Sixty One

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Lo seguì mentre avanzava verso l'esterno del palazzo.

Io avevo una coperta sulle spalle che avevo preso furtivamente dal divano in modo da coprirmi meglio ,mentre lui indossava solo una t-shirt a maniche corte e dei pantaloncini.

Solo a guardarlo mi sentivo rabbrividire. E' un rettile non c'è altra spiegazione.

Da quando eravamo usciti da casa sua ancora non mi aveva rivolto parola.

In ascensore continuavo a guardarlo per capire che diamine gli fosse preso, ma lui semplicemente mi ignorava.

Come sempre d'altronde.

Una volta usciti dal cancello cercai di coprirmi maggiormente.

Ormai da lontano si poteva intravedere il sole sorgere.

Mi sentivo devastata, gli occhi bruciavano dal sonno e non la smettevo di sbadigliare.

Non mi capitava da tanto di stare sveglia tutta la notte anche perchè tra scuola, studio e il lavoro al concludersi della giornata dire che sono devastata è un eufemismo.

Lo seguivo in silenzio cercando di tener testa al suo passo veloce. Maledizione alle sue gambe lunghe!

Fortunatamente il tragitto fino alla farmacia durò poco e rimasi scioccata nel vedere che effettivamente era aperta a quest'ora.

Probabilmente sarà una di quelle farmacie aperte 24 ore su 24.

Guardai l'insegna illuminata sopra di noi che andava ad intermittenza.

CVS PHARMACY

''Entri o stai qui?'' sentii il suo sguardo profondo addosso. Non mi ero accorta di essermi bloccata davanti alla porta automatica.

''Oh sisi'' lo seguì riprendendo padronanza del mio corpo.

All'interno non c'era l'ombra di nessuno, solo io e Adrian circondati da enormi scaffali colmi di medicine e disinfettanti.

Adrian si avvicinò al bancone mentre io mi guardai attorno.

Entrambi notammo un piccolo campanello al di sopra del bancone lucido e perfettamente pulito, ci si poteva quasi specchiare.

Le nostre mani all'uniscono scattarono verso il piccolo campanellino e ci sfiorammo per pochi secondi. Allontanai prontamente il braccio quasi mi fossi scottata e lui mi guardò per un millesimo di secondo.

Al suono del campanello un rumore proveniente dal fondo della stanza attirò la nostra attenzione.

Un ragazzo dai capelli lunghi scuri ed enormi occhiali appoggiati sulla punta del naso si avvicinò al bancone con dei fogli in mano e una miriade di medicinali.

Probabilmente era un nostro coetaneo, forse anche più piccolo di noi.

Sia io che Adrian lo guardavamo mentre frettolosamente si avvicinava a noi.

D'improvviso uno dei fogli cadde a terra e il ragazzo, preso dalla fretta di raggiungerci ,inciampò su di esso facendo cadere tutto.

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