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In breve tempo la stanza si riempie di circa 30 ragazzini con età compresa dai 10 ai massimo 15 anni, sono così piccoli eppure già pronti ad affrontare la vita.
Nei loro occhi non riesco a vedere la spensieratezza o l'allegria che distingue l'animo dei ragazzi, i loro sguardi mi trasmettono solo tristezza per la consapevolezza che tutti i loro sogni sono stati ridotti a ricordi lontani chiusi a chiave nei posti più remoti dei loro cuori. Nonno dice che questi ragazzi vengono di loro volontà nell'organizzazione nel tentativo di guadagnare qualcosa per le loro famiglie e questo non mi stupisce dato che una gran parte della popolazione a Detroit ha grandi problemi economici e molte di queste persone si trovano ai confini della città, nonno non vuole che io metta piede li, secondo lui la zona è pericolosa e molte volte quando ne parliamo cambia argomento. Mio nonno è d'avvero strano.
Tutti hanno la tuta aderente che ha Harry e osservandolo meglio credo gli doni, pensavo peggio.
I ragazzi seguono i suoi movimenti per il riscaldamento, sono perfettamente coordinati e non scherzano tra di loro come pensavo facessero, sono seri e concentrati.
La prima mezz'ora passa e io rimango ad osservarli analizzando ognuno con attenzione, quelle tute sembrano fastidiose da indossare e ciò si può intuire dalle loro facce.
"voi" Harry indica metà dei ragazzi, "esercitatevi nelle flessioni" riprende, indica poi la seconda parte del gruppo "voi invece fate i pesi" cammina verso il centro della stanza osservando ogni movimento correggendo i minimi sbagli, è così preciso e attento.
Serra la mascella quando nota gli errori e nonostante l'espressione corrugata rimane ugualmente un bel ragazzo.Ormai continuano ad esercitarsi da 40 minuti e oltre a rimuginare su ciò che è successo con Aron non so cos'altro fare, speriamo finisca presto.
"ti diverti?" Harry è vicino a me, accenna un sorriso.
"io..." mi guardo intorno e la stanza è vuota, devo essermi distratta e non mi sono neanche resa conto che la lezione è finita.
Harry è seduto vicino a me, una gocciolina di sudore gli scende in fronte e i suoi occhi sembrano più verdi del solito,penso di essermici persa anche se per poco.
Sorrido non sapendo che dire è lui sembra divertito dalla mia reazione,sapeva che mi avrebbe colto alla sprovvista, "Harry devo chiederti una cosa" sfrutto l'apparente buon umore per chiedergli un favore e spero con tutto il cuore che accetti, dopo l'accaduto di prima con Aron mi sono sentita impotente e queste sensazioni mi hanno spinta a fare una decisione per me stessa.
Mi guarda senza dire nulla, il suo buon umore sembra essersi dissolto e con gli occhi mi spinge a continuare a parlare.
"vorrei imparare ad auto-difendermi e ho bisogno del tuo aiuto" dico velocemente aspettando una sua risposta con la faccia contratta e spaventata della possibile reazione.
"eh?!"Mi guarda alzandosi di colpo, "perchè se ci sono io a difenderti?" come sempre risponde ovvio, sembra non rendersi conto di ciò che ha appena detto quando si ferma vendendo la mia faccia perplessa, ammetto che non mi aspettavo una risposta del genere da lui che è sempre antipatico e di cattivo umore.
"E' proprio questo il punto, voglio essere io a difendermi non voglio altri" mi alzo ritrovandomi a pochi centimetri dalla sua faccia, "se non vuoi aiutarmi chiederò a un'altra persona". Mi osserva senza dire nulla è tornato serio, si allontana dal mio viso analizzando la mia figura minuta.
"e per la cronaca ciò che hai detto ha una nota di maschilismo" cammino verso l'uscita, questo ragazzo mi infastidisce, se voglio imparare a difendermi chiederò a mio fratello. Che stupida che sono.
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GLITCH// H.S.
Fiksi PenggemarSiamo ormai lontani secoli dagli anni 2000 e l'uomo ha portato avanti la sua idea di una società sempre più tecnologica e controllata, nulla accade se non voluto, il mondo segue un sistema ben preciso che garantisce l'ordine e il più piccolo errore...