Lasciai il biglietto sul comodino accanto al letto,accarezzai i capelli di Peter mentre lo guardavo dormire e vegliai su di lui giorno e notte,in attesa che si svegliasse,in attesa di risposte,finchè al limite della resistenza umana,chiusi gli occhi e sprofondai nel sonno.
Una luce accecante mi illuminò il viso e mi costrinse a destarmi infastidita,mi sembrava di aver dormito per un periodo lunghissimo.
Alzai la testa dal letto e mi accorsi di avere una terribile emicrania,mi bruciavano forte gli occhi,tanto da farli lacrimare e avevo tremendamente bisogno di bere.
Guardai il letto sul quale ero appoggiata...vuoto,immacolato,pulito! Nessuna traccia di Peter,lo cercai in tutta la stanza,nel bagno,perfino sotto il letto stesso ma senza successo.
Mi avviai velocemente contro la porta ma quando tentai di aprirla la trovai chiusa.
-C'è qualcuno?! Mi sentite???- urlai con tutte le mie forze battendo con violenza contro la superficie in metallo della porta.
Guardando attraverso il piccolo pannello trasparente notai il passaggio di un paio di infermieri i quali però sembravano ignorarmi.
-Ehi! Sto parlando con voi!!! Mi aprite?!?!- continuai ad urlare sbattendo i pugni più e più volte.
Tentai anche di sfondare la porta,prima a spallate e poi a calci ma ogni tentativo fu' vano.
-Ok,lo avete voluto voi!- ormai in preda all'ira mi misi anche a parlare da sola a voce alta.
Portai la mano alla cintura per prendere la pistola e sparare contro la serratura ma la fondina era sparita e con essa ovviamente anche l'arma.
"Ci mancava solo questa" pensai tra me e me.
L'ultima possibilità era quella di chiamare Rhodes ma,ironia della sorte,era scomparso anche il cellulare; cominciavo a spazientirmi ed irritarmi per una situazione che aveva del surreale.
Non potevo fare altro che attendere,perciò mi sdraiai sul letto e non passò molto tempo che il dolore lancinante alla testa mi costrinse a chiudere nuovamente gli occhi,abbassare le difese e piombare nell'oscurità di un sonno senza sogni.
...
Saltai letteralmente per aria quando un rumore metallico fu' seguito dall'apertura della porta;entrarono nella stanza due persone,riconobbi immediatamente i pantaloni sgualciti e la camicia ingiallita del mio collega e con lui uomo con un camice,il quale doveva evidentemente essere un medico.
-Funzionerà?- chiese Rhodes all'uomo in piedi vicino a lui.
-Si,non ci sono dubbi- rispose quello.
Entrambi mi stavano squadrando,sembravano quasi spaventati da me.
-Rhodes,sia ringraziato il cielo! Che fine avevi fatto?-
Quello sobbalzò,continuando a fissarmi senza però proferire parola.
-Perché mi avete chiusa qua dentro? E'...è successo qualcosa a Peter?- chiesi preoccupata.
Entrambi sembravano imbalsamati e pur guardandomi,continuavano ad ignorarmi.
-Ma che vi è preso?! Qualcuno mi vuole rispondere?- cominciavo ad arrabbiarmi e alzai molto il tono della voce.
I due allarmati si scambiarono un'occhiata veloce e finalmente il mio collega decise di avvicinarsi.
-Jill...- fece una piccola pausa guardando stavolta verso il pavimento –Non c'è un modo carino per dirlo ma...Peter non c'è più...-
Mi crollò il mondo addosso,non sapevo che pensare o cosa dire,rimasi con la bocca aperta come un'ebete mentre sentivo di nuovo calde lacrime rigarmi il viso.
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The Mistery of Salt Lake City
Misteri / ThrillerQuando Peter Ryans giunse in città non si sarebbe mai aspettato che il suo arrivo avrebbe provocato una cascata di eventi tragici e surreali che avrebbero coinvolto lui e chi gli stava intorno. Qualcosa di terribile ha scosso la tranquillità della...