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"accesso confermato" la voce robotica di Alexis mi sveglia.

Sbuffo e alzo lo sguardo verso l'entrata, "Buongiorno signorina" mi saluta la signora Gramsy con un vassoio in mano, ha le guance paffute e sempre rosse, trasmette felicità solo con uno sguardo ed è forse una delle persone che più voglio bene, è arrivata in azienda un anno dopo di me e da subito abbiamo fatto amicizia è come una zia per me.

"Gramsy ti aiuto" mi alzo dal letto e le vado contro aiutandola con il vassoio visto che con l'altra mano tiene un carrello. Lavora nella mensa ed è un'ottima cuoca, vado a trovarla ogni giorno e delle volte le do una mano anche se ad aiutarla in cucina ci sono almeno 20 persone.

"tranquilla tesoro" dice prima che io prenda il vassoio, "non dovevi disturbarti" sorride e quella semplice curva mi scalda il cuore.

Sistema il grembiule intorno ai fianchi prosperosi prima di avvicinarsi a me allargando le braccia stringendomi in un abbraccio, mi piace la sua genuinità e il suo modo di fare apprensivo.
Galas è un robot e cose come provare affetto non le vengono in modo spontaneo e sicuramente non trasmettono lo stesso amore.

"c'è un ragazzo qui fuori" sorride e si allontana dall'abbraccio,"lo conosci?" chiede, si preoccupa sempre per tutto.

"si, tranquilla" mi limito a dire,
avrà passato una nottataccia.

"accesso confermato" alzo gli occhi al cielo. Lo scanner sembra non avere molta utilità visto che chiunque può entrate in ogni momento.

Harry entra analizzando la mia figura,accenna un leggero sorriso, abbasso lo sguardo,starà ridendo per il pigiama?

"Signorina james, si prepari, verrà con me" guarda la signora Gramsy salutandola con un cenno della testa.
Ha un aspetto normale e non disastroso come pensavo, se non fosse per i capelli leggermente disordinati e le lievi occhiaie sotto gli occhi non avrei mai pensato avesse passato una notte insonne.
"vestiti comoda" riprende uscendo dalla porta.

"è carino il tuo amico" ride Gramsy riprendendo il carrello con gli altri vassoi, "ti aspetto alla mensa" mi saluta trascinandosi alla porta.

Cammino verso l'armadio passando vicino allo specchio, mi fermo pochi secondi notando che lo chignon disordinato che avevo fatto ieri è completamente distrutto e miei capelli sembrano diventati un nido di uccelli, ora capisco perchè del sorriso di Harry.

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Allaccio le scarpe nere prima di aprire la porta con l'impronta della mano, Harry è seduto a terra con la schiena appoggiata alla parete ha la testa leggermente alzata e sembra essere immerso nei suoi pensieri quasi in un altro mondo.

"eccomi" dico nel tentativo di attirare la sua attenzione, mi guarda rimanendo in silenzio, "dove andiamo?" sorrido, ammetto di essere a disagio.

"nella stanza dove ti hanno trovato a curiosare"si alza e inizia  a camminare.

"okay" lo seguo lungo il corridoio senza aggiungere altro.

Oggi la JMC sempre più popolata del solito, molti ragazzi passano vicino a me e a Harry i loro occhi sembrano spenti, si sforzano solo di muovere i piedi, con loro ci sono 4 militirari due che indicano la direzione muovendo le mani facendosi notare dai ragazzi e due dietro per contenere la la grande quantità.

"nuove reclute?" mi avvicino a Harry, si è fatto cupo in viso e nei suoi lineamenti posso vedere anche un pò di tristezza.

"si" è visibilmente infastidito,più del solito almeno.

Vedo la porta d'ingresso per la zona degli addestramenti quando un pensiero attraversa la mia mente facendomi venire un brivido.
Io non dovrei essere qui, non posso entrare, sono già stata avvertita da mio nonno e solitamente non gli piace ripetere due volte le cose.

"puoi entrare, ho avvisato tuo nonno" digita la password ed entriamo, sembra avermi letto nella mente anche se penso che molto probabilmente la mia preoccupazione si sia letta nei miei occhi, non riesco a nascondere le mie emozioni, negative o positive che siano.

"che dovremmo fare?" cammino nel corridoio nero, io e Harry ci avviciniamo alla porta destra dell'androne, quella che non ho potuto vedere ieri.

"tu non dovrai fare niente" dice ovvio, mi ha portata con lui  per fare il palo, che bel pensiero.
Anche se non mi aspettavo che avremmo passato la giornata come amici visto che in questo momento sono solo la sua palla al piede.
"devo addestrare le nuove matricole, tu ti limiterai a guardare" entriamo nella sala bianca circondata da specchi e attrezzatura sportiva.

Mi guardo allo specchio, penso di aver fatto la giusta scelta mettendo un paio di leggins grigi e una maglietta bianca, sembra quasi che devo allenarmi io.

"vado a mettere la tuta, tu rimani qui" mi guarda ripetendomelo con gli occhi sottolineando il rimani qui prima di uscire dalla stanza.

Harry con la tuta aderente della JMC, al solo pensiero mi si forma un sorriso in volto.
Sembra il classico tipo di ragazzo duro e solo, quello che non ama divertirsi e che preferisce svolgere il proprio dovere, anche se non ama seguire gli ordini, questo ragazzo è un'insieme di contradizioni e lo conosco solo da due giorni.

"accesso" la voce di alexis rimbomba nella stanza.
"già tornato?" mi volto verso la porta, rimango ferma notando che il ragazzo che è tornato non è Harry.

"non so chi tu stessi aspettando,ma io sono sicuramente meglio" ghigna, sistema il ciuffo biondo cenere.

"scusami, tu saresti?" la mia voce risulta più acida di quanto pensassi, persone del genere non fanno altro che infastidirmi.

"Aron, hai tuoi ordini dolcezza" si avvicina a me mettendo in mostra i muscoli, è un bel ragazzo ha gli occhi nocciola e un bel corpo ma è troppo invasivo e sfrontato.

Si siede nella sedia vicino a me continuando a ghignare squadrandomi.

"invece tu chi sei?"

Non rispondo, lo ignoro, non mi piace, spero solo che arrivi Harry al più presto possibile.
La mia testa già sta immaginando i mille scenari possibili che potrebbero accaddere, non avere la protezione di mio nonno mi fa capire quando io sia debole e poco sicura senza lui e questo non mi piace affatto, non voglio essere la persone che viene protetta ma la persona che si protegge.

"ti sei mangiata la lingua?" si alza avvicinandosi a me.

Non mi piace per niente questa situazione, mi sento impotente, semplicemente non mi so difendere.

"rispondi, non ti mangio mica" ride, questa sua vicinanza mi spaventa e gli occhi mi bruciano, lui è più grande di me e sicuramente più forte, la sua figura mi copre completamente e il suo alito mi sfiora leggermente la pelle per quanto è poca la vicinanza tra noi.

"Aron, che cavolo ci fai qui." sento la voce di Harry e il mio cuore come la mia mente si rilassa, il mio battito rallenta e i mie muscoli non sono più tesi.

"Styles" si gira verso di lui mantenendo quel ghigno inquietante in volto, "calmati amico" fa segno con le mani e se ne va.

"Deficente..." il sussurro di Harry riecheggia nella stanza.

"tutto ok?" si avvicina a me tenendomi la spalla osservandomi in viso, nonostante i tentativi di tenere le lacrime qualcuna è scappata.

"ti ha fatto qualcosa?" prende fazzoletto da una borsa nera poggiata a terra accanto a me.

"no." rispondo secca, tenendo le lacrime, ammetto che avevo paura che sarebbe successo qualcosa di sgradevole.

"tieni" mi porge il fazzoletto e si allontana da me aprendo la porta, le matricole devono essere arrivate.

Harry è arrivato al momento giusto e gliene sono grata per questo.

ciao a tutti! eccovi un nuovo capitolo di GLITCH, spero come sempre che la storia si stia piacendo, continuate a leggere per scoprire il segreto della JMC e anche per vedere un Harry più dolce.

xoxo

p.s. se vi è piaciuto il capitolo fatemelo sapere con una stellina.

GLITCH// H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora