Guardavo il cielo stellato sopra di me mentre il flebile rumore dell'acqua che si infrangeva sulle rive del lago riempiva quel silenzio di tomba.
"Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?" pensai fissando un punto indefinito nel vuoto cosmico,nulla di quella situazione mi sembrava reale eppure lo era e questo mi fu' ancora una volta più chiaro nel momento in cui le mie narici furono inondate dal pungente odore di sangue della vittima sdraiata appena a pochi passi da me.
Ormai ero abituato a quel tanfo ma ogni volta era sempre un'esperienza diversa,come se ognuno avesse avuto una sua "essenza" particolare...
Mi alzai lentamente in piedi con la consapevolezza che probabilmente quella notte sarebbe potuta essere l'ultima della mia vita,diedi ancora una volta un'occhiata alla schermata del cellulare e infine mi incamminai verso la catapecchia di Rhodes.
Presi come punto di riferimento l'enorme vecchia cisterna che si stagliava maestosa nei meandri di quella foresta oscura,durante il percorso però non pensavo assolutamente a niente;la mia mente era vuota,priva di ogni pensiero,libera dalle catene della paura.
Sbucato nella piccola radura che ospitava la casupola mi arrivò puntuale come un orologio svizzero l'ennesimo messaggio:
-Entra!-
Spalancai la porta di legno e mi ritrovai proiettato nuovamente in quello strano ambiente,persino più oscuro della foresta circostante,cercai inutilmente un interruttore fino a quando in lontananza vidi una luce accendersi in fondo ad un lungo corridoio.
Era la stanza dell'interrogatorio.
Più mi avvicinavo più i miei occhi faticavano ad adattarsi all'intenso bagliore delle luci al neon;ad ogni passo mi aspettavo una trappola o un'imboscata di ogni genere ma stranamente non arrivò.
La porta si chiuse dietro le mie spalle con un sonoro tonfo e non fui più in grado di riaprirla,lentamente misi a fuoco quello che avevo davanti e mi accorsi di non essere solo.
Di fronte a me trovai seduta ad aspettarmi una figura palesemente femminile con il volto coperto da un velo nero,che lentamente scostò,rivelandomi la sua reale identità.
-Tu???-
-Perché,chi ti aspettavi?- mi rispose come se nulla fosse.
-Ma...tu...non puoi essere lui!-
-Peter,ma lui chi?-
La fissai confuso ed interdetto,non potevo credere che una persona così,potesse essere un'efferata assassina,dal canto suo quella ricambiava il mio sguardo interrogativo sembrando capire la situazione meno di me.
Finalmente presi coraggio e le chiesi:
-Penelope perché siamo qui?-
-E lo chiedi a me? Sei tu che mi hai chiesto di venire!-
-Mi spiace deluderti ma io...non ti ho mai contattata...-
Strabuzzò gli occhi senza proferire parola e scattando in piedi si avventò contro la porta cercando di forzarla ma ogni suo tentativo risultò vano.
-Siamo bloccati qua dentro,fantastico!- e così dicendo si abbandonò nuovamente sulla sedia da cui si era alzata poco prima.
-Chi ci voleva entrambi qui dentro secondo te?- mi chiese con un sottile filo di voce.
-Il killer,chi sennò?-
-Ma perché?-
-Per ucciderci,mi sembra abbastanza chiaro...-
Rispondevo nervosamente,ero quasi impaziente di capire cosa ne sarebbe stato di noi e l'attesa mi logorava i nervi.
-Come...come fai ad esserne così sicuro?- adesso il terrore si era completamente impadronito di lei.
La guardai senza rispondere e dopo una breve pausa decisi di approfittare dell'occasione per capire di più su quello che mi era stato detto soltanto poco prima da William O'Brian:
-Tu sai la verità...mi avevi detto che avrei potuto chiedere a te quando sarei stato pronto. Lo sono!-
-Io...non so se è il momento più adatto...- rispose ancora una volta con voce tremolante.
-Non abbiamo più molto tempo,io ho bisogno di sapere...ti prego!- la fissai con gli occhi sbarrati,avido di informazioni.
Evidentemente si convinse che non c'era più alcun motivo per avere delle remore su tutta questa faccenda e vuotò il sacco...
-Una vita per una vita-
Poche parole,concise ed inevitabili scritte su di un cartoncino accompagnato da una bustina bianca contenente un piccolo corpo luccicante,comparirono da sotto la porta,proprio accanto ai miei piedi.
Li raccolsi con un gesto veloce mentre la storia della giovane giornalista giungeva al termine e capì che da quel momento tutto sarebbe cambiato.
...
Improvvisamente si sentì lo scatto della serratura e la porta si spalancò. Ero libero. Fissai per l'ultima volta quello che mi stavo lasciando dietro e infine,così come ero arrivato,me ne andai.
Nel silenzio.
Immerso nell'oscurità.
Quello che avevo sentito mi era bastato per cambiare completamente la mia vita,niente aveva più importanza della verità e adesso che l'avevo finalmente trovata potevo concludere questa storia.
Tornato indietro verso il lago mi accorsi immediatamente che c'era qualcosa che non andasse, il corpo del sergente era sparito e ora in quello stesso punto c'era soltanto un'evidente pozza di sangue.
Mi guardai attorno più volte senza capire se ci fosse qualcuno ad osservarmi ma la sensazione era proprio quella.
"Che fosse ancora vivo?"
Quel pazzo voleva uccidermi e lo avrebbe fatto senza battere ciglio,non sapevo se potesse avere altre armi con se' ma lo ritenevo assai probabile.
La sua pistola,quella con cui avrebbe dovuto giustiziarmi,l'avevo in mano ma era del tutto inutile senza proiettili,così la gettai nell'acqua senza pensarci due volte.
Non appena mi voltai verso la tenebrosa vegetazione rimasi impietrito, una figura maestosa,minacciosa e fin troppo familiare si stava avvicinando a passi veloci nella mia direzione.
Il cielo prese a vibrare illuminandosi con dei flash di luce fortissima,la terra scossa da ogni passo di quel mostro si spaccava sotto i miei piedi,ed ogni mio senso sembrava essere ovattato e limitato.
La testa cominciò a girarmi,persi l'equilibrio e caddi a terra,tentai di rialzarmi cercando di concentrarmi ma ogni tentativo era vano.
Mentre il mondo sembrava cadere e rovesciarsi su se stesso, il mio assalitore mi aveva raggiunto e scrutandomi respirava pesantemente,quasi impaziente della mia prossima mossa.
Provai ad alzare lo sguardo ma i bagliori del cielo erano troppo intensi e impedivano ogni mio tentativo di capire chi si trovasse realmente lì con me.
Infine,come quel pomeriggio a scuola,mi afferrò per la maglietta,sollevandomi dal suolo e mi scaraventò lontano,mi sembrò di volare per metri finchè il gelido contatto con l'acqua mi fece capire che per sopravvivere avrei dovuto nuotare.
Provai a muovermi ma ogni arto sembrava bloccato,come se dei pesi invisibili fossero appesi ai polsi ed alle caviglie;stavo sprofondando lentamente,cercai di lottare con tutte le mie forze ma l'acqua cominciò a riempirmi i polmoni,stavo soffocando e poi...solo buio.
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The Mistery of Salt Lake City
Mystery / ThrillerQuando Peter Ryans giunse in città non si sarebbe mai aspettato che il suo arrivo avrebbe provocato una cascata di eventi tragici e surreali che avrebbero coinvolto lui e chi gli stava intorno. Qualcosa di terribile ha scosso la tranquillità della...