-Sei la migliore!-
Gongolavo per casa felice di poter passare una serata alternativa in compagnia di quelli che avrei voluto fossero i miei prossimi amici, ma mai e poi mai avrei immaginato che invece sarebbe stata una notte terribile.
In quel momento però nulla mi preoccupava sul serio, nessun pensiero triste o cupo, era come se gli omicidi, il sangue versato e le indagini in corso non fossero mai esistiti. Mi chiedo ancora adesso come fosse possibile reagire in quel modo, passare da un estremo all'altro per così poco. Possibile che fosse un meccanismo di difesa del mio subconscio per proteggermi dal dolore? Ancora adesso non saprei dirlo.
Ero concentrato solo sul passare una bella serata con Lexie e divertirmi, era l'unica cosa a cui riuscivo a pensare. Non sapevo ancora che ben presto sarei stato costretto a ricadere in quell'oceano di problemi.
Mi lasciai solo trasportare dal pensiero di poter rivedere quel suo bellissimo sorriso, guardarla in quei meravigliosi pozzi color verde smeraldo che erano i suoi occhi e passare una serata normale come due qualsiasi adolescenti. Ma di normale c'era molto poco, a partire da...
-Si, si poche chiacchere ragazzino, all'una in punto devi tornare a casa, intesi?-
Jill interruppe i miei pensieri riportandomi alla realtà, ormai mi capitava sempre più spesso di estraniarmi nel mio mondo, di solito era per elaborare una situazione difficile ma in quel caso era pura emozione. Mi fermai a guardarla qualche secondo prima di sorriderle e farle spallucce, d'altronde era già tanto che mi permettesse di andare.
Passarono le ore e scesero le tenebre; piazzato in soggiorno come un ebete osservavo le lancette dell'orologio muoversi in avanti, ne rimasi ipnotizzato fino all'ultimo, concentrato sulla lentezza con cui tutto sembrava muoversi; mentre spesso mi era capitato di vivere momenti in cui tutto scorreva così velocemente da finire così come era cominciato, perché si sa, il tempo è relativo.
Quando però mi accorsi effettivamente dell'orario, balzai in piedi come folgorato da una scossa elettrica e mi precipitai al piano superiore per prepararmi. Dopo una doccia veloce ed una lavata di denti, mi infilai i primi indumenti che mi capitarono a tiro, una t-shirt grigia ed un paio di jeans scuri leggermente più larghi del dovuto, che bloccai con una cinta per non far cadere giù. Mi guardai velocemente allo specchio per capire se tutto fosse in ordine, mi passai una mano fra i capelli aggiustando il ciuffo color mogano verso destra e fui finalmente pronto a scendere. L'appuntamento era alle dieci ma era già passato un quarto d'ora da quel momento ed il tempo che fino ad allora mi era sembrato proseguire la sua corsa affannosamente, adesso invece era letteralmente volato via.
Diedi un'occhiata fuori dalla finestra, inspirando a pieni polmoni l'aria fresca di quella sera, era una serata umida, una di quelle dove le strade sono bagnate e riflettono la luce lunare illuminando pallidamente l'atmosfera.
"Quanto diavolo ci vuole?" dissi tra me e me, mentre fissavo impaziente ancora una volta l'orologio appeso al muro.
Ero solo già da un po', mia zia era di servizio quella sera e non c'era davvero nessuno con cui potessi sfogare la mia tensione, per quanto strano possa sembrare, per me era qualcosa di speciale passare una serata fuori con degli altri ragazzi, mi sembrava di non farlo da una vita ormai...
Mi ero appena immerso nel mio passato, per quanto doloroso potesse essere quando il campanello mi riportò alla realtà ed al presente.
Schizzai dal divano come un fulmine, precipitandomi per aprire la porta, e la vidi.
Era bellissima.
Indossava un abitino scuro, i capelli erano legati in una treccia e al collo portava una collana con una pietra preziosa, verde come i suoi occhi.
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The Mistery of Salt Lake City
Misterio / SuspensoQuando Peter Ryans giunse in città non si sarebbe mai aspettato che il suo arrivo avrebbe provocato una cascata di eventi tragici e surreali che avrebbero coinvolto lui e chi gli stava intorno. Qualcosa di terribile ha scosso la tranquillità della...