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I raggi arancioni del sole attraversano le tapparelle illuminando solo una piccola parte della stanza,la zona lettura dove Harry ancora dorme sul divano.

Ha il volto rilassato, i ricci castani sono disordinati e le labbra rosee sono leggermente schiuse.
Il sole lo illumina e la visione da qui toglie il fiato, quando dorme sembra un bambino e senza quell'espressione sempre contratta,che non gli dona affatto, è anche più bello. Si muove leggermente sistemandosi nel divano che spero non sia stato scomodo anche se dalla sua faccia capisco il contrario.

"Amber?" la sua voce di prima mattina è roca e mentre strofina gli occhi io chiudo i miei, sarebbe strano se qualcuno mi guardasse
mentre dormo.

Tengo gli occhi leggermente aperti per vedere i suoi movimenti è seduto nel sofà si gratta la testa scompigliando i capelli castani.Guarda nella mia direzione, i suoi occhi splendono questa mattina, accenna un sorriso e si alza dal divano.

"Buongiorno Amber, so che sei sveglia" ride ed esce dalla stanza, bene aggiungiamo questa figura alle altre, una in più una in meno ora mai non cambia più di tanto.

Apro gli occhi, strofino le mani in volto, "perchè devo essere così?" continuo a rimproverarmi, è stato imbarazzante.

"signorina Amber?" quella voce robotica la conosco fin troppo bene, mi metto in piedi e vedo Galas sulla struttura in metallo che cerca di liberarsi.

"Galas!" le vado incontro,"ferma! farò venire il tecnico" continua a toccare i cavi e ho paura che rompa qualcosa è stata appena riparata e non voglio ritornare in assistenza.

"Alexis, fai venire nella camera 303 un assistente, preferibilmente il signor Dylan O'brien" in poco tempo ricevo la risposta di Alexis.

Galas si guarda intorno, analizza ogni centimetro della stanza guardando infine me. Rimane immobile non pronunciando una parola, i suoi occhi sono ancora accesi, forse sta ancora installando le informazioni ma il suo sguardo mi spaventa, non l'avevo mai vista così prima.

"accesso confermato" dalla porta entra Dylan con una scatola piena di oggetti, mi sento subito sollevata, il fatto che lui ora sia qui mi rasserena, saprà sicuramente cosa le sta succedendo e il perchè di quello sguardo.

"hey Amber" sorride venendo verso di noi.
I suoi occhi sono ancora socchiusi in effetti ancora è molto presto ma dovevo chiamarlo non potevo lasciare Galas in questo stato.

"scusa l'orario, ma io.." mi interrompe facendo segno di stare tranquilla, sorrido, mi trovo a mio agio con lui e mi mette sempre di buon umore, i gesti ,il sorriso ti fanno sentire bene, è una persona che trasmette positività e ho bisogno di persone del genere vicino a me.

"è il mio lavoro" conclude abbassandosi vicino la pedana dove è posizionata Galas, è un ragazzo gentile e disponibile e questo vale molto per me.

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La mattina passa velocemente tra la mensa e camera mia, oggi ho portato la colazione a Dylan che ha lavorato tutto il tempo non smettendo mai.
Io nel mentre sono andata a fare una doccia veloce e ho sistemato i vestiti per andare in piscina anche se è una zona vietata perchè viene usata per gli allenamenti, nonostante ciò ho studiato gli orari e dalle 14 alle 16:30 la piscina è libera, dovrei riuscire a ingannare il sistema rigido di mio nonno.

"bene ho finito" la faccia stanca di Dylan mi rattrista, lo abbraccio ringraziandolo.
Galas ora è in piedi d'avanti a me,è tornata finalmente.

"io vado,ci vediamo" accenna un sorriso ed esce dalla stanza, senza Dylan, Galas sarebbe sicuramente tornata in assistenza.

"posso aiutarla signorina?" chiede con la sua voce metallica. Mi è mancata e adesso non voglio altro che lei stia con me.

GLITCH// H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora