Capitolo 4

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Mi sembra di avere dormito un eternità, mi sento carica anche se sono ancora un po' assonnata così prendo il mio i-phone dal comodino, accendo lo schermo e la luce che si irradia dal telefono per poco non mi acceca così inizio a sbattere ripetutamente le palpebre per cercare di guardare l'ora, le 03.58. Com'è possibile che io abbia dormito così poco?

Cerco per una mezz'ora buona, forse anche di più, di riaddormentarmi; le provo tutte, cuffiette, mi copro con il lenzuolo, mi scopro, tengono forzatamente gli occhi chiusi ed arrivo persino a contare le pecorelle, ma nulla, il sonno non vuole farsi sentire e così esasperata ed anche piuttosto nervosa decido di alzarmi e andare a fare una doccia.

Rimango sotto la doccia per un bel po, è uno dei miei posti preferiti, con il getto dell'acqua riesco a rilassarmi piano piano.
Dopo essere uscita ed essermi completamente asciugata decido di prepararmi al meglio per il primo giorno; mi asciugo i capelli, cosa che faccio molto raramente perché di solito li raccolgo in una coda di cavallo o in una cipolla disordinata, passo velocemente la piastra, mi metto un filo di mascara e cerco di coprire quelle maledette occhiaie che ho sempre sotto agli occhi e che mi fanno sembrare un panda o peggio, zio fester della famiglia Addams.

Vado in camera da letto apro l'armadio e cerco qualcosa di abbastanza sobrio da poter mettere per il primo giorno di università e che non mi faccia sembrare come dice Maelle: una scaricatrice di porto.
Dopo aver fissato per circa 5 minuti abbondanti il mio armadio opto per indossare la mia camicia a scacchi bianchi e neri, un paio di jeans stretti neri strappati sul ginocchio e con una catena che pende delle tasche silla coscia destra e le mie inseparabili vans.

Dopo essermi vestita ricontrollo l'ora. È ancora troppo presto, così decido di sdraiarmi sul letto e adesso con niente da fare e sola con me stessa , l'ansia per la nuova esperienza inizia a farsi sentire.
Ho paura che possa andare tutto male come è stato da 5 anni a questa parte. Non voglio più che si ripeta l'inferno che ho vissuto in quel maledetto liceo.

Andrà sicuramente male Fede lo sai che ti va sempre tutto male vero? Sarà sempre peggio.

Ecco la mia coscienza che non sta mai zitta! L'ansia cresce minuto dopo minuto e inizio a sentire lo stomaco chiudersi talmente tanto che mi inizia a fare male.


Alle 7 e 30 ricevo la chiamata di Maelle che per fortuna mi distrae da tutti quei brutti pensieri e dall'ansia che mi stava logorando, mi avvisa che sarebbe arrivata da lì a cinque minuti.

Scendo giù in sala dove trovo mia madre, mia sorella ed i miei nipotini che fanno colazione tutti insieme e sorridenti.

- Sei tu la pecora nera della famiglia, starebbero meglio senza di te- mi ricorda la mia coscienza

Appena mia mamma mi vede la sua faccia diventa scura e mi dice:

- È mai possibile che tu ti debba vestire da uomo? Sei una femmina Federica e stai crescendo è ora che tu ti vesta da donna. Già hai deciso di fare l'uomo-

Tutti sghignazzano e la cosa mi fa incazzare ancora di più, ma decido comunque di ignorarla e avviarmi fuori sbattendo la porta più forte che posso.

Alla fine del vialetto trovo Maelle sorridente e raggiante come al solito, mi stritola in uno dei suoi abbracci, che riescono scaldarmi il cuore e mi torna subito il buon umore.

- Dai Fede, sorridi! Questo è il nostro nuovo inizio!!! - mi urla Maelle saltellando di gioia.

Le sorrido salendo in macchina, allaccio la cintura e siamo pronte per andare.

In un mare di pensieri, tu mi salvi. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora