Capitolo 16

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Ci eravamo dati appuntamento nel parcheggio adiacente al centro commerciale,da cui poi ci saremmo diretti verso il cinema che si trovava in una delle grandi gallerie della struttura;ero in anticipo come al solito e così decisi di sedermi su una delle panchine di ferro arrugginito poste fra il parcheggio e il piccolo piazzale che faceva da entrata per il centro commerciale stesso.

Osservavo tutto quello che mi circondava;i lampioni dalle luci fioche lungo il vialetto,il pavimento di cemento con il lungo tappetone rosso ormai sporco,sgualcito e scolorito dal tempo ad indicare la direzione verso le porte girevoli dell'entrata,la musica di una radio locale sparata a tutto volume dall'impianto stereo e poi le persone,che passavano,avanti e indietro,un numero indefinito di volte.

Tutto mi sembrava diverso,stavolta in senso positivo però,era come se mi fossi liberato di un pesante macigno,ero finalmente tornato a respirare,non mi sentivo più in apnea...era una sensazione bellissima!

Inspirai a pieni polmoni l'aria frizzante di quella sera,ero libero ed era bastato difendermi nel sonno,in maniera completamente automatica ed incosciente. Era stato più facile di quanto avessi mai potuto immaginare.

Sarebbe stato perfetto se lì con me ci fosse stata anche Lexie,mi sarebbe piaciuto finalmente aprirmi con lei,dopo gli innumerevoli messaggi che le avevo mandato senza ricevere risposta,tentai persino di chiamarla ma anche stavolta senza ottenere alcun risultato.

Risultò irraggiungibile ma non mi sarei mai lasciato scoraggiare,infatti avevo già in mente di presentarmi il mattino seguente a casa sua per chiarire tutto.

Finalmente arrivarono Jenna e Tom,li squadrai da lontano e pensai che non avrei mai scommesso neanche un centesimo su una loro possibile relazione,ma evidentemente mi sbagliavo perché sembravano davvero una bella coppia.

-Ciao bello,come ti butta?- esordì Tom appena furono abbastanza vicini da farsi sentire.

-Ehi Tom! Tutto benone,grazie-

-Allora... -intervenne Jenna -...abbiamo deciso che film andare a vedere?-

La scelta fu' stranamente facile,perché fino a qualche settimana prima non mi sarei mai sognato di andare a vedere un film horror,adesso invece sentivo che qualcosa era cambiato,probabilmente le recenti esperienze avevano forgiato un lato di me fino a quel momento nascosto.

Appena seduti in sala però sentì da qualche fila poco più dietro una voce familiare che mi chiamava,era Ricky.

Non ci potevo credere,una delle persone più viscide ed irritanti che avessi mai conosciuto,forse l'ultima che avrei voluto incontrare quella sera,proprio quando avevo ritrovato la mia serenità.

"Che seccatura" pensai tra me e me.

-Ehiii ma che ci fai qua?- gli urlai come se fossi felice di vederlo.

-Vedo un film...come voi...- mi rispose quello mettendosi a ridere.

-Certo,lo so...volevo dire che è strano trovarti anche qui!- replicai a denti stretti cercando di mantenere un tono amichevole,in realtà lo avrei "ucciso" volentieri.

-Ah si si,in realtà avevo prenotato tempo fa'...e poi devo scrivere una recensione su questo film per il mio blog!-disse mostrandomi un piccolo portatile.

-Capito...buon film allora!-

-Altrettanto!-

Mi girai lanciando un'occhiataccia verso Jenna che capì al volo e scoppiò a ridere,poi finalmente le luci si spensero.

Al termine della proiezione non ero affatto spaventato,anzi avevo trovato alquanto stupida la trama,non era però dello stesso avviso Ricky che ancora una volta si unì al discorso senza che nessuno glielo avesse chiesto.

-Woo ragazzi quel film mi ha spaventato da morire!-

-Non dirai sul serio,era così stupido...-gli rispose Tom sbeffeggiandolo.

-Ma se hai passato più tempo a tradire il ricordo della tua defunta Christie piuttosto che guardare il film- lo apostrofò quello in tutta risposta.

-Dai andiamo...non ne vale la pena parlare con questo qui- intervenne Jenna  trascinando via per il braccio un Tom furibondo e pronto ad esplodere.

-Ehi Pete,devo darti una cosa aspettami un secondo,ho scordato il portatile in sala-

Alzai gli occhi al cielo e decisi di aspettarlo,giusto per curiosità.

Passavano i minuti ma quello non faceva ritorno così pensai che mi voleva solo far perder tempo e mi incamminai verso il parcheggio.

Improvvisamente il cellulare vibrò,il cuore mi balzò in gola per l'emozione.

"Forse Lexie aveva deciso di rispondermi!" pensai sognante ma non era così.

Quella serata di pura felicità seppur macchiata dalla presenza fastidiosa di quell'individuo si era appena trasformata in una tragedia e me ne resi conto quando lessi chi mi stava scrivendo:

-Dimentichi niente?-

Era il numero di Ricky.

-Eh?-

-Ti sei perso la scena dopo i titoli di coda...-

-Ma che stai dicendo?-

-Te ne sei andato prima della scena migliore...-

-Non sei divertente Ricky-

-Ti conviene tornare oppure ti perderai qualcosa di importante...e poi io non sono il tuo amico!-

In un solo istante capì esattamente cosa era successo e presi a correre più veloce che potessi,tornando verso il cinema.

Mentre correvo più veloce che potessi,cominciai a gridare di chiamare aiuto,mi precipitai all'interno della sala e rimasi scioccato dalla brutalità con cui il povero Ricky era stato ucciso.

Penzolava da una trave di supporto del tetto,impiccato con una spessa corda che si stringeva intorno al collo soffocandolo,su tutto il corpo profonde ferite inferte evidentemente con una lama,gli occhi sbarrati ed iniettati di sangue sembrava mi fissassero,quasi a dirmi che se fossi rimasto lì avrei potuto salvarlo...

Stazione di Polizia di Salt Lake City

Camminavo nervosamente lungo il mio ufficio mentre Rhodes guardava e riguardava le registrazioni delle telecamere di sicurezza.

-Jill...sai cosa sto per dire vero?-

-Da quando mi chiami per nome,Rhodes?-

-Senti,sto solo cercando di aiutarlo ma devi essere collaborativa-

-Mi devi promettere che non lo stiamo arrestando...- dissi con voce spezzata.

-Mh...-

-Devi prometterlo!-

-Va bene...ma hai chiuso. Ti tolgo il caso!-

-COSA? Non puoi farmi questo!- lo guardai con le lacrime agli occhi mentre mi accasciavo su una delle sedie di fronte alla scrivania.

Si alzò,mi mise una mano sulla spalla e poi disse:

-L'ho appena fatto- e chiuse dietro di se' la porta a chiave,allontanandosi velocemente.

Mi alzai come una furia e comincia ad urlargli da dietro i pannelli di vetro,cercando di aprire quella stramaledettissima porta.

Lo vidi parlare con un agente mentre mi indicava e quello che dopo un breve sguardo rispose con un cenno della testa.

Lessi il labiale e capì che quel bastardo aveva dato l'ordine di non farmi uscire per nessun motivo...ero bloccata lì.

Mi abbandonai nuovamente su una sedia,stavolta era quella girevole,occupata fino a pochi attimi prima dal detective, e cominciai a viaggiare con i ricordi...non riuscì a non ripensare alle parole di Peter su William O'Brian.

Se solo avesse saputo la verità su quel caso avrebbe scoperto la verità su tutto il resto,su chi fossi in realtà per lui e soprattutto avrebbe scoperto cosa successe realmente ai suoi genitori adottivi,era un prezzo troppo alto da pagare per me;ecco perché dovevo trovare a tutti i costi il killer...per ucciderlo.

The Mistery of Salt Lake CityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora