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"codice di accesso negato" la voce robotica di Alexis, l'intelligenza artificiale che progettò ormai anni fa il mio bisnonno per la sicurezza dell'organizzazione, distrugge con quattro semplici parole, tutte le mie aspettative di passare un pomeriggio diverso dal solito.

I corridoi della JMC sono da sempre silenziosi, un silenzio ricco di freddezza e di serietà che non si addicono al carattere di una 18enne, pieno di grinta e voglia di sapere, l'unica cosa udibile è il suono dei passi veloci dei dipendenti o degli stessi militari che mio nonno, Carl James, addestra per poi vendere ad altre organizzazioni o città.

All'interno di quei corridoi che non trasmettono l'amore e il calore che può essere trasmesso dalle pareti una casa, sono cresciuta io. Avevo due anni quando i soci di mio nonno mi portarono nel grattacielo della JMC, i miei erano morti poche ore prima in un incidente aereo, ai tempi non capivo cosa stesse succedendo, ne dove mi trovavo, a me bastava stare con la mia polly, una bambola di stoffa che mi fece tempo fa
mia nonna materna.

Rimango ad osservare la porta metallica per svariati secondi prima di cliccare tasti a caso nella tastiera affianco a quest'ultima, nel tentativo di aprirla.
1835 "errore"
5609 "errore"
2607 "accesso confermato"
un urletto di gioia esce dalla mia bocca quando la porta inizia ad aprirsi.
"la data di nascita di nonna, facile",un sorriso beffardo spunta sul mio volto in segno di vittoria, dopo tutto questo posto non è tanto sicuro.

Ogni cellula del mio corpo è in agitazione, sia per il pericolo di essere scoperta, sia per la voglia di sapere cosa nascondono quelle porte così robuste e impenetrabili.

Un corridoio completamente nero si presenta d'avanti ai miei occhi, le parti superiori di entrambi le pareti dell'androne possiedono dei Led che illuminano il perimetro.

La porta in metallo dietro di me si chiude emettendo un leggere bip, sono dentro.
Guardo con curiosità tutto ciò che mi circonda , qui si respira un'aria diversa, meno rigida.
Cammino lungo il corridoio nel tentativo disperato di trovare qualcosa di interessante da fare, le mie giornate sono da sempre state noiose caratterizzate solo da quel silenzio fastidioso.

Mio nonno, come mia nonna, non hanno mai avuto il tempo di occuparsi di me e la mia unica amica è un robot, il suo nome è Galas e da quanto sono piccola si prende cura di me, anche se solo un algoritmo è per me come una madre.

Il suo aspetto non è poi così tanto strano è a tutti gli effetti un essere umano (all'esterno), i suoi sentimenti sono comandati da mio nonno, per questo lei prova amore e affetto nei miei confronti, altrimenti non avrebbe provato nulla.

Il posto è stranamente buio e di stanze del genere non le ho mai viste nel palazzo,tutte le camere sono solitamente bianche e ordinate, nulla è fuori posto e questa a differenza delle altre sembra staccarsi dal resto.

Nelle parati dell'androne sono presenti grandi finestre che ,per mia fortuna, lasciano intravedere l'interno delle stanze che vengono separate dal corridoio da delle porte nere quasi mimetizzate con le pareti, tutto in questa stanza sembra segreto e questa particolarità rende tutto più interessante.

La prima stanza a sinistra è illuminata da una luce bianca che aiuta sicuramente la vista al suo interno, la camera è piena di sacchi da pugilato e da varie attrezzature tecnologiche che l'organizzazione di mio nonno fabbrica di cui non conosco le funzioni.

Dei ragazzi di varie età sono presenti nella stanza, indossano delle tute nere aderenti composte da un tipo di materiale super resistente, lungo le braccia sono visibili poi delle linee blu elettrico che vanno a concludersi nel petto dove prendono posto le iniziali JMC del medesimo colore.

Dalla mia posizione, ovvero di fronte ai vetri, riesco a sentire gli affanni e il rumore dei pugni sul tessuto del sacco.

I ragazzi sono divisi in due gruppi, chi esercita i bicipiti,chi l'addome e poi ad osservarli sono presenti due ragazzi più grandi, vent'anni a testa, uno ha i capelli biondi e gli occhi azzurri,la classica accoppiata di colori, il suo viso però ispira simpatia infatti i suoi lineamenti sono dolci e per quanto può essere concentrato e serio non sembra una cattiva persona.
L'altro ragazzo invece possiede colori differenti in viso, i suoi capelli sono neri leggermente rasati ai lati, mentre gli occhi sono scuri, i soliti colori occidentali e a differenza del primo i suoi lineamenti sono decisi e la sua espressione seria non lascia trasparire nessuna emozione,ne posiva ne tanto meno negativa.

Per quanto noioso può sembrare osservare dei ragazzi mentre si allenano, per me significa passare dei momenti differenti, dal solito studio che mi opprime ogni giorno di più.

Mi accovaccio a terra chiudendo gli occhi e godendomi il momento libero, che ho solo grazie al fatto che Galas ha un guasto ed è in assistenza, nel caso non fosse successo avrei avuto lei accanto 24h su 24h, mio nonno l'avrà programmata come "mamma iperprotettiva", una risata esce dalla mia bocca che cerco di soffocare immediatamente con una mano per non farmi sentire, ma il mio tentativo è vano, infatti la risata echeggia per tutta la stanza, facendomi scattare in piedi e correndo verso la porta in metallo, mi hanno sicuramente sentito e se mi vedono non si faranno problemi a comunicare tutto a mio nonno.

Digito la password di fretta causa per la quale sbaglio diverse volte.
"andiamo..." sussurro a denti stretti.
"uscita confermata" pronuncia Alexis con la solita voce, cosa mi aspetto?d'altronde è un'intelligenza artificiale.
A volte penso che sarei stata più felice se fossi nata secoli fa, quando ancora c'era un contatto umano.

La porta si apre con la solita lentezza, una volta aperta mi ritrovo un esemplare di Liam, mio fratello, ridere con un suo amico, suppongo, d'avanti la porta che come me aspetta l'apertura di quest'ultima.

Chiudo gli occhi certa della mia fine e in attesa della solita sgridata.
Liam ha 5 anni in più di me, i capelli castani come i miei e gli occhi dello stesso colore, solitamente mantiene sul viso un leggero strato di barba che gli attribuisce un area più seria e adulta,anche se, se lo si conosce meglio è molto tenero,impazzirei se non ci fosse lui con me.

"andiamo..." gira il volto verso di me accigliando lo sguardo, il suo umore tanto allegro svanisce in pochi secondi e il ragazzo alla sua sinistra ghigna quando vede la reazione dell'amico.

"Amber... cosa diamine ci fai qui!" accelera afferrandomi per il polso e portandomi fuori dalla stanza, nel corridoio bianco latte.

"io...ecco.." inizio non trovando le parole, so che non dovevo curiosare nell'edificio ma la tentazione era troppa.

"lo sai che nonno non vuole" mi rimprovera lui alzando l'indice verso di me.

"si lo so, ma non faccio nulla tutto il giorno! mi tenete rinchiusa in una stanza insieme ad un robot come guardia!" sputo, consapevole si essermi sbilanciata troppo.

"se ti teniamo chiusa nella tua camera sicuramente un motivo ci sarà! ora vai in camera senza controbattere, io devo lavorare non posso starti dietro" dice infine rimettendo la password per aprire la porta ormai chiusa, "che poi come hai avuto la password?" guarda nella mia direzione con aria confusa, mentre il suo amico assiste alla scena con aria divertita, ha dei capelli castani leggermente ricci all'estremità, i suoi occhi sono verdi, un verde difficile da decifrare, la sua pelle è chiara, la sua bocca sottile e rosea, indossa, come mio fratello, un completo elegante nero che sicuramente cambieranno poi con le tute dell'organizzazione.

"meglio finirla qui,non vorremmo infastidire il tuo amico, e poi devi lavorare" mi giro di spalle e cammino soddisfatta lungo il corridoio per dirigermi nella mia stanza.

In lontananza si sentono solo delle risate, che inevitabilmente fanno spuntare sul mio volto un ghigno.

Ciao a tutti, benvenuti su GLITCH, questo è il primo capitolo e spero vi sia piaciuto.
Cercherò di pubblicare più spesso questa storia anche perchè ci tengo particolarmente.
scusatemi per eventuali errori.
Se avete bisogno di un riferimento per immaginarvi AMBER, immaginatela come Barbara Palvin.

XOXO♡
p.s. se vi è piaciuto il capitolo fatemelo sapere con una stellina.

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