Capitolo 6

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Nella strada di ritorno io e Maelle parliamo dell'Università, canticchiamo allegramente Le canzoni che passano alla radio e ci organizziamo per il giorno seguente.
Mi riaccompagna davanti al vialetto di casa è subito un velo di tristezza compare sul mio volto, questa non è casa mia, io qui non mi sento davvero a casa.
Prima di scendere dalla macchina abbraccio forte la mia migliore amica, come se in questo abbraccio io voglia trovare la forza per affrontare la mia "famiglia".

Entro in casa e come oggi giorno le urla di mia madre che mi accolgono come un caloroso benvenuto. Strilla come una matta ma io nemmeno l'ascolto e le dico:
- buongiorno anche a te mamma. -
Lei si incazza ancora di più ed io vado nella mia stanza e accendo a tutto volume la musica. Parte la stella più fragile dell'universo una canzone di Ultimo che ha il potere di farmi piangere solo dopo la prima nota. Mi descrive proprio.

Senza quasi accorgermene mi addormento tra le lacrime sul letto e mi sveglio solo quando mio nipote che ha solo 3 anni piomba nella mia camera e inizia a saltare sul mio letto. Stropiccio gli occhi e gli sorrido, lui mi abbraccia forte e mi da un bacio sulla guancia. Amo i miei nipotini sono gli unici due componenti della famiglia alla quale mi sento legata davvero.

La serata prosegue abbastanza tranquilla, a tavola mia madre sposta tutta la sua attenzione su papà e io tiro un sospiro di sollievo.
La sera quando mi corico nel letto il mio pensiero si sposta subito su quella ragazza, Diana.
Così estremamente stanca dopo la giornata mi addormento pensandola e con una voglia estrema di vederla domani.

*IL GIORNO SEGUENTE*

Sono ancora in un sonno profondo quando la sveglia inizia a suonare ed io sobbalzo, allungo la mano sul comodino e la spengo. Temporeggio un pochino al caldo del mio letto poi mi costringo ad uscirne per evitare di fare ritardo già il secondo giorno e corro a farmi una doccia e a prepararmi per la giornata.

Stamattina tocca a me passare a prendere la mia amica a casa. Scendo giù, prendo un croissant, saluto tutti con un misero buongiorno e senza neanche aspettare una risposta mi avvio verso la macchina. Salgo e accendo subito la radio che stamattina mi propone la canzone di Lady Gaga: Born this way e cantando a squarcia raggiungo casa della mia amica che non appena apre la portiera e mi sente cantare cosi, afferma:

-Santo cielo Fede questa canzone è troppo gay!- e ridiamo entrambe.

Stamattina cercare l'aula è stato molto più semplice di ieri, infatti arriviamo molto in anticipo anche oggi e ci sediamo a chiacchierare con i ragazzi seduti nella fila davanti alla nostra, sono molto simpatici e gentili ma li ascolto per poco perché poi la mia attenzione si sposta nuovamente su di lei: Diana. Fa il suo ingresso in classe ed è persino più bella di ieri, oggi a coprire i suoi capelli biondi c'è un cappellino nero della new york con la visiera girata, indossa un jeans chiaro, una maglietta nera e le dottor's Martens. Cazzo quanto è bella!

Si avvicina e si siede anche oggi nel posto vicino al mio, nonostante ce ne siamo tantissimo vuoti e subito parto con i miei film mentali da oscar.

- Fede tranquilla che è solo una coincidenza- mi dice la voce della mia coscienza che però scaccio via il prima possibile per concentrarmi di nuovo su di lei. Sembra più rilassata di ieri e mi saluta con un timido ciao a cui io ricambio con un sorriso mentre cerco di ignorare la mia migliore amica che mi tira delle gomitate sul fianco. Io l'ammazzerò prima o poi questa stronza. Spero solo che Diana non se ne sia accorta.

Durante la giornata mi giro spesso a parlare con Diana, oggi è sorridente aperta e molto meno in ansia di ieri. Mi dice che le piace da morire Lady Gaga e subito troviamo un punto in comune.
- allora appena arriverà in concerto a Milano ci andremo io e te!- le dico tutto d'un fiato per poi maledirmi per aver corso troppo. Lei arrossisce ma acconsente.

La giornata vola davvero e io decido di fare un altro gesto forse troppo affrettato, strappo un pezzo di foglio ci scrivo sopra il mio numero di cellulare con il mio nome scritto in maiuscolo sopra e lo passo a Diana dicendole di scrivermi se le va. Nello stesso momento la campanella suona salvandomi da un estremo imbarazzo e io mi dileguo più in fretta che posso facendole un cenno con la mano e lasciando pure Maelle indietro.

Inizio a respirare solo una volta arrivata alla mia macchina e subito dopo di me Maelle arriva con un ghigno in faccia che sta a significare che ha capito e visto tutto. Io l'abbraccio e le dico che sono una sfigata, che ho fatto le cose in fretta e che d'ora in poi mi eviterà. La mia amica mi dice di stare tranquilla che non ho sbagliato nulla e che sono io che sto esagerando adesso. Fingo di crederle e andiamo verso casa.

Rientrata a casa realizzo felicemente che sono sola e sul tavolo trovo un biglietto con scritto: un viaggio di lavoro di tuo padre ci terrà lontani per qualche giorno da te verrà Maria. Sorrido pensando a lei, è la donna che mi ha cresciuta e ha lavorato per noi fino allo scorso anno quando mia madre ha purtroppo smesso di lavorare per dedicare il suo tempo ai miei due nipotini: Noah e Julian.

Prendo una coca-cola e mi butto sul divano ma non sono per niente tranquilla anzi sono un po' preoccupata, cosa che non è da me di solito cerco sempre dio fare finta di nulla di lasciare i problemi in un angolo della mia testa e di non pensarci. Non pensare a lei però è davvero troppo difficile... ma che cosa mi sta succedendo? Non posso essere cosi presa per lei se ci ho parlato solo una volta e conosco solo il suo nome. Solo ora realizzo di non averle nemmeno chiesto il cognome. Sono un piccolo disastro, avrei potuto sbirciare i suoi social...

A disturbare i miei pensieri ci pensa il campanello. Sussulto e corro ad aprire, sulla porta trovo la mia Maria sorridente come al solito che mi da uno dei suoi forti abbracci che mi fanno mancare il respiro ma che mi fanno anche tanto bene al cuore, se dovessi dire chi è mia madre, io direi lei. Dopo esserci staccate Maria si precipita in cucina ed inizia a preparare la cena, io mi metto li seduta sul bancone e senza quasi che io apra bocca per dire qualcosa Maria mi dice:

-Piccola mia, c'è qualcosa che non va?-

- Ninni, soprannome che le ho dato praticamente all'età di 9 mesi, ma come fai a conoscermi così bene?-

Lei sorride.

-Piccola per me sei come una figlia- e mi si aggiusta subito un'altra crepa sul cuore lasciata da mia madre- avanti raccontami tutto.-

Ed io inizio a vuotarle il sacco, le parlo di Diana di cosa mi fa provare di quello che sento per almeno una mezz'ora e lei dopo avermi ascoltato sentenzia:

-Cara Federica, anche per te, è arrivato il colpo di fulmine-

Avrà forse ragione ? Ma esiste davvero? Posso essere innamorata di una persona di cui non conosco nulla?

Cambio argomento e Maria se ne accorge subito ma fa finta di nulla.
La serata procede tranquilla mangiamo la sua squisita parmigiana di melanzane e ci mettiamo sul divano a guardare dall'inizio le stagioni di Glee, mi accoccolo con la testa sulle sue gambe e lei mi coccola come se fossi ancora la sua amata bambina. Mi addormento così, tranquilla e sentendomi amata per davvero.




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Spazio autrice:

Sto cercando di fare capitoli piu lunghi introducendo nuovi personaggi che spieghino un po la vita di Fede. Spero vi sia piaciuto e vorrei tanto leggere commenti a riguardo, consigli e qualche stellina :)

A presto con un nuovo capitolo.

In un mare di pensieri, tu mi salvi. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora