Non stavo sognando, ne avevo la prova. Provai anche a darmi un pizzicotto sul braccio per esserne davvero sicuro, tutto era reale stavolta. Stavo per aprire bocca e richiamare l'attenzione di mia zia quando un secondo messaggio comparve sullo schermo.
-Non fiatare-
Non capivo come facesse a sapere esattamente tutto quello che facevo, dove mi trovavo e con chi ero. Era inquietante e soprattutto non mi faceva sentire al sicuro. Feci come disse, non che avessi altra scelta e ancora sconvolto e confuso da come potesse essere stato possibile per lui entrare in camera mia senza essere visto da nessuno, per poi scomparire nel nulla pur continuando ad osservarmi, decisi di prepararmi ed uscire a prendere una boccata d'aria fresca.
Evitai di raggiungere Jill in cucina per la colazione, non avevo voglia di tornare a discutere su quanto accaduto.
Mi misi seduto in veranda, con la testa appoggiata sul muro giallastro dell'abitazione e cercai di ritrovare la calma osservando ciò che mi circondava.
Nonostante fossimo ormai alle porte di giugno la temperatura era gradevole e una leggera brezza muoveva le foglie degli alberi,potevo vedere distintamente parcheggiata la volante della polizia con al suo interno due agenti visibilmente sovrappeso di mezz'età,intenti a gustarsi un paio di gustose ciambella glassate. Dopo ore a sonnecchiareal fresco sulla panchina con mia enorme sorpresa vidi arrivare in lontananzaqualcuno che ben conoscevo.
Mi sembrava passata una vita dall'ultima volta che l'avevo vista. Era Lexie!
-Non ti aspettavo- le dissi con una punta di risentimento appena mi raggiunse sulla soglia di casa.
-In realtà non me lo aspettavo neanche io- disse lei ridendo.
-Le ho chiesto io di venire- aggiunse autoritaria mia zia uscendo dal portone -Hai bisogno di uscire almeno durante il giorno, non puoi rintanarti in casa per sempre-
Non aveva tutti i torti e poi finalmente saremmo stati da soli...
-Hai perfettamente ragione!- le risposi dandole una pacca sulla spalla.
-Ci vediamo ragazzi!- e si avviò verso la volante.
I primi minuti furono leggermente imbarazzanti, di fatto camminavamo senza una meta vera e propria e non avevamo molto da dirci.
Era sempre stata così dolce e premurosa ma c'era qualcosa di strano, non la sentivo mai del tutto con me. Non era mai così tanto presente come speravo ed a volte avevo l'impressione di passare del tempo con un fantasma. Spariva per giorni per poi ricomparire come se nulla fosse, pretendendo dagli altri che questo fosse perfettamente normale ed effettivamente per tutti quanti lo era, meno che per me.
Sapeva ciò che provavo, perchè era fin troppo evidente, eppure sembrava che la cosa non la toccasse minimamente. Se poteva, cercava di mantenere una certa distanza come a non volermi dare false speranze, evitando che io potessi fare qualsiasi mossa nei suoi confronti e rovinando qualsiasi cosa fosse quella fra me e lei. Nonostante tutto spesso era contraddittoria su quest'ultimo punto e mi mandava letteralmente al manicomio.
Eppure la parte più strana è che io fossi così tanto avidamente preso da lei pur conoscendola da pochissimo tempo, che desiderassi qualcosa con una persona di cui non sapevo praticamente nulla. Dove abitava esattamente? Aveva fratelli o sorelle? Cosa le piaceva fare? Quale storia aveva alle spalle fino a quel momento?
Volevo da sempre chiederle questo e molto altro ma ogni volta non era mai il momento adatto.
Ci rendemmo conto di essere nelle vicinanze di un centro commerciale e decidemmo di recarci lì per fare un giro. Sembrava perfetto per parlare con calma ma anche stavolta andò diversamente.
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The Mistery of Salt Lake City
Mistério / SuspenseQuando Peter Ryans giunse in città non si sarebbe mai aspettato che il suo arrivo avrebbe provocato una cascata di eventi tragici e surreali che avrebbero coinvolto lui e chi gli stava intorno. Qualcosa di terribile ha scosso la tranquillità della...