Capitolo 9

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Era passata una settimana. Una settimana in cui mi ero alternata tra lezioni con il nonno e nottate con Forlove e i cavalli.
Non era tornato nessuno e i cavalli miglioravano.
E miglioravo anche io, mentre mio nonno aggiungeva sempre più centimetri a gli ostacoli e faceva dei veri percorsi.
Una notte, mi sedetti nella scuderia abbandonata su un secchio rovesciato e decisi che era arrivato il momento di dare dei nomi a quei cavalli.
Il primo che scelsi fu proprio il vecchio pony in fondo alla  scuderia.-Ti chiamerò Silente,come il preside di Hogwarts.-sorrisi.
Osservai il puledro.-Tu...Ti chiamerò Arci.
Mezz'ora dopo avevo scelto un nuovo nome a tutti i cavalli. Ormai Arci si era trasferito nel box della mamma e finalmente era tranquillo.
Li feci passeggiare tutti, poi tornai a casa.

Fu la notte successiva che successe. Mi stavo inoltrando nel bosco con Forlove,quando lui rizzò le orecchie e un secondo dopo partì al galoppo.
La scuderia era al buio e sentivo un nitrito disperato, un nitrito di dolore.
Feci nascondere Forlove,poi corsi, con il cuore in gola. I cavalli erano terrorizzati e al centro,legato a terra, c'era Arci, che nitriva. La mamma, Arabella, sbuffava e sul muso correva un nuovo taglio: una frustata. Trovai il frustino buttato a terra e con un calcio lo spedii lontano.
Sciolsi subito le corde e feci alzare Arci: sembrava solo spaventato. Disinfettai il taglio di Arabella che,avendo il suo piccolo di nuovo vicino, si era calmata.
Scivolai a terra mentre i cavalli si calmavano: dovevo assolutamente fare qualcosa,ma cosa?
-Non sapevo che saresti arrivata a tanto.-disse una voce. Fred mi osservava e osservava stupefatto i box.
-Fred!
-Sospettavo qualcosa.  Ma mai avrei immaginato...questo!- era furibondo. Balzai in piedi.-Mi hai seguita?
-Per forza, la mattina sei uno zombie e sospettavo andassi in giro di notte. Ti ho seguita e poi ho visto Forlove qua fuori.- si avvicinò ad Arci e Arabella.-Di chi sono questi cavalli?
-Non lo so, ma non li tratta bene. E quando li ho trovati stavano ancora peggio.-spiegai. Fred annuì.- Però hai fatto un bel lavoro,per quanto possibile.
Arrossii. Fred anche e cambiò velocemente argomento.-Dobbiamo dirlo a tuo nonno. O alla polizia.
-Ma poi diventeranno cavalli da macello!
-E' possibile. Ma preferisci vederli così?- esclamò. Scossi la testa.-Io... Se vinciamo potremmo prenderli noi e domarli, così la scuderia tornerà alla sua fama di un tempo. Potremmo anche venderli,trovare  loro una nuova casa.
Fred sbuffò.-E' un'idea assurda,Jo...
-Ma non impossibile.-dissi,decisa.- Devo vincere,Fred.
Lui mi guardò negli occhi poi sorrise.-Sei veramente testarda,però coraggiosa. Va bene. Domani verrò qua di giorno e li visiterò.
-Fred...
-Sì?
-Voglio montare Forlove alla gara.
-Dico,sei impazzita?!- divenne nuovamente rosso ma lo bloccai.-Lo monto senza sella e redini ogni notte e mi fido di lui, lui di me.- sentii un rumore di zoccoli e quando mi voltai, Forlove era lì e gli strofinai il muso.-Fred, la notte dovrai aiutarmi ad allenarmi come faccio con il nonno la mattina con Felix.
Sospirò. Un sospiro di arresa.-Va bene. Però al primo pericolo non facciamo più niente.
-Okay. Ma non succederà niente,te lo assicuro.
-Adesso torniamo a casa.
Forlove nitrì e io sorrisi.-Torni a casa con noi,ragazzo?
Una volta arrivati alla scuderia, Forlove si infilò da solo nel suo box. Fred lo aveva finalmente pulito al meglio e Forlove sbuffò contento.
Finalmente, dormii tranquilla senza incubi,sapendo che ora c'era anche Fred e che Forlove dormiva nel suo box.
Mancavano tre settimane alla gara.

Il giorno dopo, il nonno fu più severo del solito. Il percorso era impegnativo e sentivo il sudore colare giù dalla schiena.
Felix era accaldato.
Il percorso comprendeva due oxer, un triplice,due ventagli e due fossi.
-Devi essere un tutt'uno con il cavallo,Jo. Solo così il salto sarà perfetto.
Venti minuti dopo, il percorso era diverso. Spaventata, indicai una doppia gabbia.
-E quella?
-Doppia gabbia.-disse infatti il nonno.- Forza.
Stavo per eseguire,quando una macchina bianca si fermò accanto al campo. Una signora bionda scese dalla macchina: indossava una camicia immacolata, una cintura enorme e una gonna nera aderente, ai piedi indossava dei tacchi neri.
Dal lato del passeggero,uscii una ragazza bionda come la madre: indossava dei pantaloni da equitazione bianchi, una maglietta rosa come le sue unghie e dei stivali lucidissimi.
Con i loro occhi verdi scandagliarono il ranch, fino a che la donna adocchiò il nonno.-Oh,salve. Siamo passate giusto per un saluto.
-Signora Becker.-il nonno aveva un tono cortese,ma non sorrise.
La figlia,Lara,sorrise maliziosa a Fred.-Ciao.-disse. Fred fece un cenno e io sbuffai. La donna si appoggiò alla staccionata.-Ho sentito che ha fatto scappare una cavalla pregiata.- lo disse con un'espressione corrucciata,ma il tono era maligno.
-Non è stata colpa del nonno!-esclamai io. Lara e sua madre mi guardarono per la prima volta.-E tu chi sei,cara?
-Mi chiamo Johanna.
-E' mia nipote.-disse il nonno. Fred sorrise. Lara alzò un sopracciglio, osservando me e Felix.
La donna sorrise poi si rivolse di nuovo al nonno.-Ho sentito dire che il fatto di aver perso la cavalla, le ha portato via molti clienti.
-Saranno anche di meno,quando vincerò il concorso.- disse Lara,sorridendo. Il nonno alzò un sopracciglio, mentre la donna scoppiava a ridere.-Lara,tesoro, ma cosa dici...
Tremante di rabbia, feci avvicinare Felix alla staccionata.-Io parteciperò al concorso.-dissi e guardai Lara.-Vedremo chi vincerà.
Lei mi guardò, infuriata.-Bene.
-Bene.-disse anche il nonno,ridendo.
La donna si voltò.-Vieni,tesoro.- poi ci fece ciao con la mano.-Arrivederci.. Ciao,Polyanna.
-Johanna.- la corressi. Mentre la macchina usciva dal viale, feci un oxer perfetto giusto in tempo per vedere Lara che mi fissava dal finestrino.

Mancavano due settimane.
Vedevo il nonno sempre più in ansia.
Nessuno era tornato nella scuderia abbandonata a parte me e Fred; Fred la notte portava i finimenti per Forlove e io lo montavo. Di nascosto,vicino alla scuderia o nel campo abbastanza lontano dal nonno.
Forlove era sempre più legato a me e il nonno non disse mai niente quando seppe che era ritornato nel box.
Maria era sicuramente la più allegra di tutte.
Una notte, appena tornata dalla scuderia, avevo avuto un improvviso attacco di fame. Sapendo che Maria aveva lasciato il suo ciambellone alle mele sul tavolo, mi diressi in cucina.
Nel corridoio,qualcosa attirò la mia attenzione. Un filo pendeva dal soffitto e all'estremità un'impugnatura: l'afferrai e tirai verso il basso e automaticamente si aprì una botola dal soffitto e calò una scaletta.
Dimenticando la fame, salii. Era un luogo piccolo ma confortevole. Un baule era spalancato e guardando dentro mi accorsi che erano i pantaloni di mio nonno da equitazione. Ma non come quelli che mi aveva prestato, ma quelli da gara.
I stivali erano in una teca, lucidi. Il cap era depositato su uno sgabello ma anch'esso era lindo.
Foto di mio nonno in gara, in sella a un bellissimo cavallo nero.
"Felipe,2003".
Felipe era il cavallo. Chissà cosa gli era successo. Un'altra foto dove c'è una bambina...mia madre. Afferrai la fotografia e guardai meglio: mia madre in sella ad un pony color miele. Mi sedetti a terra: non sapevo che mia madre andasse a cavallo.
E in quel momento, mi accorsi di non sapere perchè mio nonno viveva da solo,escludendo Maria e Fred, lontano dalla sua famiglia.
-Vedo che la curiosità è un vizio di famiglia.- disse il nonno,dietro di me. Sobbalzai ma lui sorrise. Mi sfilò le foto.-Oh.
-Scusami,nonno.-sussurrai ma lui scosse la testa,ridacchiando.-Tua madre adorava andare a cavallo.
-Non l'avrei mai detto.
-Sai, Jo...Penso sia il momento di raccontarti una storia.- il nonno non guardava me, ma guardava dritto davanti a sè.
Mi accorsi che fissava una collana di perle, riposta in una piccola teca. Tra una pelle e l'altra spiccava un piccolo ferro di cavallo dorato.
In quel momento,capii. Stavo per ascoltare la storia di mia nonna.

ℐ𝓁  𝒸ℴ𝓇𝒶ℊℊ𝒾ℴ 𝓅ℯ𝓇  𝓋ℴ𝓁𝒶𝓇ℯ.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora