Capitolo 10 (parte 2)

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Solo allora arrivò un momento spaventoso, per Lily.


Dopo quelle dannate rose sporche di sangue e quel video non avrebbe mai più avuto il coraggio di rimanere da sola a casa, sentendo in ogni istante la possibilità di una comparsa dell'assassino.

 Non sarebbe mai stata al sicuro, probabilmente non sarebbe stata capace di difendersi. Se fosse rimasta da sola sarebbe morta. E non aveva nemmeno marijuana per scacciare via le paranoie.


Non poteva vivere in quel modo, semplicemente.


«Non voglio che vai via, ho paura di rimanere da sola» sussurrò, lo sguardo basso e le mani occupate a torturarsi il bordo della maglietta troppo grande.


«Non posso lasciare Maddie da sola» le rispose Yael.


«Non c'è Bonnie, la vostra coinquilina?» insisté. L'idea di rimanere lì con il silenzio e con quel dannato computer, acceso o spento che fosse, le dava i brividi. 


«Finisce di lavorare fra due ore.»


«Non può andare a recuperare Maddie? Sono sicura che morirò. Il fatto che mi abbia inviato quel video può voler dire che mi toccherà la stessa sorte.»


«Vorrei dirti che puoi stare tranquilla, ma non ci credo nemmeno io» sospirò Yael. Si rigirò le chiavi fra le dita, analizzando quella possibilità. «Non ho neanche un pigiama!»


«Il mio armadio ha più vestiti maschili che femminili» proclamò l'altra, avvicinandosi al mobile e aprendo una delle due ante per fargli controllare l'interno. «Guarda tu stesso.»


Yael avrebbe voluto replicare dicendole che ne conosceva già il contenuto. L'aveva visto aperto e spesso con i vestiti abbandonati in disordine, dalla webcam, una marea di volte. Non lo disse, però; il tempo in cui la tormentava con affermazioni inquietanti era finito.


«Va bene, resterò qua con te se ti fa sentire meglio» sospirò alla fine. Non che gli dispiacesse davvero, in realtà. Era solo strano il modo in cui lei aveva iniziato a fidarsi. Ed era un po' improvvisato. Non gli piaceva non avere il controllo degli eventi. Non gli piaceva non calcolare prima e con il giusto tempo le possibilità.


Il telefono di Lily squillò e fra i due calò il silenzio. Si allungò verso il comodino per prenderlo e leggere il numero che lampeggiava sullo schermo. Vide che si trattava di Steve e sospirò per il sollievo, ma spense il display e abbassò il volume. Non aveva voglia di parlarci.


«Tutto okay?» chiese Yael.


Lily annuì. «Sì, è solo Steve. Probabilmente si sta domandando che fine abbia fatto»
«Non gli rispondi?»


Scosse il capo. «Non ne ho voglia. E sto morendo di fame.»


«Ordina qualcosa. Io chiamo Bonnie e l'avviso, deve anche andare a recuperare Maddie» sospirò l'albino.




Per Yael era oltraggioso che Lily utilizzasse la forchetta per mangiare il sushi. L'altra però sembrava andarne piuttosto fiera quando riusciva a bagnare i nigiri nella salsa di soia senza spappolarli. Cercarono di pensare meno all'assassino e più alla loro salute mentale, anche perché sebbene la chat bianca fosse rimasta aperta, non avevano ricevuto nessun messaggio.


«Credi che lui non stia rispondendo perché sa che ci sei tu?» chiese Lily, allontanando da sé il piatto. Non metteva del cibo sotto ai denti da un bel po', ma quella cena era riuscita a rimettere in sesto il suo stomaco e a riempirlo.


«Non lo so, ma spero non sia così. In quel caso sarà piuttosto difficile ottenere informazioni da lui, saprà che collaboriamo. Dobbiamo fargli credere che non siamo alleati contro di lui, che abbiamo perso i contatti. Per questo non mi fa impazzire l'idea di rimanere a dormire qui. Potrebbe venirlo a sapere.»

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