Capitolo 13

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Cerco di capire come mai Diana è così spaventata, la sua mano ancora intrecciata alla mia ha iniziato a tremare visibilmente, il suo viso è diventato pallido ed i suoi occhi lucidi, quindi avvicinandomi e sovrastando le casse che pompano all'interno del pub, le chiedo che succede ma lei sembra non ascoltarmi e continua a tenere lo sguardo fisso dietro di me. Sembra quasi ci sia un fantasma.

Decido perciò di girarmi per guardare nella sua direzione e vedo che il suo sguardo punta diritto verso un ragazzo seduto al bancone che indossa un felpone con cappuccio e dei pantaloni della tuta neri. Senza che lei apra bocca capisco chi è: Ethan.

Prima ancora che io riesca a realizzare il tutto, lui piomba al nostro tavolo come una furia.
Inizia a inveire contro Diana, le urla un sacco di cattiverie e lei non risponde, non dice una parola, riesce solo a piangere.
Dopo poco lui si gira verso di me e appena nota le nostre mani intrecciate inizia a dare di matto urlando così tanto da coprire la musica e da far spostare tutta l'attenzione delle persone presenti nel pub verso di noi.

- sei una puttana! Mi hai rovinato la vita! -

La vena sul suo collo gli si gonfia sempre di più, i suoi occhi sono pieni di rabbia ed il suo sguardo non promette nulla di buono .
Guarda Diana con una cattiveria che non ho mai visto prima d'ora in nessuno, mi fa quasi paura.
L'afferra con rabbia tirandola su di peso e stringendola e tirandola per il braccio.

- tu vieni via con me! - ringhia lui

- Ethan lasciami andare, mi stai facendo male ti prego... lasciami! - sussurra Diana tra le lacrime.

Non posso vederla così!

Fede non metterti in mezzo ti farai male interviene la mia coscienza.
Decido subito di scacciare ogni pensiero perché lei ha bisogno di me.

Balzo in piedi dalla sedia e mi avvicino a lui con fare minaccioso dandogli uno spintone che lo fa barcollare all'indietro contro il tavolino dietro di lui. Ethan per non cadere lascia la presa dal braccio di Diana, che nel frattempo in un attimo si nasconde dietro di me terrorizzata.
Sono accecata dalla rabbia e continuo a spintonare via Ethan che cerca di avvicinarsi alla mia Diana e ad urlare che lei è roba sua oltre che numerosi insulti omofobia e sessisti.

Ad un certo punto sento un dolore lancinante allo stomaco e mi piego letteralmente in due. Mi manca il respiro. Non riesco a stare dritta e il dolore mi sta logorando dentro. Solo dopo un attimo realizzo di essermi presa un bel pugno dritto nello stomaco.
Sono ancora piegata in due e lo sento urlare:
- me la pagherete brutte lesbiche del cazzo-

Dopo alcuni secondi che però sembrano ore dei ragazzi presenti al pub lo spingono via ed io inizio lentamente a respirare di nuovo e cerco di ricompormi.
Finalmente il titolare del bar si accorge di quello che sta succedendo e si avvicina a passo svelto.
Non appena il titolare ci raggiunge dice che avrebbe chiamato la polizia e quindi lui ed i suoi amici si dileguano in un attimo.

Sento Diana che mi abbraccia con la testa poggiata sulla mia schiena. Sta piangendo e lo capisco perché sento la mia maglietta che gradualmente si bagna.

Prendo tutte le forze che ho e mi tiro dritta, il dolore è davvero fortissimo, non ho mai provato nulla di così doloroso ma cerco di limitare le smorfie di dolore e mi giro verso di lei... è scossa, piange così tanto che le sue gote sono arrossate.. La prendo per mano e con le ultime forze rimaste la trascino fuori dal locale sotto gli sguardi curiosi della gente presente .

Lei non mi guarda nemmeno negli occhi e mi dice:

- scusa scusa scusa, tu non ti meriti tutto questo! Te l'avevo detto che non dovevi avere nulla a che fare con me! Sono egoista avrei dovuto lasciarti fuori da questa cosa-

In un mare di pensieri, tu mi salvi. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora