Capitolo 13

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Dopo i primi istanti di smarrimento, in cui tutti avevano pensato ciò che io sapevo per certo, l'atmosfera si fece meno pesante. Gli sguardi preoccupati lasciarono spazio ad espressioni più distese, tutt'altro che preoccupate e come se non fosse successo nulla, tutto tornò alla normalità. 

-Ragazzi, sono serio. Qualcuno ha visto Mr.T?- provai ad insistere ancora, sperando che il mio grido disperato fosse capito da qualcuno.

Ma nessuno aveva realmente capito la gravità della situazione e questo mi fu' confermato dalla risposta di Tom:

-Sarà probabilmente svenuto da qualche parte. Ho sentito dire che ci va giù pesante con l'alcol... non so se afferri- disse facendomi l'occhiolino e provocando una risata fragorosa da parte dei presenti.

-Ehi, non è un ubriacone!- disse in tutta risposta Jenna, guardandolo torvo e dandogli un pizzicotto sul braccio.

-La cocca dell'insegnante ha una cotta per lui, il mistero si infittisce!- aggiunse tagliente come suo solito Ricky.

-Urghh! Sei insopportabile!!!- esclamò di tutta risposta la ragazza, alzando gli occhi al cielo.

Tutti si comportavano come un qualsiasi giorno di scuola. Le prese in giro sarcastiche e fastidiose di Ricky, le battute di Tom, la gente che rideva o stava con le cuffiette ad ascoltare musica, leggere un libro, scorrere le foto di Instagram. Tutto era così tremendamente finto, come appartenesse ad una realtà parallela dove tutto è perfetto e nulla può andare storto. Ma io sapevo che qualcosa stava accadendo, ne ero certo!

-Perché ti interessa tanto, Pete? Vorrai mica fare lezione?- mi chiese Tom ridacchiando.

-No. Il fatto è che...-

I dubbi mi dilaniavano il cervello. Se glielo avessi detto li avrei coinvolti in questa faccenda, per la seconda volta dopo la festa di Arthur, d'altronde non potevo e soprattutto non volevo affrontare questa situazione da solo. Perciò alla fine dissi tutto d'un fiato:

-Credo che il killer lo abbia preso!-

Cadde un silenzio agghiacciante nell'aula, i pochi compagni presenti si guardavano tra di loro allibiti. Stavolta la loro reazione era un misto di dubbio, stupore e puro terrore.

Fredda, penetrante e sconvolgente. Ti avvolge nella sua morsa, ti fa accapponare la pelle, ti riempie gli occhi, ti fa tremare le gambe e alla fine lascia senza fiato. Paura. Era questo che vedevo sui loro volti e quello che loro vedevano sul mio.

-Come...come fai ad esserne sicuro?- chiese ancora Tom. La sua voce però era cambiata, così come la sua espressione. Il sorrisetto strafottente aveva lasciato spazio ad un'espressione corrucciata.

-Guarda- e gli porsi il telefono . -Dobbiamo cercarlo- continuai risoluto, recuperando quel poco di sangue freddo che serviva per gestire una situazione del genere.

-Non me lo perderei per nulla al mondo!- esclamò contento come una pasqua Ricky.

-Devi per forza?- lo apostrofò Jenna scocciata.

-Ovvio! Il prossimo articolo per il mio blog non si scrive mica da solo-

Non c'era tempo per pensare alla disgustosa morale di Ricky. Se ci fosse stata anche una sola possibilità di trovare e salvare il nostro insegnante dovevamo coglierla al volo.

Uscimmo in gruppo dall'aula e ci ritrovammo a discutere nei lunghi corridoi dell'edificio, tutto sembrava silenzioso. Fin troppo a dire il vero.

Il piano era ben chiaro, ci saremmo divisi per cercarlo nei vari ambienti della scuola, a partire dal suo ufficio.

The Mistery of Salt Lake CityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora