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"ecco qui" disinfetto la piccola ferita, siamo in camera mia seduti nel divano bianco.
"non ne avevo bisogno" dice serio facendo incrociare i nostri sguardi, "non ho mai avuto bisogno di nessuno" aggiunge sussurrando, nei suoi occhi riesco a scrutare un velo di tristezza.
"perchè dici così?" picchietto il batuffolo di cotone sulla ferita che senza sangue è impercettibile da vedere.
"nessuno mi ha mai medicato e sono comunque sopravvissuto" accenna un sorriso amaro ritornando indietro nei ricordi.
"adesso ci sono io..." sibilo, ci guardiamo per pochi secondi e sembra essere scosso, "ho finito" dico interrompendo il contatto visivo, afferro la valigetta del kit medico e poso il disinfettante.
Improvvisamente sento la mano di Harry sul mio volto, gli anelli sono freddi a contatto con la superficie calda della mia guancia, alzo lo sguardo, rimango immobile osservandolo, non mi stancherei mai di farlo.
"grazie Amber..." si avvicina a me abbracciandomi, mi spiazza con questo semplice gesto che non avrei mai pensato di ricevere da lui, dimostra sempre di essere duro, questa è la prova che anche il più freddo degli uomini ha bisogno di piccoli gesti, ricambio l'abbraccio poggiando la testa sulla sua spalla.
"perchè ci hai seguiti?" chiede allontanandosi leggermente per guardami in volto.
"non lo so,istinto forse?" ammetto, non capisco neanche io il motivo, probabilmente curiosità.
"può darsi" sorride, sistema una ciocca ribelle dei miei capelli dietro l'orecchio mandando scariche elettriche in tutto il mio corpo solo sfiorando la mia pelle con le dita affusolate.
"sai cosa mi farebbe stare meglio?" chiede accarezzandomi i capelli, sembra un'altra persona, i suoi modi, le sue parole e i suoi sguardi cambiano a distanza di pochi minuti e questo mi confonde ogni volta, ma allo stesso tempo mi sfinge sempre più vicino a lui nel disperato tentativo di comprenderlo, voglio conoscere tutte le sue sfaccettature, i suoi difetti e i suoi pregi.
"cosa?" sussurro non sapendo cosa aspettarmi da lui che è sempre imprevedibile.
"voglio vedere le stelle con te Amber, qui" faccio fatica a credere alle parole appena dette, il mio cuore sorride, sono felice dopo tanto tempo e anche se la sua richiesta può sembrare semplice e insignificante in realtà per me vale tanto.
"d'accordo"sorrido, mi alzo spegnendo la luce, le stelle si materializzano come ogni notte ma a differenza delle altre Harry è qui con me.
I suoi occhi brillano nel buio della stanza, questa è la prima volta che guardandolo in volto non vedo solo una macchina ma un ragazzo pieno di vita.
Mi afferra la mano facendomi sedere affianco a lui nel sofà,poggiamo la testa sullo schienale del divano, con lo sguardo fisso sul soffitto, dimentichiamo i pensieri rimanendo soli nel buio, io e lui.
"qual'è la tua costellazione preferita?" la voce di Harry riempie la stanza silenziosa, rimango ad osservare le stelle pensando a cosa rispondere, nessuno mi ha mai fatto questa domanda.
"l'orsa maggiore, è da sempre stata tra le mie preferite" indico con il dito la scia di stelle, "secondo la mitologia greca la ninfa Callisto dopo essere stata amata da Zeus fu innalzata da lui stesso in cielo per sfuggire dalla furia di Era, da quel momento in poi Callisto diventò una costellazione, mi piace sapere le storie che custodiscono gli oggetti..." mi fermo, "perchè gli donano valore"sussurro in fine.
Mi giro verso di lui ritrovando i suoi occhi verdi fissi su di me, "tu ne hai una preferita?" domando curiosa.
"non ne ho una preferita da guardare..."
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GLITCH// H.S.
Fiksi PenggemarSiamo ormai lontani secoli dagli anni 2000 e l'uomo ha portato avanti la sua idea di una società sempre più tecnologica e controllata, nulla accade se non voluto, il mondo segue un sistema ben preciso che garantisce l'ordine e il più piccolo errore...