Capitolo 12 (parte 1)

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[Warning: questo capitolo lo sto pubblicando dopo un lungo after e un'assenza prolungata di sonno. Per capirci, ho dormito 2 ore stanotte - e neanche. Quindi, se beccate errori, fatemeli notare che 'sto rincoglionita proprio. 
Poi, sappiate che il mio migliore amico sta realizzando una fan-art di Yael, che sarà disponibile o nel capitolo 13 o nel 14, ancora non lo so, è in fase di costruzione. 
Terza e ultima news del giorno (?) è che siamo in direzione di arrivo, la fine della storia non è più così lontana ormai, sebbene io abbia intenzione a storia finita di sbucarmene fuori con qualche spin-off, one-shot, prequel/sequel e cazzi vari perché amo i miei personaggi e non voglio abbandonarli come cucciolotti smarriti sul ciglio della strada - è l'alcool, ragà; concedetemelo. 

E LO SO CHE VI HO PROMESSO CHE FANGIRLERETE, ma dovete aspettare la seconda parte, che dannazione mi manca solo la scena al centro di 'sto capitolo, ma per il resto ho già scritto fino al capitolo 14 quindi aspettatevi più aggiornamenti in queste ultime settimane. 
E non vi disperate che ho già altri lavori in cantiere, per l'amor del cielo, la mia mente non smetterà certo di delirare solo perché ho finito una storia, ma vi pare?] 

***


«C'è qualcosa di sensato» si sforzò di parlare. «Ho già visto quella sfera. Si trova in un negozio esoterico vicino all'università. La donna che ci lavora mi ha letto le carte un paio di volte.»


«Mi stai dicendo che l'assassino è una veggente e per di più una donna? Devo ricordar-» Lily lo fermò sbuffando.


«Non credo sia una pericolosa serial killer» disse, «però potremmo andare lì e chiederle se sa qualcosa a riguardo» si stupì di tutta quella lucidità, la voglia di mettere in ordine i pezzi del puzzle senza farsi sopraffare dalla paura. La sentiva, profonda e inquietante la martoriava dall'interno, ma al tempo stesso Lily sapeva che il bisogno di rimanere viva era più importante da ascoltare. 


«Non puoi andare in giro, Lily. Fra poche ore – o magari sta succedendo proprio in questo momento – potrebbero risalire a te e darti la colpa per la morte di Steve. In quel caso saresti ricercata, e se mi trovassero insieme a te finirei anche io nei guai. Ti ho già spiegato che la situazione si è davvero complicata, adesso.»


«Hai altre idee, per caso?» commentò l'altra, acida. «E poi è impossibile. Nessuno sa che avevo deciso di stare da lui per un po'. E non sono uscita di casa, non mi ha vista nessuno. L'unico problema è il telefono di Steve. Se ce l'hanno e trovano il modo di sbloccarlo allora sì, potrebbero risalire a me.»


Yael sospirò, fece scorrere le dita fra i capelli bianchi. «Per l'appunto, finché non capiamo bene la situazione non puoi uscire di casa.»


«E come la mettiamo con i miei genitori? Se scoprono che sono sparita si preoccuperanno a morte.»


«Prima o poi questa storia finirà» disse Yael. Avrebbe voluto crederci davvero, eppure il continuo fallimento iniziava a renderlo sempre più diffidente. Aveva pensato più volte di abbandonare tutto e aspettare che la morte arrivasse, prima o poi quel momento sarebbe sopraggiunto e avrebbe cancellato tutto il resto. Avrebbe soppresso il suo corpo, ma non la sua anima, e allora sarebbe stato libero di reincarnarsi in un essere umano decente. Avrebbe voluto una vita normale e avrebbe voluto vivere la sua esistenza come tutti gli altri, piatta e vuota. 


Avrebbe trascorso le estati al mare, sotto il sole e senza crema solare, senza il pericolo di morire per una stupida abbronzatura. 


Aveva deciso di accontentarsi del suo corpo albino per Maddie. Non poteva abbandonarla da sola. Era l'unico familiare che le era rimasto. Eppure spesso si era sentito talmente spaventato da voler mollare tutto e rilassare il cervello sempre occupato a formulare ipotesi e cercare risposte. La maggior parte delle volte, poi, era dannatamente difficile captare le informazioni giuste fra il mare di menzogne in cui lo spingeva Alexander. 

The ghost in your roomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora