Capitolo 10

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-Jo,tua nonna era una donna fantastica. La conobbi nel maneggio della signora Red, una donna che ci insegnò a cavalcare. Tua nonna era bravissima. Ha sempre amato i cavalli e li capiva. La prendevo spesso in giro, chiamandola Centauro.
Ci sposammo e comprammo questo terreno. La casa era in condizioni pietose, ma tua nonna la rimise in sesto e tutt'ora cerco di mantenerla in buono stato.
Tua madre montava già con lei da quando non aveva nemmeno due anni. Tua madre amava i cavalli e come tua nonna li capiva.  Un giorno...-il nonno sospirò.-.. non tornò da una passeggiata. Montai a cavallo con tua madre e la cercammo. Il suo cavallo,Artù, nitriva selvaggiamente vicino il fiume a valle...Lei era sparita...
Tempo dopo, ci dissero che aveva tentato di sciacquarsi ed era scivolata, la corrente l'aveva trascinata via e aveva sbattuto la testa. Artù era disperato, e noi insieme a lui.
Artù si ammalò tempo dopo. Cercai in tutti i modi di curarlo ma lui si era arreso. Non voleva vivere senza di lei... Io andavo avanti per tua madre. Ma lei si chiuse. Mi aiutava nella scuderia ma non sfiorava mai nemmeno un cavallo. Andava spesso in città e conobbe tuo padre. Quando fu abbastanza grande e con un lavoro,si trasferì con lui.- il nonno tacque.
Mi girava la testa per le troppe informazioni e lacrime silenziose scivolano sulle mie guance. Il nonno anche piangeva.
-Sai...Tua madre ti ha mandato qui,convinta che ti avrei insegnato a cosa dare valore. Ma sei tu che mi hai insegnato qualcosa, Jo. A non arrendersi.
-Nonno... Alla mamma manchi. Dovete restare vicini,tornare vicini anzi.
-Non è così facile...
Mi alzai e lo guardai negli occhi.-Nemmeno imparare a cavalcare perfettamente in un mese. Ma uno ci prova. Bisogna sempre provarci.- conclusi.
Il nonno mi osservava, ma alla fine sorrise.-Sei come lei.
-Come la mamma?
-Come tua nonna.- si alzò e tirò fuori dalla teca la collana.-Questa ora è tua.
-Ma... nonno, io non posso accettarla!- ma lui mi fece voltare per metterla.-Sei forte,Jo...Umile e coraggiosa. Sono fiero di te e lo sarebbe anche lei.
-Sarebbe fiera anche di te.-dissi.- Però molto di più se... tornassi dalla mamma.- azzardai. Il nonno scoppiò a ridere.-Hai ragione...Mi sembra di sentirla.
Poco dopo, il nonno e io scendemmo e lui chiuse la botola. Mentre salivamo le scale, disse.-Lo farò,Jo...Clara.- e sorrise, tra le lacrime.
Quella notte,sognai la nonna.

Il giorno dopo, Forlove era nervoso. Non capivo perchè e al quarto tentativo di disarcionarmi lo feci fermare e smontai.-Non capisco.-dissi a Fred.- Non ha mai fatto così.
Lui aveva il suo cipiglio pensieroso e scosse la testa.- Manca veramente poco, Jo. Non possiamo permetterci queste tipo di bizze.
-E' qualcosa di serio.- mi impuntai io,ma Fred sbuffò.-Certo.
Grosse gocce d'acqua iniziarono a bagnarmi il viso e Fred rabbrividì nella sua felpa.-Dobbiamo tornare.
Dopo aver controllato gli altri cavalli, Fred salì in groppa a Felix e ci precipitammo a casa; una volta arrivati, asciugammo i cavalli poi entrammo nella villa.
Il nonno dormiva e proposi a Fred di sederci in salotto con una tisana. Maria riempiva una volta a settimana la dispensa con tisane speciali: ne andava pazza e anche io mi ero abituata ogni sera a sorseggiarne una.
-Dormirò nella stalla, non me la sento di guidare con questo tempo.- annunciò Fred. Lo guardai.-Sei sicuro? Non so quanto sia comodo.- soffocai una risatina e lui mi spinse via.-Dormi serena nel tuo letto,tu!
Ci sedemmo con le nostre tisane; la pioggia aveva arricciato ancora di più i capelli di Fred e guardandolo di profilo mi ritrovai a pensare a quanto sia carino.
-Johanna, mi stai fissando.- arrossisce e bastò quello a far arrossire anche me.-Scusa.
-Ti sorprendo spesso a farlo.-mi fece l'occhiolino e io sbuffai.-Ma finiscila.
Presi un vecchio plaid e ne porsi un altro a lui.-Fred,secondo te cos'aveva Forlove?
-Magari era soltanto il brutto tempo ad agitarlo.- disse lui e in quel momento un nitrito ci giunge alle orecchie.
Senza dirci nulla, ci dirigemmo  alla scuderia e vidi Forlove andare su e giù come una trottola. Mi avvicinai.-Ehi,bello. Cos'hai? Perché sei così nervoso?
Fred intanto si era sistemato su della paglia  con i due plaid e io mi sedetti accanto a lui.-Sento che c'è qualcosa che non va.
-Smettila di agitarti.-sussurrò lui. Si era creata una sorta di atmosfera, non avrei saputo dire quale. Strinsi le ginocchia al petto e guardai dritto davanti a me.
-Sei nervosa per il concorso?
-Un po'. Tu non lo saresti? Insomma...Il futuro della scuderia dipende da me.-risi.-Non pensavo di affezionarmi così a questo posto. Mi sembrava una sorta di punizione. Invece,adesso ringrazio i miei genitori per avermi mandato qui.
-Non devi essere nervosa. Ti sei allenata bene e duramente e sei migliorata moltissimo. E poi...- si fermò e deglutì.- Anche io sono contento che tu sia venuta qui.
Il cuore iniziò a battere all'impazzata e il fiato si fece corto. Non ebbi il coraggio di guardarlo. Però...
-Guardami,Jo.-sussurrò lui. Mi voltai lentamente. Fred mi fissava e aveva un sorriso dolcissimo che non gli avevo mai visto.-Tu mi piaci molto, Jo. Sei coraggiosa,testarda, anche un po' permalosa...e bellissima.
Sentii che ero diventata rossa come un pomodoro e abbassai lo sguardo.-Fred...
-Non devi rispondermi adesso.-mi bloccò lui.-Magari non ricambi nemmeno. Fatto sta che adesso hai altre cose per la testa. Quindi, prima il concorso, poi noi. Però, voglio schiarirti un po' le idee adesso.
Si sollevò e si sporse verso di me; alzai lo sguardo e lui sorrise, mi spostò una ciocca di capelli e mi baciò. Chiusi gli occhi, il cuore minacciò di scoppiarmi nel petto. Sì, sì è la mia risposta! Lo sapevo e ne ero convinta. Quando Fred si allontanò,feci per baciarlo di nuovo ma lui mi fermò,sorridente.-Dopo il concorso, Johanna.
-Non chiamarmi così.-sbuffai.- Va bene, ma la mia risposta è chiara.- scoppiammo a ridere.
Ci addormentammo vicini,ma un tuono e il nitrito di Forlove mi svegliarono. Sistemai i plaid per Fred,accarezzai Forlove e gli altri cavalli e sgusciai fuori dalla scuderia.
Sotto le coperte, pensai felice al bacio con Fred, emozionata per il concorso e...Sentii qualcosa, una sorta di paura,ansia. Non riuscii a capire la fonte,ma lo sentii benissimo.
Mi addormentai impensierita. 
Nel mio sogno, ero nella vecchia scuderia. Ero il cavallo in fondo al box ma non vidi nulla e sentii gli altri cavalli nitrire spaventati. Poi vidi una luce e non sentii più nulla, ma quando aprii gli occhi, ero me stessa nel mio letto.
Quando scesi, Fred stava già bevendo il suo caffè con Maria e il nonno. Mi fece l'occhiolino e io sorrisi,arrossendo. Maria mi guardò incuriosita, ma non disse niente e mi porse il mio latte con i cereali.
Il nonno leggeva il giornale,impensierito.
-Ho chiamato tua madre,Jo.-disse ad un tratto. Lo fissai.
-Non verrà. E' arrabbiatissima perchè pensa che ti abbia convinto io a fare il concorso.
-Cosa?! Devo parlarci.- esclamai. Maria sbuffò.-Sta venendo qui,passerotta.
-Come?
-Vuole riportarti a casa.- sussurrò il nonno. Aveva  gli occhi stranamente spenti, fissi nel vuoto.
-Non se ne parla.- iniziai a camminare su e giù per la stanza. Se me ne fossi andata, addio concorso,addio scuderia e addio Forlove! Addio Fred, addio il nonno,addio tutto. Finalmente pensavo di aver trovato il mio posto e adesso era in pericolo come non mai.
-Non può farlo. Quando verrà le parlerò. E anche tu, nonno. Questa guerra silenziosa tra voi due deve finire!- per poco non urlai. Fred mi guardava compassionevole e non riuscii a guardarlo per più di due secondi. Non volevo pietà. E nemmeno il nonno,perchè scosse il capo e disse.-Sono d'accordo.
Maria si voltò verso i fornelli.-Faccio altro caffè.
Il nonno sospirò.
-Maria,penso che un bicchiere di vino bianco sia meglio.

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