pare" borbottò.
Dopo qualche passo le gambe cedettero di nuovo. Mi prese anche questa volta.
"Dicevi?" Sorrise divertito.
"Fottiti"
"Che dolce la mia ragazza" mi baciò la guancia.
"Ripeto: fottiti"
Ridacchiò e mi riprese le mani parandomisi davanti.
"Riprova"
Sbuffai e feci ancora qualche passo.
Persi l'equilibrio ma lui mi sostenne.
"Dai stai andando bene" sorrise rassicurante.
"Ti infilo il dildo nel culo mentre dormi, a vedere se continui a sfottermi"
Scoppiò in una fragorosa risata.
"Dai riprova"
Questa volta riuscii a camminare anche quando mi lasciò le mani, barcollavo un po', ma stavo in piedi.
"Brava la mia cucciola!" Mi baciò a stampo.
"Questa non te la perdono White" mi girai di spalle facendo la finta offesa.
"Daiii non mi chiamare per cognome" mi abbracciò da dietro, appoggiò la testa sulla mia spalla e fece il labbruccio.
"Aish vaffanculo sei adorabile" gli baciai la guancia.
Sorrise ampiamente.
"Andiamo a prendere il regalo" affermai.
Mugolò.
"Dobbiamo proprio?"
"Sì" mi girai verso di lui e gli allacciai le braccia al collo.
"Dai faremo presto" mi misi in punta di piedi e gli baciai il naso.
"Va bene, però quando torniamo mi coccoli" si arrese.
"Mh..." ero riluttante.
"Daaaaaiiii"
"Ok ok"
"Yeeeee" mi sollevò e mi fece fare un giro.

Al negozio:
"Quale potrebbe piacerle secondo te?" Domandai mostrandogliene una rossa e una nera.
"Amore... non lo so, siamo qui dentro da due fottutissime ore, ho fame, mi sono rotto le palle e voglio andare a casa, quindi, ti scongiuro, scegline una e andiamo via"
"Mh... direi quella rossa... costa anche meno" notai.
Si alzò di scatto dalla poltroncina ed esclamò:
"ALLELUJA"
Scoppiai a ridere e andai a pagare.

My Best Friend Is A DaddyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora