Non riuscivo a dormire.
Un temporale infuriava fuori, i rami della vecchia quercia che affiancava la casa sbattevano furiosamente contro il vetro della mia finestra. Mi arresi e mi sedetti davanti alla finestra, sospirando. Uno spiraglio di luce illuminò la stanza e Maria mi sorrise.-Nemmeno tu riesci a dormire
-No,infatti. Questo temporale è orrendo.- sorrisi anche io e lei mi fece cenno di seguirla.-Sto preparando una buona tisana.
Siccome faceva freddo, mi avvolsi in un plaid e la seguii in cucina. La cucina era illuminata e rendeva la tempesta meno inquietante.
Maria sbuffò.-In effetti, non pioveva così da quasi un anno. Però almeno rinfresca un po'.- mi fece l'occhiolino. La tisana era buonissima e non troppo bollente, ma Maria continuava a soffiarci sopra, quindi era una specie di tic.
-Certe volte penso di non farcela,sai.- sussurrai.- Vedo Forlove così nervoso e io così inesperta e mi viene scappare e dimenticarmi di tutto.
-Non pensarci nemmeno, bocconcino.- esclamò Maria.
-No, non scapperò, tranquilla.-risi. Ma lei rimase seria.-So che non scapperai. Intendo non pensarci nemmeno a pensare che tu sei inesperta. Tu sei bravissima, sei come tua nonna e...tua madre. Era una grandissima amazzone.
-Lo so,me l'ha detto il nonno.- sospirai.- Vorrei solo che lei tornasse a cavalcare. Averla accanto in quel modo aumenterebbe il mio coraggio.
-E anche il mio,forse.-disse una voce. Mi voltai di scatto e Maria sussultò. Ma era solo la mamma,con una felpa e i capelli spettinati.
-Mamma...-Non riuscite a dormire nemmeno voi,eh?- disse lei. Maria sbadigliò sonoramente, uno sbadiglio che non tradì né me né la mamma, e mostrò la tazza vuota.-Dio,queste tisane funzionano!
Sparì in fretta e io e mia madre rimanemmo sole. Lei appoggiò una mano sul vetro della finestra e sorrise.-Mi piacciono i temporali, fanno un sacco di rumore.- si voltò a guardarmi.-Anche tu fai un sacco di rumore.
-In che senso?
-Nel senso che sei straordinaria. Sei tempesta pura. Quando ti metti in testa qualcosa, fai di tutto per ottenerla e molto spesso non è per te,ma per gli altri. E questo ti fa onore,sai? Sei coraggiosa, dolce quando vuoi, e sei gentile,forse la persona più buona che io conosca.- prese un respiro profondo.- Sai che io non approvo completamente questa cosa,ma sai perchè? Perché i cavalli ti portano via tutto ciò che ami.
-Non è vero!-esclamai.- Io,grazie a loro,ho finalmente capito in cosa sono brava!
-Ti danno moltissime cose,è vero. Ma te ne portano via altre. A me hanno portato via la mia mamma e per molti anni mio padre.- mi guardò con tenerezza.- Non voglio che portino via anche mia figlia.
-Mi perderai solo se continui a non accettarlo.- dissi.- Io ormai adoro i cavalli,specialmente Forlove. E non posso assolutamente tornare indietro.
Lei mi fissò attentamente, i suoi occhi nei miei. Annuì lentamente, poi posò anche lei le nostre tazze vuote nel lavello.-Allora... Tornerò a cavalcare.
-Oh,davvero mamma?- non potevo crederci... Le corsi incontro e la strinsi forte, lei sospirò e rise.-Ma cosa devo fare con te...
-Già vedo le nostre cavalcate!- risposi io.
Erano quasi le 5:00 quando mi infilai nuovamente sotto le coperte e,finalmente,scivolai nel sonno.Il giorno dopo, il solito furgone con però il trailer si fermò nel cortile.
Io ero nel box di Forlove e quando Fred mi fece cenno,sbuffai.-E' necessario?- dissi. Fred mi diede una pacca sulla spalla.-Non vuoi il suo bene?
Condussi Forlove fuori con la cavezza e Forlove si impuntò. Mi voltai a guardarlo.-Che c'è? Perchè fai così?- in quel momento apparve Michael e io sentii un brivido freddo,che sparì subito com'era venuto. Forlove sbuffò,forte.
Michael si avvicinò e afferrò la longhina.-Ci penso io, forza!- e tirò forte e alla fine Forlove cedette; non riuscivo a togliermi dalla testa che stessi facendo la scelta sbagliata.
Michael richiuse il trailer e strinse la mano del nonno.
Era fatta.Qualche ora dopo, osservavo i cavalli nei paddock.
Mi mancava Forlove e il nonno aveva deciso di cancellare l'allenamento di quel giorno ; Silente mi guardava tranquillo e io sorrisi,quando ad un tratto lui alzò le orecchie e voltò il bel muso verso il bosco. Iniziò a nitrire in modo sommesso. Scavalcai e gli andai vicino.-Che succede,bello?
Ma lui continuava a guardare il bosco,gli occhi che lampeggiavano. Chiamai Fred e li facemmo entrare tutti nei box. Appena fatto,una pioggerella leggera ci iniziò a bagnare.-Giusto in tempo,vero?- Fred sorrise e io gli diedi una spintarella. Ci mettemmo in veranda e mentre mi sfilavo i stivali,arrivò Maria con la mia felpa e due tasse fumanti.
-Tisana?-sorrisi ma lei scosse la testa.-Cioccolata calda. Riscalda il corpo e il cuore.- scossi la testa ma accettai la cioccolata calda. Rex corse in veranda,scrollando il pelo bagnato. Lo accarezzai.-Che schifo,sei tutto bagnato!
-Non dovrei farti entrare.- disse Maria al cucciolo.- Ma non posso mica farti morire di freddo!- detto questo,aprì la porta e Rex corse dentro. Poco dopo,sentii il nonno ridere.-Sei fradicio!
-Papà,questo cane puzza...-questa era la mamma,ovviamente.
Fred sospirò.-Tra 4 giorni c'è il concorso e Forlove ritornerà tra tre!
-Lo so benissimo. Non riesco a togliermi la strana sensazione che uno strappo muscolare non c'entri nulla.
-Perchè non conosci Michael, ma secondo me è una brava persona... un po' strana,forse.
-Così di certo non aiuti.- esclamai. Non potevo spiegare a nessuno a parole il freddo che provavo quando pensavo a Forlove lontano,con quell'uomo; mi strinsi nella felpa e soffiai sulla cioccolata calda mentre Fred sorseggiava la sua.
Silente nitriva debolmente dal suo box e io mi alzai.-Non capisco cos'ha.
-Forse avremmo dovuto far visitare anche lui, però quando c'era Michael non faceva così.- Fred alzò le sopracciglia,come per invitarmi a dire qualcosa ma ero troppo pensierosa e stanca. Alzai il cappuccio e posai la cioccolata sul tavolo della veranda.
Mi incamminai verso la scuderia e quando Silente nitrì più debolmente mi misi a correre.Silente era agitato,sudato sul collo e sui fianchi. Osservava quest'ultimi con intensità e nitriva.
-Fred!- gridai e corsi subito nel suo box. Silente abbassò le orecchie ma lo ignorai.-Che succede,bello?-sussurrai. Alzò le orecchie nel sentire la mia voce ma poi si voltò di scatto a guardarsi i fianchi.
Fred arrivò di corsa e dando un veloce sguardo a Silente,sospirò.-E' una colica.
-E ora che facciamo?- mi appoggiai alla parete del box, guardando ansiosa Silente.
-Dovremmo richiamare Michael. Ma è in viaggio.
-Non mi interessa!- esclamai e corsi in casa. Il nonno chiamò subito ma scattò subito la segreteria.
-Posso cercare un altro veterinario ma voi non fatelo sdraiare,fatelo camminare!
Fred aveva già messo la cavezza a Silente e cercava di tenerlo su quattro zampe con tutta la sua forza.
-Non possiamo farlo passeggiare fuori.-disse Fred. Pioveva molto di meno,ma comunque pioveva.
Feci una lieve carezza a Silente.-Ci fai spaventare,eh?
-Non sembra una colica grave,grazie al cielo.-disse Fred.- Lui è soprattutto agitato; forse se lo tieni tu, si calma un po'.- Afferrai la longhina che lui mi porgeva e iniziai a fare lievi cerchi sul collo di Silente. Lui socchiuse le palpebre e il respiro si fece più regolare.
Il nonno entrò,con Rex al seguito.-Sta arrivando il veterinario John Manor, dicono che sia molto bravo.
-Speriamo.-borbottai io.
Mia madre era dietro di lui e mi sorrise.-Tranquilla,tesoro.John Maron era un uomo alto, i ricci neri e il viso incredibilmente severo. Ma lui era tutto il contrario. Si occupò perfettamente di Silente e poi sorrise affabile alla mia famiglia. Mi feci avanti.-Non sappiamo davvero come ringraziarla, signor Maron.
-Chiamami John, ragazzina.- capì che il suo "ragazzina" era in tono scherzoso e allora sorrisi. Fred e il nonno gli strinsero la mano e la mamma gli offrì un caffè,che Maria corse subito a mettere su.
-Accetto volentieri,grazie.-disse John,seguendoci. Si fermò davanti al box di Forlove.-E questo box? Perchè è vuoto?-chiese,curioso.
Fred gli spiegò velocemente di Forlove e il veterinario aggrottò le sopracciglia.-Mi sembra molto ambiguo,sinceramente.
-Anche a me!-dissi,raggiante che qualcuno la pensasse come me.
Il nonno si sfregò il mento.-Davvero pensa che ciò è strano?
-Molto.- disse John.- Ma forse,abbiamo semplicemente procedure diverse.
Forse,ma di sicuro mi piacevano di più quelle di John.
STAI LEGGENDO
ℐ𝓁 𝒸ℴ𝓇𝒶ℊℊ𝒾ℴ 𝓅ℯ𝓇 𝓋ℴ𝓁𝒶𝓇ℯ.
AdventureDopo un furioso litigio con i suoi genitori, in seguito alla sua bocciatura, Jo è costretta a passare l'estate con suo nonno, che vive da solo da molti anni nel suo ranch. Circondata da cavalli, Jo decide di imparare a cavalcare, instaurando un rap...