Capitolo 5

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Nel tragitto fino all'università sono distratta e assente,infatti Maelle ovviamente se ne è subito accorta e ha iniziato a farmi domande a cui io ho risposto soltanto a monosillabi.
Le ho detto che non ho niente ma non è così. Le parole di mia madre sono state come una pugnalata allo stomaco.
Io e lei non siamo mai andate d'accordo ma ultimamente la situazione è insostenibile.
Ad interrompere il silenzio è la mia migliore amica.

- Fede cazzo, ti conosco! Non puoi nascondermi niente ricordi? Io ti capisco. Avrò pure imparato a conoscerti dal primo anno di asilo ad ora!-

Decido di dirle ciò che mia mamma mi ha detto stamattina cercando di mascherate la voce rotta e di tenere dentro le lacrime che minacciano di uscire.

- È proprio una grandissima stronza! Non devi permetterle di farti stare male amo!- mi dice la mia migliore amica spostando la sua mano dalla leva del cambio al mio braccio.

Maelle ha ragione, mia madre è la cattiveria fatta in persona, non mi conosce e non sa nulla sulla mia vita, eppure non fa altro che criticare; Federica così non ci si veste, Federica cammina dritta, Federica le buone maniere, Federica non andare a fare il medico è un lavoro da uomo, Federica... Dio è insopportabile anche solo nei miei pensieri!

Maelle mi distrae dai miei pensieri alzando il volume della radio e c'è proprio la nostra canzone che rimbomba per tutta la sua cinquecento rossa: Ci sei sempre stata, di Ligabue.
Spengo tutti i pensieri brutti, le ansie da università, il pensiero del cambiamento ed inizio a cantare a squarciagola con la mia migliore amica. Ora si sono davvero felice.

*Un quarto d'ora dopo*

Il tempo in macchina sembra essere volato tra una canzone di Ligabue e alcune tamarre che solo la mia amica può ascoltare ed ora eccoci qui davanti all'università, il mio nuovo inizio, la mia nuova vita.

Io e Maelle siamo stranamente in anticipo, è una cosa che non capita mai perché siamo sempre state delle ritardatarie croniche. Data da segnare sul calendario.
Ci avviciniamo all'entrata dell'Università e subito veniamo assalite da una mandria di gente, per di più sembrano studenti un po' chiassosi ed alcuni un po' annoiati.
Finalmente, dopo una decina di minuti buoni a girare per questa immensa università riusciamo ad intravedere la nostra aula e ci avviciniamo insieme.
La mia migliore amica sempre sorridente e che non sta mai zitta è appiccicata a me, in silenzio e con una faccia impaurita. La sua ansia mi contagia.
Entriamo in aula ed io rimango a bocca aperta, è enorme, le pareti sono colorate di un grigio molto chiaro e qui e la c'è qualche cartellone raffigurante l'anatomia degli organi umani. Le sedie sono molto belle, imbottite e di colore blu e cobalto ed infondo alla stanza un enorme proiettore è posto appena dietro l'è orme cattedra dei docenti.
C'è ancora pochissima gente, due ragazze sono sedute in prima fila e ridacchiano tranquille, altri ragazzi e ragazze sono seduti con una faccia simile alla mia incerti se rimanere seduti in quell'aula immensa oppure darsela a gambe levate.
Io e Maelle prendiamo posto in mezzo all'aula, ne troppo avanti ne troppo indietro per poter stare attente ma anche distrarci se mai la lezione dovesse annoiarci. L'aula inizia a riempirsi sempre di più e sono rimasti solo una manciata di posti liberi in questa enorme classe, conterrà almeno un ottantina di persone.

Ad un certo punto la mia attenzione viene catturata da una ragazza che entra timidamente nella nostra aula con uno skateboard sotto al braccio, è di una bellezza disarmante.
È di media altezza, non troppo magra come piace a me e ha le curve giuste nel punto giusto, capelli biondi e occhi azzurri come il cielo ed io,nonostante sia piuttosto lontana da lei, mi ci perdo subito.
Indossa un paio di jeans stretti, un paio di Nike nere ed una t-shirt di un gruppo musicale che non conosco nemmeno.

La fisso per un periodo abbastanza lungo, forse troppo lungo, infatti ad un certo punto sento uno schiaffo di Maelle arrivarmi dritto sulla nuca.
Distolgo lo sguardo e fulmino la mia migliore amica che di tutta risposta inizia a ridere e a fare commentini sul mio sguardo decisamente troppo lungo posato su quella ragazza.

Sento lo stomaco stringersi. Ma che mi prende? Non la conosco nemmeno!

- Fede lascia perdere non ti vorrà mai. Interviene la mia coscienza.

La ragazza si dirige verso di me e, non so se per caso oppure per scelta, si siede accanto a me.
Io mi agito ancora di più come se l'ansia da primo giorno non sia già abbastanza, posso sentire il mio cuore in gola.
Anche lei è agitata, fa traballare tutte le sedie della nostra fila perché continua a muovere  avanti ed indietro le gambe tanto che sia io che Maelle ci giriamo a guardarla.
Lei si accorge e timidamente, quasi in un sussurro, ci chiede scusa.
Di tutta risposta io e Maelle le sorridiamo e ci presentiamo.
Ci dice solo che si chiama Diana e abbozza un sorriso.
Subito dopo in aula entra quello che deve essere il docente, è un uomo sulla quarantina, alto, con un bel fisico, capelli scuri e ricciolini occhi chiari e degli occhiali che gli danno un'aria più intellettuale.
Puntualmente arriva il commento della mia migliore amica che ormai ho imparato a conoscere:
- ammazza quanto cazzo è bono Fede! Abbiamo scelto l'università giusta che dici?-
- mah ti dirò amica condivido anche se non per il tuo stesso motivo - le rispondo a bassa voce e facendole l'occhiolino.

Entrambe scoppiamo in una risata troppo rumorosa infatti tutti si girano a guardarci e il professore si zittisce per un attimo.
Io e Maelle diventiamo bordeaux e sprofondiamo sulla sedia in estremo imbarazzo.

Le ore successive passano tranquillamente tra un docente ed un altro.

La ragazza di fianco rimane piuttosto silenziosa tutto il giorno, eppure averla lì vicino mi provoca delle strane fitte allo stomaco.
È così bella penso tra me e me. Il suo profumo mi manda fuori di testa.

*DRIIIIN*

La campanella mi distrae dai miei pensieri.
La giornata è finita ed io e Maelle ci dirigiamo verso casa.

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Spazio autrice.
Spero che questa storia vi stia piacendo.
Lasciatemi una stellina o un commento per dirmi la vostra.

A presto buona giornata.

In un mare di pensieri, tu mi salvi. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora