Party

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"Carter..."
Il mio ragazzo aprì un occhio e mi guardò velocizzando i movimenti della sua mano.
Mi avvicinai quasi senza rendermene conto e mi sdraiai su un fianco mentre le nostre pelli si sfioravano. Cominciai a disegnare piccoli cerchi sul suo petto scendendo molto lentamente con la mano, avvicinai le mie labbra al suo orecchio e sussurrai:
"Perché devi sempre provocarmi?"
Gli scappò un gemito, segno che stava facendo molta più fatica di quanto pensassi a trattenersi, cominciai a lasciargli dei piccoli baci umidi sul collo sfiorando il suo interno coscia con la mano.
"A-ah ti pr-ghn" mugolò cercando di formare una frase.
"Cosa?" Domandai facendo la finta innocente.
"T-ti prego-ah"
Cominciai a sfiorare la sua cappella.
"Mi preghi di fare cosa?" Sorrisi.
"Ah fammi venire t-ti prego"
"Ci voleva tanto?" Domandai spostando delicatamente la sua mano dal suo membro per sostituirla con la mia.
"Sei così eccitante sotto il mio controllo" sussurrai impugnando con maggiore decisione il suo pene. Un gemito strozzato lasciò le sue labbra.
"Piccolo non trattenerti... voglio sentirti" presi tra le labbra il suo lobo.
Velocizzai i movimenti della mia mano facendogli raggiungere l'orgasmo. Leccai sensualmente le mie dita mentre lo guardavo negli occhi lucidi e ricchi di lussuria.
"Baby... ti amo"
Sorrisi.
"Lo so" gli lasciai un piccolo bacio a stampo sulle labbra e poi feci per alzarmi, ma la sua forte mano mi afferrò il polso.
"Nient'altro da dire...?" Domandò.
Ridacchiai e risposi:
"Ti amo anche io"
Si alzò a sedere e mi diede un lungo e dolce bacio.
"Mh... sì così va meglio" sorrise sdraiandosi di nuovo.
"Datti una lavata mentre io cucino che non c'è tempo da perdere" gli scompigliai i capelli e scesi le scale di corsa.

Dopo il pranzo:
"Finalmente se ne sono andati" mi buttai sul divano sfinita.
"Finalmente?"
"Sì, tua madre non ha fatto altro che criticarmi da quando le hai detto che stiamo insieme" sbuffai.
"Non l'hai notata veramente?" Chiesi stupita.
"Pensavo ad altro" alzò le spalle sedendosi di fianco a me.
Lo guardai interrogativa.
"Credo che dovremmo provare a essere più romantici, e non saltarci addosso alla prima provocazione" spiegò.
"Intendi smancerie e robe simili?" Mi sentii disgustata.
"Sì, se vuoi un esempio..." si avvicinò a me e mi rinchiuse in un caldo abbraccio.
Mi irrigidii immediatamente.
"Carter. Levami. Le. Mani. Di. Dosso." Scandii le parole.
"Uff... la solita anaffettiva"
Ridacchiai alzandomi dal divano.
"April, ti andrebbe di uscire per un primo appuntamento ufficiale?"
"L'ultima volta ti hanno accoltellato... non saprei..."
"Dai, questa sera, io e te, sì o no?"
"Questa sera non posso proprio, esco con le amiche" mi ricordai.
"Allora quando?"
"Mh... la settimana prossima? Questa non riesco proprio"
"Uff... ok"

La sera stessa:
"Tu vestita così dove vai?"
"A una festa, che ho che non va?" Alzai un sopracciglio.
"Niente... a parte sembrare una puttana"
"Io mi vesto come mi pare"
"No, cambiati"
"Tsk chi sei? Mio padre?"
"April. Non farmi arrabbiare. Cambiati"
"A dopo amoreee" mi sbattei la porta alle spalle correndo fuori.
"Dai zoccoletta monta su" disse il mio migliore amico.
"Quanto cazzo sei figaaa!" Urlò una mia amica già brilla.
"Questa sera si rimorchia!" Gridò un'altra battendo la mano sulla portiera per poi sorseggiare una bottiglia di birra che passò a me subito dopo.
"Facciamo decollare questa fottutissima serata!" Esclamai bevendo un grosso sorso di birra.
"Sono stufo di farvi sempre da autista" si lamentò il mio amico al volante.
"April, hai cambiato qualcosa?" Domandò poi guardandomi dallo specchietto.
"Cosa? No non credo" risposi bevendo ancora.
"Hai fatto qualcosa ai capelli? No, è il viso, è più luminoso non lo so..." pensò ad alta voce.
"Non ho fatto un bel niente bro" ridacchiai avvicinando nuovamente la bottiglia alle labbra, mi bloccai appena mi tornò in mente il sesso non protetto di qualche sera prima.
Sentii un lieve conato, era l'ansia, lo speravo...
Passai la birra alla mia amica cercando di non pensarci.
"A voi come va la vita?" Domandai deviando il discorso.
"Una merda, non mi si incula nessuno" rispose triste la mia amica appoggiando la testa alla mia spalla.
"Io ho troppi cazzi intorno" si lamentò quella con la birra.
"Io sto uscendo con uno" ci rivelò il guidatore.
"E non mi hai detto nulla?!" Urlai.
"Raccontaci tutto finché siamo sobrie!" Esclamò un'altra che si stava accendendo una sigaretta.
"Ci siamo conosciuti al bar dei miei, stavo facendo da barista e dopo aver ordinato mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto essere dall'altra parte del bancone per un drink quella sera, e io ho detto di sì! Così ci siamo visti qualche volta e..."
"Gliel'hai dato" completai io.
"Cosa!? Certo che no... ok, l'ho fatto! Ma continuiamo a sentirci"
"Persino i gay si fidanzano prima di me" piagnucolò l'amica appoggiata al mio braccio.
"Ti troverai qualcuno prima o poi" commentò quella che fumava.
"Fammi fare un tiro va" disse lei prendendole la sigaretta e porgendola a me dopo essersi riempita i polmoni.
"Sai che non fumo quella merda" le ricordai.
"Uff, la solita santarellina" ridiede la sigaretta alla mia amica.
"Arrivati" disse il mio amico parcheggiando.

Qualche ora dopo:
La puzza di alcol ed erba si mescolava mentre il fumo ci annebbiava la vista.
Ci eravamo seduti intorno a un tavolino e giocavamo a una specie di gioco della bottiglia:
Se uno non voleva baciare l'altro doveva bersi uno shottino.
Inutile dire che ad un certo punto eravamo tutti talmente ubriachi che avremmo limonato persino col pavimento.
"April e Grace, bacio o shottino?" esclamò una delle mie amiche.
Puntai i miei occhi in quelli iniettati di sangue della ragazza.
"Fatti sotto" mi sussurrò all'orecchio.
Mi misi a cavalcioni su di lei e cominciai a baciarla, questo contatto mi piacque quindi lo approfondii, la mia mano cominciò a palparle il seno mentre la sua accarezzava timidamente il mio sedere.
Le morsi con forza il labbro, lei emise un gemito di dolore misto a eccitazione, le sue carezze diventarono presto sculacciate mentre mi muovevo su di lei e le nostre lingue danzavano armoniosamente.
Una mano mi afferrò con forza la spalla e mi tirò su. Guardai contrariata quella persona ma quando capii chi fosse i miei occhi si colmarono di lacrime, dovute ai sensi di colpa.
Carter.

My Best Friend Is A DaddyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora