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La distanza tra la mensa e l'assistenza è minima, non l'avevo notata l'ultima volta, forse perchè avevo altro per la testa o semplicemente perchè ero stanca, poco tempo prima avevo avuto una lite con Liam e pensavo sopratutto a lui.
"ecco" indico la porta ed entriamo, il laboratorio è meno affollato, i robot sembrano dimezzati, d'avanti ai mille schermi c'è Dylan è molto concentrato tanto che non si rende conto della nostra presenza, smanetta con il computer e il rumore dei tasti è l'unica cosa udibile.
Al centro della stanza sostenuta da una struttura in metallo,c'è Galas, in questo poco tempo che non siamo state insieme sembra diversa, i capelli neri sono raccolti in una coda e vederla spenta mi stranisce visto che per tutto il tempo che è con me non dorme mai, d'altronde è un robot.
"Ei tu" lo chiama Harry e Dylan alza di poco lo sguardo ,scatta dalla sedia quasi cadendo.
Alcuni gesti di Dylan mi rispecchiano,anche perchè entrambi siamo abbastanza imbranati a quanto pare."ehm.. ciao.., AMBER!" mi viene incontro senza abbracciami, lo saluto con un sorriso.
"Galas è pronta" prende un telecomando sulla scrivania e clicca svariati tasti , gli occhi di Galas si aprono di colpo, lungo le braccia si accendono dei led blu che si ramificano fino al centro del petto.
Osservarla mi affascina, l'uomo ha fatto grandi scoperte e Galas ne è una prova, il suo cervello è molto simile a quello nostro, formato da neuroni, sinapsi e quant'altro è come una simulazione del nostro sistema nervoso, ricordo ancora la lezione di biotecnologia del professore Joe.
"accensione in corso" Un brivido mi percorre la schiena, infondo la voglio bene e non averla tra i piedi mi è mancato.
Harry si avvicina a noi, guarda anche lui meravigliato, in tutti questi anni non l'avevo mai vista accendersi.
"dobbiamo aspettare ancora molto?" Harry si gira verso Dylan che per tutto il tempo ha mantenuto una faccia fiera.
"si" lo guarda storto, "la tecnologia ha i suoi tempi" gli si è formato un cipiglio in volto, Mister serietà sa essere fastidioso.
Harry alza le mani in segno di resa come per prenderlo in giro, Dylan tiene molto a quello che fa e si può vedere anche nel modo in cui ne parla.
"Grazie Dylan" cerco di cambiare argomento visto la tensione nell'aria.
Lo abbraccio senza pensarci più di tanto è solo un modo per ringraziarlo,infatti dura pochi secondi."dovresti ringraziare anche loro" indica i pochi robot/operai in stanza, bene ho scoperto che Dylan è pure umile.
Mi stacco dall'abbraccio sorridendo, "quindi Galas quando tornerà operativa?" azzardo la domanda, sapendo che gli avrebbe portato fastidio anche se dalla faccia non sembra, è da troppo tempo che aspettiamo.
"domani mattina"guarda me e Harry, "deve fare una sorta di installazione dei dati" indica la testa di Galas.
"possiamo portarla in camera?" dovrò ancora stare con Harry, mi spiace è evidente che vorrebbe riposarsi.
"certo!, però si attiverà domani" sorride, forse cerca solo di sistemare la situazione sorridendo, Harry contrae la mandibola.
"la farò portare in camera tua stasera" continua a sorridere non sapendo che altro fare."d'accordo" gli rispondo e cerco di portare via Harry prima che succeda qualcosa a Dylan.
Usciamo dall'assistenza delusi, sia io che Harry pensavamo che già da ora saremo stati ognuno in camera propria senza responsibilità superflue, anche se il discorso vale più per lui che per me.
"mi dispiace, non voglio essere un peso, perciò puoi dormire in camera tua, se vuoi" accenno un sorriso amaro,odio essere un problema.
Non ho bisogno di qualcuno che mi tenga d'occhio e poi non mi piace essere d'intralcio.Si gira, continua a camminare, "non preoccuparti e smettila di scusarti" sorride anche lui andando verso la porta di camera mia,"non sei un peso" conclude prima di aprire la porta.
A quelle parole inevitabilmente sorrido è la prima volta che è carino con me, forse sarà la stanchezza.
"se vuoi puoi dormire con me, ho un divano ed è abbastanza comodo" spero solo che questa volta dica di si.
"va bene"si arrende, "solo perchè sono stanco" si giustifica, "prima però aspetto che portano il robot" esce dalla camera.
Il robot, la porola continua a rimbombare nella mia testa,per me Galas è una persona e sentire quelle parole da lui mi infastidiscono, anche se so che in fondo ha ragione forse semplicemente non voglio ammettere questo particolare a me stessa cercando a tutti costi di ometterlo.Ad ogni modo,oggi è la mia giornata fortunata, sono riuscita a convincere Harry Styles ben 2 volte.
Corro a fare una doccia prima di mettermi il pigiama, pettino i capelli lasciandoli sciolti."accesso confermato" scatto d'avanti la porta, Harry entra con Galas che viene sostenuta da una versione più piccola di quella struttura in metallo che la sosteneva in laboratorio.
"ecco" Galas viene poggiata in un angolo della stanza dove non dovrebbe portare fastidio.
"quello è il divano comunque" indico il sofà bianco che si trova di fronte il mio letto, solitamente lo uso per leggere ma oggi ospiterà il Testardo, antipatico e cupo Harry.
Prendo un cuscino dal mio letto portandoglielo,lo afferra sfiorando le mie dita, fin troppo fredde per le sue calde.
"grazie" poggia il cuscino nel divano prima di buttarsi sopra di esso, che persona delicata.
Mi dirigo verso la console con i comandi della stanza, spengo le luci facendo comparire le stelle sul soffitto, Harry sembra sorpreso e la sua espressione mi diverte.
"ti piacciono?" non resisto, dovevo chiederlo, a parte mio nonno e Liam nessuno sa di questa piccola particolarità della mia camera ed è proprio questo che la rende diversa dalle altre troppo semplici.
"si, è molto bello, hai il cielo in una stanza" sorride leggermente, sembra essere sincero e il fatto che gli piaccia mi rende soddisfatta, da lui che è un tipo particolare vale molto più di qualsiasi altro commento fatto in precedenza.
Vado dritta verso il letto, con la faccia rivolta verso il soffitto ammirando le piccole luci.
"perchè averle in camera se puoi vederle fuori?" la voce di Harry mi stupisce, pensavo che non mi avrebbe parlato.
"Nonno ha stabilito degli orari e la sera devo tornare in camera prima che faccia buio e poi mi piace averle in camera, posso dormire sotto le stelle" ho un tono calmo anche se sentire queste parole mi fanno capire quanto potere mio nonno esercita su di me.
Sento dei passi e a pochi metri da me vedo Harry seduto ai bordi del mio letto, mi alzo di scatto.
"perchè proprio le stelle?" quindi Harry oltre a essere scontroso e anche curioso.
"Mi ricordano i miei genitori, i miei nonni materni e mia nonna paterna, mi piace pensare che siano diventati delle stelle e poi quando le guardo mi rilasso,entro nei miei pensieri,nel mio mondo" le parole mi escono senza freni, decido di esprimere tutto ciò penso, mi trovo bene a parlare con lui .
Mi guarda dispiaciuto anche se cerca di non darlo a vedere, i suoi occhi brillano e inevitabilmente mi scende una lacrima, parlare di tutte alle persone alla quale ho voluto bene mi provoca sempre questa reazione, odio quando mi mostro debole perchè non voglio essere compatita.
"non piangere" poggia la sua mano sulla mia guancia asciungando la goccia salata, questo gesto mi lascia interdetta, non so cosa gli sia preso ma questa sua versione è la migliore.
"io vado a letto" toglie la mano e già avverto freddo, il suo volto ha cambiato espressione, cerca di tornare a tutti i costi serio e inespressivo, ma lui non è una macchina e lo sa.
"buonanotte"sussurro sistemandomi nel letto, non ricevo nessuna risposta.
Ciao a tutti!!
Vi sta piacendo Glith? cosa ne pensate?
perchè secondo voi Harry si comporta cosi?
lasciate una stellina o un commento!
al prossimo capitolo!XOXO♡
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GLITCH// H.S.
FanficSiamo ormai lontani secoli dagli anni 2000 e l'uomo ha portato avanti la sua idea di una società sempre più tecnologica e controllata, nulla accade se non voluto, il mondo segue un sistema ben preciso che garantisce l'ordine e il più piccolo errore...